La storia motoristica è piuttosto ricca di triplette, di coreografici arrivi in parata, di schiaffi morali agli avversari. Ne ripercorriamo alcune, tra celeberrime e poco note.
Il più famoso arrivo in parata, perché ci riguarda da vicino, il 6 febbraio 1967 alla 24 Ore di Daytona, quando la Ferrari piazzò in fila tre sue vetture sotto la bandiera a scacchi: nell’ordine di classifica, due 330 P4 (Bandini-Amon e Scarfiotti-Parkes) e una 412 P (Rodriguez-Guichet).
L’onta Ford a Le Mans ’66. Altrettanto nota, ma decisamente più dolorosa per i nostri colori, la tripletta delle Ford GT40 alla 24 Ore di Le Mans del 1966, uno smacco inflitto alle Rosse di Maranello appena celebrato (con enfasi tutta yankee) nel blockbuster cinematografico “La grande sfida”.
Ancora Daytona… Al "gioco della "tripletta" vollero partecipare anche i tedeschi, che sempre sul circuito di Daytona, il 4 febbraio 1968, riuscirono a piazzare in un fazzoletto il “terno secco” 54-52-51 con tre Porsche 907 HL (vincitore addirittura un quintetto: Elford, Neerpasch, Stommelen, Siffert ed Herrmann). L’edizione ’68 della gara endurance non fu però avara neppure col Tricolore, che subì il gap di potenza con le rivali più accreditate, ma riuscì a calare a sua volta un altro tris grazie alle Alfa Romeo T33/2 dell’Autodelta (2000 cm3), quinta, sesta e settima assolute, con una Ford Mustang (5000 cm3) a fare da cuscinetto rispetto al podio Porsche (2200 cm3).
E la Formula 1? Dalla metà degli anni 80 la Formula 1 si limitò a due monoposto per team. Il Campionato, nel 1950, partì comunque subito all’insegna del tris. A Silverstone (GB), tre Alfa Romeo 159 sbaragliarono la concorrenza con una tripletta; nell’ordine, Farina, Fagioli e Parnell. Evviva il 3!