Entro la fine anno di questo tormentato anno, dalla Commissione Trasporti potrebbe arrivare l’inatteso regalo al nostro mondo. Rilanciata l’ipotesi di ottenere le vecchie targhe originali di immatricolazione, ma sul tavolo c’è anche la possibilità di farsi rilasciare dalle case costruttrici, oltre che dai Registri Storici, i certificati validi per la reiscrizione al PRA di un mezzo radiato o cancellato d’ufficio.
Tutto questo, salvo emendanti, sarà nella legge di bilancioin approvazione entro dicembre e per il governo Conte la buona notizia è il gettito che da questa novità potrebbe giungere al bilancio dello Stato. Solo dalla ristampa delle vecchie targhe si conta di raccogliere un tesoretto che va da due ai cinque milioni di euro l’anno. Poi, come conseguenza, ci potrebbe essere anche altro. Già, perché nella stesura dell’emendamento proposto dalla Commissione Trasporti (voto unanime, quindi con il placet di 5 Stelle e PD) al disegno di legge di Bilancio dello Stato, emergono importanti novità, tra le quali l’ipotesi di una variazione del contenuto dell’articolo 60 del Codice della Strada, ammettendo ai fini della reimmatricolazione non solo i certificati di storicità previsti dai cinque soggetti titolari dei registri previsti per legge, ma anche i quelli rilasciati dalle case costruttrici. Una partita molto importante.
Ma andiamo con ordine. La materia è quella della ristampa e del rilascio da parte dell’Istituto Poligrafico dello Stato, per tramite della Motorizzazione Civile, delle targhe di prima immatricolazione dei veicoli storici non attualmente assegnate. Il tentativo della cordata che porta avanti l’iniziativa, fortemente spinta anche da Ruoteclassiche, è quello di riuscire a ottenere la vecchia “targa nera” per un mezzo storico. Per questo l’onorevole Giovanni Tombolato, padre del provvedimento, col supporto di diversi parlamentari di maggioranza e opposizione, ha tradotto il precedente disegno di legge, già approvato e recepito dal governo anche in forma di ordine del giorno che impegnava l’esecutivo in un emendamento alla legge di programmazione economica, “guardando non solo ai contenuti ma anche alle ricadute economiche in ordini di entrate nel bilancio dello Stato”, come spiega il parlamentare, grande appassionato di auto storiche, in particolare da rally.
Tutto in una notte. Non per nulla il provvedimento passato la notte scorsa a firma di Tombolato è stato un “osservato speciale” all’attenzione di Massimo Garavaglia della Commissione Finanze (già viceministro all’Economia nel primo governo Conte e già assessore lombardo di Tributi,ndr) proprio per la sua portata economica significativa e per “la quale si rende la sua approvazione appetibile per lo Stato”. L’emendamento passato la notte scorsa è il “126.26”, intitolato laconicamente “Targhe storiche”.
Firmato come presentatori dagli onorevoli Tombolato, Capitanio, Donina, Furgiuele, Maccanti, Rixi, Giacometti, Morelli, Zanella e Zordan, l’emendamento prevede di aggiungere all’articolo 93, comma 4, del Codice della Strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, i seguenti periodi: “L’immatricolazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico è ammessa su presentazione di un titolo di proprietà e di un certificato attestante le caratteristiche tecniche rilasciato dalla casa costruttrice o da uno degli enti o associazioni abilitati indicati dall’articolo 60. In caso di nuova immatricolazione di veicoli che sono già stati precedentemente iscritti al PRA e cancellati d’ufficio o su richiesta di un precedente proprietario, ad esclusione dei veicoli che risultano demoliti ai sensi della normativa vigente in materia di contributi statali alla rottamazione, è ammessa la facoltà del richiedente di ottenere targhe e libretto di circolazione della prima iscrizione al PRA, ovvero di ottenere una targa del periodo storico di costruzione o circolazione del veicolo, in entrambi i casi conformi alla grafica originale, purché la sigla alfa-numerica prescelta non sia già presente nel sistema meccanografico del Ced della Motorizzazione civile, e riferita ad altro veicolo ancora circolante, indipendentemente dalla difformità di grafica e di formato di tali documenti da quelli attuali rispondenti allo standard europeo. Tale possibilità è concessa anche retroattivamente per tutti quei veicoli che sono stati negli anni reimmatricolati o ritargati purchè in regola con il pagamento degli oneri dovuti. Il rilascio della targa e del libretto di circolazione della prima iscrizione al PRA, nonché il rilascio di una targa del periodo storico di costruzione o circolazione del veicolo sono soggetti al pagamento di un contributo, secondo ammontare, criteri e modalità definiti con apposito decreto dirigenziale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. I proventi derivanti dal contribuito di cui al periodo precedente concorrono al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica”.
Iter senza intoppi. In sostanza il passaggio dell’emendamento della Commissione Trasporti in Commissione Commercio e Bilancio, prevede la presenza del governo che a questo punto ne prende atto. L’emendamento va quindi ora direttamente nella legge di bilancio che deve essere approvata alla Camera quindi al Senato. I rumors parlamentari lasciano intendere che al Senato il testo passerà blindato quindi la percentuale di successo del suo passaggio è altissima. “Mi corre il piacere di ringraziare tutti i colleghi di maggioranza e opposizione che hanno sostenuto le ragioni del nostro emendamento – ha dichiarato l’on. Giovanni Tombolato – e il mio grazie va soprattutto al senatore Stefano Corti, che è sempre stato presente e molto attivo ai nostri lavori. Con questo provvedimento si offre la possibilità di riportare all’originalità beni culturali come i mezzi storici che rappresentano una eccellenza italiana riconosciuta in tutto il mondo. Vedere un veicolo storico con targhe moderne al posto di quelle d’origine è come ammirare un dipinto del ‘600 montato su una cornicetta moderna senza alcun valore. Un insulto al rispetto del patrimonio storico”.
Rush finale.L’approvazione dell’emendamento come della legge di bilancio è questione di settimane. Intanto un sasso importante è stato lanciato nello stagno della burocrazia e qualche effetto lo ha ottenuto grazie alla vasta intesa raccolta. Ora da parte nostra seguiremo le sorti dell’emendamento. Certi che in questo burrascoso 2020 questo è certamente il regalo meno atteso, ma tra i più graditi che il nostro mondo poteva sperare di ottenere.