Il mercato delle classic car è sempre più globale e complesso. Quali sono i trend da tenere d’occhio in un’ottica di investimento? Qual è e quale sarà il ruolo dei collezionisti più giovani e dei collezionisti cinesi? Rispondono gli esperti di AXA ART e ADEMY.
I trend del mercato delle auto classiche e le differenze in base alla tipologia del collezionista finendo con l’impatto delle nuove generazioni sulle abitudini di acquisto e sulle assicurazioni per le auto storiche sono gli argomenti caldi emersi dal Rapporto AXA ART che abbiamo pubblicato di recente. Argomenti sensibili soprattutto per chi considera la passione per le auto classiche anche nell’ottica di un investimento economico. Cosa ci riserva il futuro? Lo abbiamo chiesto agli autori di questo studio, due manager che hanno un punto di vista privilegiato sul mercato delle auto storiche e sulle sue dinamiche: Italo Carli (Direttore Generale di AXA ART) e Gianluigi Vignola (Presidente ADEMY). Ecco le loro risposte.
Cosa dicono i dati relativi al mercato assicurativo delle auto classiche?
I.C: Dicono che il mercato assicurativo delle classic car si è sempre limitato alla copertura “Obbligatoria“ per i rischi di responsabilità civile della circolazione, la classica RCA. Da questo punto di vista la ricerca sviluppata con ADEMY indica che, al di là del valore altalenante delle transazioni negli anni, il numero delle transazioni stesse cresce in maniera costante. In sostanza, il numero dei collezionisti, in Italia e nel Mondo, è in costante crescita.
Come evolverà in futuro il mercato delle auto classiche: sarà un’evoluzione omogenea o ci potrebbero essere aree a più forte crescita?
G.V: Il mercato delle Classiche, nel quale consideriamo incluso anche quello delle Istant Classic, è prevalentemente globale per quella fascia di vetture il cui 5% del prezzo supera i costi di trasporto e i dazi da un paese all’altro. Gli Stati Uniti guidano questo mercato da sempre, sia per i volumi trattati sia perché gli appassionati statunitensi collezionano sia auto Classiche Europee che di produzione USA. L’Europa, invece, rappresenta il secondo mercato, e ha minore familiarità con le auto americane.
L’atteso ingresso nel mercato dei collezionisti cinesi, non è ancora avvenuto, se non a livello di Istant Classic, data la normativa locale che non ne permette la circolazione, mentre quello dei paesi della ex Unione Sovietica si è sostanzialmente fermato. Le decisioni governative, in tema di restrizione della circolazione o di agevolazione fiscale, sono infine in grado di influenzare la futura tendenza del mercato, sia a livello globale che nazionale. Si pensi al diverso trattamento delle auto ultraventennali regione per regione in Italia oppure alle semplificazioni burocratiche della Germania. Dal punto di vista delle singole economie, è facile prevedere che quei paesi dove il mercato mobiliare e/o immobiliare rimarranno stabili attrarranno volumi di auto classiche e questo farà aumentare gli indici globali.
Notate già delle differenze nell'approccio alle auto classiche tra le generazioni più giovani come i Millenials e quelle più anziane come i Baby Boomers?
G.V: Se con il termine Baby Boomers si individuano i nati tra il 1945 e il 1964 (quindi collezionisti di età compresa tra i 53 ed i 72 anni) siamo nello stadio della maturità collezionistica. Si tratta di collezionisti che possiedono o stanno già alienando le proprie auto e che si sono resi protagonisti, mediante il loro potere di acquisto, della crescita di valore delle auto costruite nel loro periodo adolescenziale, vale a dire dal 1950 al 1970. Dal Report 2017 si può notare invece come nell’arco degli ultimi dieci anni con l’ingresso nel mercato della generazione dei Millenials gli acquisti dei collezionisti si siano spostati dalle Classic alle Post Classic e Modern.
Le nuove generazioni o gli operatori professionali come i fondi o le collezioni strutturate hanno un approccio diverso all'assicurazione delle auto rispetto al singolo collezionista?
I.C: La presenza di un fondo piuttosto che di una collezione di impresa fa sì che l’oggetto, in questo caso l’Auto Storica, faccia parte di una immobilizzazione patrimoniale/finanziaria e quindi venga gestito e trattato come ogni altro investimento. Di conseguenza esiste quasi un “obbligo” da parte dell’amministratore di proteggere i beni da qualsiasi evento possa impattare sul patrimonio dell’impresa /fondazione. Diverso è il caso del singolo privato, il quale ha un rapporto più complesso e articolato con la propria collezione: spesso la componente emotiva è presente ed è importantissima.
Va anche osservato che, nella logica del collezionista (in particolare dei più giovani) una porzione significativa del piacere legato all’acquisto di un’auto storica deriva dall'aver fatto un buon investimento: equivale a un riconoscimento delle sue capacità di "intenditore". Questo maggiore coinvolgimento in fase di acquisto fa sì che ci sia anche una maggiore propensione a proteggere l’auto da collezione e di potersi garantire le risorse per un corretto restauro in caso di un danno accidentale.
Luca Pezzoni