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29/05/2017 | di Redazione Ruoteclassiche
Sulle orme di Felice Nazzaro
L’Italia del motorismo storico non è solo quella dei grandi eventi arcinoti e blasonati. C’è tutto un mondo di appassionati, cultori e collezionisti che vive lontano dai riflettori e dalle pagine patinate delle riviste. Per trovare queste realtà ancora libere dalle sempre più ingombranti speculazioni commerciali a volte si arriva nei luoghi più impensati. Per esempio a Castrovillari, sulle pendici del Monte Pollino, in Calabria...
29/05/2017 | di Redazione Ruoteclassiche

L’Italia del motorismo storico non è solo quella dei grandi eventi arcinoti e blasonati. C’è tutto un mondo di appassionati, cultori e collezionisti che vive lontano dai riflettori e dalle pagine patinate delle riviste. Per trovare queste realtà ancora libere dalle sempre più ingombranti speculazioni commerciali - anche se, in fondo, ogni collezionista è anche un po’ commerciante per riuscire a soddisfare le improvvise e irrefrenabili voglie di possedere un nuovo pezzo da garage – a volte si arriva nei luoghi più impensati. Castrovillari, per esempio, è una cittadina di ventimila abitanti che si trova alle pendici del monte Pollino e alle porte dell’omonimo Parco Nazionale (il più grande d’Italia per estensione), nel cuore della Calabria. Qui c’è una “comunità” di appassionati che si dedica ai motori sin da tempi non sospetti. Sono quelli che negli anni Sessanta e Settanta si sfidavano sulle strade del circondario con le 500, le 127 e qualsiasi altra vettura che fosse di legittima proprietà o, più spesso, presa… in prestito da ignari genitori. Quelli che, con le stesse macchine, prendevano il via a slalom e cronoscalate, le specialità più democratiche dell’automobilismo sportivo.

E oggi eccoli qui, ancora ragazzini ma insieme ai propri figli, portatori di un DNA a 100 ottani. Alcuni di loro sono gli animatori dell’Historic Club Castrovillari, con in pole position il clan dei Campilongo: papà Domenico (Mimmo) con i figli Marco e Matteo. Si fanno in quattro per il club e per organizzare iniziative come il “Circuito Felice Nazzaro”, che il 13 e 14 maggio ha vissuto la quarta edizione. E qui si inserisce una storia piuttosto curiosa che vede protagonista uno dei pionieri dell’automobilismo sportivo italiano. Quel Nazzaro che nei primi del Novecento coglieva le prime vittorie al volante delle Fiat da corsa, compagno di squadra di Vincenzo Lancia, avversario di altri eroi del volante come Pietro Bordino, Carlo Salamano o Alessandro Cagno. Quel Nazzaro che nel 1911 viaggiava a 195 km orari (!) sulla mostruosa Fiat S76 da 28.000 cm³ e 300 CV. Il domatore della “bestia di Torino”. Quel Nazzaro che, 110 anni fa, si imponeva alla Targa Florio e che, come ogni volta prima di affrontare il circuito delle Madonie, andava ad allenarsi proprio a Castrovillari.

Epici i suoi passaggi sulle strade sterrate che univano in un anello Castrovillari, Morano Calabro, San Basile e Saracena. Gli attraversamenti del ponte “da’ chianca” in una nuvola di polvere. Le prove delle Fiat con i clienti della locale concessionaria, una delle prime e più importanti stabilitesi nel sud Italia. Perché questo era il vero motivo che portò Nazzaro a Castrovillari nel suo avvicinamento alla Targa d’Oltrestretto. Pensiamo di aver inventato il marketing, la pubblicità, le pubbliche relazioni: invece tutto questo c’era già un secolo fa. Nazzaro “testimonial” della Fiat sulle strade del Pollino per diffondere il verbo delle quattro ruote.

Ecco, forse questa storia la conoscono in pochi ed è bello che qualcuno si prodighi a diffonderla e a tramandarla, come si faceva con le antiche leggende della tradizione popolare. L’Historic Club Castrovillari ne va orgoglioso e lo dimostra con il suo evento che richiama partecipanti dalla Calabria, dalla Basilicata e dalla Puglia. Oltre cinquanta le vetture all’ultima edizione, lanciate sulle strade di Nazzaro a suon di prove di regolarità: 12 in tutto, al termine delle quali Mario e Miriam Colautti (Fiat Cinquecento del 1971) si sono imposti con 424 penalità su Stefano Rotondaro-Giulio Di Dieco (Alfa Romeo GT del 1972, 604 penalità) e Domenico Musmanno e Francesco Passarello (Autobianchi A112 Abarth del 1979, 607 penalità). Il Trofeo Carlomagno, disputato su tracciato sterrato, è andato a Demetrio Marchianò con Alfonso Serrao su Lancia Beta Spider del 1975; Daniele Mainieri e Vincenzo Grisolia, infine, si sono aggiudicati il Trofeo Franco Minasi, dedicato al castrovillarese che ha gettato il seme del motorismo storico alle falde del Pollino.

Luca Gastaldi

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