Restauri? No grazie! Le auto danneggiate rendono di più se ridotte in briciole. Così un’azienda inglese, specializzata nella conservazione di ogni possibile componente di auto di prestigio, bulloni compresi, spiega il business dei ricambi. Soprattutto di quelli Ferrari.
Un’auto di prestigio in pessime condizioni, rovinata e incidentata, è l’esatta metafora del bicchiere pieno a metà. La soluzione consequenziale non è unica. Ci sono due strade: la prima, il restauro, la porterà a nuova vita, cancellerà i segni del tempo o le ferite di un evento triste e angoscioso. Ma non è l’unica percorribile: il bicchiere può essere totalmente svuotato e quel potenziale sogno su ruote non verrà più restituito a nuova vita ma, più cinicamente, farà la felicità di un altro lato dell’universo automobilistico: ricambi, ricambi, ricambi!
E’ questo il business della Eurospares di Halstead, nell’Essex britannico. James Pumo, titolare di una delle aziende più attive nel settore riceve vetture di prestigio in pessime condizioni, incidentate o irrimediabilmente guaste. Le smonta e ne ricava centinaia di pezzi di ricambio: dalla manopola del climatizzatore all’albero motore, al faro, al sedile, al volante.
“Mio padre era un parrucchiere. Aveva un paio di saloni a Manchester ed era solito andare in Italia per comprare i suoi asciugacapelli. Un giorno un rivenditore Ferrari gli chiese la cortesia di passare da Maranello, prima di tornare in Inghilterra, per prendere alcuni ricambi. Capì velocemente che, con i suoi contatti, avrebbe potuto costruire un business con la fornitura di Ferrari e Lamborghini. E così tutto è cominciato”, ha detto James Pumo al settimanale inglese Autocar, che ha dedicato un ampio servizio alla sua attività.
Il business è così cresciuto da allora che oggi la Eurospares oggi dispone di sette capannoni pieni di componenti minuziosamente dislocati, in barba alle quotazioni milionarie delle vetture che smonta minuziosamente invece di recuperare a nuova vita. La Eurospares gestisce infatti un vasto mercato di ricambi per auto di prestigio, soprattutto Ferrari, proposti a metà del prezzo rispetto a un componente nuovo. Pumo ammette che per portare avanti questo tipo di business, molto concorrenziale (tra cui la Ferrari stessa con il reparto Ferrari Classiche), servono una buona dose di ansia e nervi d’acciaio: “Nei magazzini sono stipati milioni in pezzi di ricambio. Possono passare anni prima che vengano venduti!”.
Nei suoi magazzini, negli ultimi 10 anni, sono stati stoccati i pezzi di centinaia di Ferrari e solo una quindicina di Lamborghini, a cui si aggiungono stock di prodotti provenienti dai numerosi fallimenti provocati dalla crisi. E se il pezzo manca, si ricostruisce! “Se un pezzo non è più disponibile e c’è sufficiente domanda, lo riproduciamo” ha detto Pumo ad Autocar. “In questo momento, per esempio, c’è grande richiesta di volanti della Ferrari F40. Allora ho proposto alla Momo: produciamone un centinaio!”.
In un altro dei capannoni è possibile trovare una grande quantità di motori Ferrari, “salvati” o ricondizionati: Testarossa, F40, Mondial, 360 Modena, 456, F430… “La gente, di norma, chiede i ricambi. Il motore è proprio l’ultima spiaggia”. Il business principale della Eurospares è attualmente sui parabrezza, le ruote e parti di carrozzeria, i primi componenti destinati a rompersi in un incidente.
Ma ci sono anche coloro che acquistano componenti e li mettono da parte aspettando che il tempo passi e la domanda aumenti. Per questo il team di Eurospares è continuamente attento all’analisi del mercato per vedere dove il settore dei ricambi sta andando. “Oggi si restaura di tutto” dice Pumo. “Così non solo il prezzo delle vetture da collezione aumenta, ma anche i ricambi”.
Pumo per sé possiede una Ferrari F12 Berlinetta ma si dimostra alquanto insensibile di fronte al destino di una vettura di Maranello che arrivasse sotto le mani dei suoi tecnici. Dopo tutto, business is business. Fortunatamente, anche lui ha un cuore e non osa torcere un capello a una Maserati Ghibli SS acquistata nel 2002 per 10.000 Sterline, o a una Lamborghini Countach 5000 4V che ha “rotto” nel 2003. Anche i rottamatori hanno un’anima.
Alvise-Marco Seno