La Ford Ka è stata una fortunata utilitaria presentata dalla Casa dell’Ovale blu nel 1996. Con la sua forma a ovetto e gli ampi paraurti in plastica grezza, provocò reazioni contrastanti ma alla fine il nuovo family feeling indicato come “New Edge” ebbe la meglio sui detrattori. Le buone doti di handling della Ka, incoraggiarono i tecnici Ford a sviluppare due varianti sportive: la SportKa e la StreetKa, una piccola roadster con tetto in tela.
I volumi generali della Ford Ka vennero anticipati dalla “Concept Ka” del 1994, un primo assaggio della futura subcompact di Casa Ford. Due anni dopo fu la volta della showcar Ghia Saetta, disegnata da Filippo Sapino e presentata nel 1996. Con i suoi tagli netti, i volumi decisi e i passaruota arcuati, la Ford Saetta era un’originale spider compatta che prefigurava molti stilemi del modello di produzione, mentre quest’ultimo si configurava come utilitaria di segmento A.
Il coinvolgimento della Ghia merita una piccola introduzione. La storica carrozzeria torinese, dopo le glorie del dopoguerra venne assorbita nell’orbita Ford e con la sua decennale esperienza in ambito stilistico divenne un’importante dipartimento del gruppo americano. Per decenni, anche gli allestimenti di punta dei modelli Ford venduti in Europa furono marchiati con il logo “Ghia” in onore di questo centro di design d’eccellenza.
Debutto in grande stile. Nel 2003, la Ford Ka si era affermata da tempo nell’agguerrito mercato europeo delle citycar: le dimensioni compatte, un buon rapporto qualità prezzo e gli ampi fascioni in plastica la rendevano una fedele alleata contro le insidie della giungla urbana. C’era poi un handling piuttosto affilato che poteva essere maggiormente valorizzato. E così, con la SportKa arrivarono un body kit sportivo, una carreggiata più larga, delle sospensioni irrigidite e grandi cerchi in lega da 16″ dal design specifico. Entrambi i paraurti erano leggermente allargati e con fendinebbia integrati. Nella parte posteriore, al centro del paraurti spiccava poi il terminale di scarico cromato. La StreetKa debuttò con clamore al Salone di Parigi del 2003, presentata dalla popstar australiana Kylie Minogue. Se la Sportka poteva considerarsi una versione pepata della Ford Ka, la StreetKa era un modello del tutto inedito: una spiderina con capote in tela, con hardtop opzionale da montare in caso di maltempo.
Piccola e ben fatta. La Ghia Saetta del 1996 era una proposta di stile che non avrebbe visto la produzione ma, nel 2000 il team di progettisti e modellatori della Ghia realizzò una showcar che prefigurava abbastanza fedelmente la Streetka. Il modello di produzione venne poi ingegnerizzato e assemblato da un altro grande nome dello stile: Pininfarina. I più attenti avranno notato che le Streetka sono le uniche “Ka” ad avere i battitacco esclusivi con la serigrafia Pininfarina.
La Ford Streetka era una vettura interessante sotto diversi aspetti. Ad esempio, pur dotata di un telaio datato, questa piccola spider Made in Torino era ancora in grado di divertire anche i guidatori smaliziati, per merito dell’ottima taratura dello sterzo e delle sospensioni.
L’assemblaggio della Streetka avveniva sulle linee di montaggio della Pininfarina: queste, dedicate a volumi produttivi nettamente inferiori rispetto a quelli dei grandi stabilimenti, assicuravano una qualità costruttiva di gran lunga superiore a quella della Ka standard a 3 porte, non solo per le finiture interne ma anche per un miglior trattamento dei lamierati e per un trattamento antiruggine più efficace.
Le varianti. Due i livelli di equipaggiamento, base e “lusso”. Sulla prima erano previsti i rivestimenti in tessuto e l’aria condizionata era optional. La seconda, più completa, includeva i rivestimenti in pelle con sedili riscaldati, l’impianto di allarme, l’aria condizionata e gli specchietti riscaldati. Tra le opzioni figuravano la radio con caricatore sei CD nel cruscotto, gli altoparlanti aggiuntivi sotto i roll bar e il parabrezza riscaldato (di serie su alcuni modelli speciali). Su tutti i modelli l’equipaggiamento era composto da: chiusura centralizzata con telecomando, airbag frontali per conducente e passeggero, contagiri, alzacristalli e specchietti elettrici, regolazione elettrica dell’orientamento dei fari, ABS, servosterzo, fendinebbia anteriori, pomello del cambio in alluminio e sgancio elettrico del cofano bagagli.
Con le dovute differenze. Per le SportKa e StreetKa venne usata una “variante sudafricana” del propulsore Zetec Rocam, sebbene sulla cover del motore venga indicato come Duratec. L’unità aveva una cilindrata di 1,6 litri ed erogava 94 CV sufficienti a garantire una buona brillantezze delle prestazioni. L’assetto sportivo della Streetka era specifico e si basava su uno schema MacPherson per entrambi gli assi. L’uso di bracci anteriori più larghi, conferivano alla spider una maneggevolezza eccezionale.
All’esterno, l’unico pannello condiviso con la normale Ford Ka è il cofano anteriore. In realtà, anche i fari anteriori erano in comune con la Ka ma, appaiono diversi a causa della copertura differente del paraurti anteriore che li riveste parzialmente. All’interno, la componentistica è ripresa quasi integralmente dalla Ka, eccezion fatta per la strumentazione blu invece che argento. Differente anche la posizione di guida, con i sedili montati più in basso per garantire un feeling più sportivo, in linea con l’indole grintosa del modello.
La guidava anche Miss Penelope. Nel 2005, tutti i modelli Ka, incluse SportKa e StreetKa ricevettero un leggero aggiornamento, che riguardava principalmente gli interni. La SportKa fu l’ultimo modello di questa famiglia ad uscire dai listini e venne prodotta fino al 2008. Tra le special, ricordiamo la versione rosa prodotta nel 2004 per promuovere la riedizione del film “Thunderbirds”. La Ford fornì 8 vetture al produttore del film, svelate al Birmingham Motor Show: cinque con guida a destra e tre con guida a sinistra. Tutte furono firmate da Sophia Myles (Miss Lady Penelope). Per l’occasione, lo stilista Ford Bruce Oldfield disegnò un’abito “griffato” StreetKa da abbinare alla vettura. Questo venne venduto durante la settimana della moda a Londra, per raccogliere fondi per l’associazione benefica Barnardo’s.
Scusate il ritardo. Le Sportka e StreetKa sono due modelli di nicchia, tuttavia, il tempismo non fu dalla loro parte: vennero presentate quando la prima generazione della Ford Ka era praticamente alla fine del suo ciclo produttivo e questo, non consentì loro di brillare come avrebbero meritato: la concorrenza era più fresca e sempre più agguerrita. A fronte del grande successo della Ka, le due varianti sportive sono oggi due modelli che andrebbero riscoperti dato che appartengono a un filone di auto che raccoglie grandi apprezzamenti una volta messe in moto. Perché? Il motivo è semplice, per divertirsi non servono potenze esagerate ma, leggerezza, brio e agilità. Tutte doti che alle sportive della famiglia Ka non mancano di certo.
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