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29/02/2016 | di Alvise-Marco Seno
Tucker 48, ad aprile va all’asta un esemplare “nato oggi”
Il 2 aprile, in Florida, andrà all'incanto una Tucker 48 del 1949. Il telaio 1052, originale, non fu mai completato a causa del fallimento dell'azienda. L'esemplare è stato regolarmente costruito (con parti originali al 100%) solo in epoca recente, ma questo non gli ha impedito di diventare da subito un pezzo da collezione imperdibile.
29/02/2016 | di Alvise-Marco Seno

Sabato 2 aprile, a Fort Lauderdale (Florida) andrà all'incanto una Tucker 48 del 1949. Il telaio 1052, originale, non fu mai completato a causa del fallimento dell'azienda. L'esemplare è stato regolarmente costruito (con parti originali al 100%) solo in epoca recente, ma questo non gli ha impedito di diventare da subito un pezzo da collezione imperdibile. La quotazione, infatti, oscilla tra 950 e 1,2 milioni di dollari.

Il fallimento della Tucker, alla fine degli anni 40, trascinò con sé anche una serie di esemplari della Torpedo la cui costruzione fu iniziata ma mai portata a compimento. Fu questo il destino del telaio n. 1052, ufficialmente il rolling chassis per i test della trasmissione automatica.

Dopo la bancarotta dell'azienda fu acquistata all'asta fallimentare degli asset della Company. Cominciò per lui una storia di continui passaggi di proprietario in proprietario ma non fu mai completata fino all'esemplare finito. Ci pensò in epoca recente l'esperto di Tucker Martyn Donaldson, che ha cercato accuratamente la componentistica mancante - rigorosamente originale - per giungere al completamento dell'auto.

Questa Tucker Torpedo nata oggi ma con componentistica autentica andrà all'asta da Auctions America il prossimo 2 aprile a Fort Lauderdale. La quotazione di questa vettura è molto elevata e varia da un minimo di 950.000 a un massimo 1,2 milioni di dollari.

LA STORIA IN BREVE
Preston Tucker fu uno degli uomini più volitivi d'America, un individuo capace di sogni di proporzioni al di là della più rosea immaginazione di qualsiasi cittadino americano del dopoguerra. La sua avventura imprenditoriale non ebbe successo ma, forse, il successo stesso non va misurato solo in termini di fatturato e - in questo caso - di automobili prodotte. Ma anche nella sua capacità di rimanere nella memoria collettiva. Ed è esattamente questa l'eredità di Tucker: è passato come una meteora nell'industria automobilistica ma ha lasciato un ricordo straordinario del suo tentativo di conquistare il mercato automobilistico con una vettura rivoluzionaria.

La Tucker 48, conosciuta come Tucker Torpedo, fu un concentrato d'innovazione: motore posteriore a sbalzo, sospensione Torsilastic in gomma, freni a disco sulle quattro ruote, trasmissione con un singolo convertitore di coppia per ogni ruota posteriore, parabrezza anteriore con un particolare sistema di sgancio in caso di sinistro, robusto telaio perimetrale in chiave di sicurezza, scatola dello sterzo posizionata fronte all'asse anteriore e concepita per non trasformarsi, nel caso di un incidente, in una lancia, cellula di sicurezza sotto la plancia e cinture di sicurezza. Infine il faro anteriore centrale, dotato di un dispositivo che gli permetteva di ruotare in modo solidale con lo sterzo.

Già durante l'inizio della concretizzazione del suo sogno, Tucker dovette scendere a patti con la realtà: la trasmissione si era dimostrata irrealizzabile, il motore Parson inizialmente pensato fu abbandonato in luogo di un più convenzionale propulsore (6 cilindri piatto da 166 CV) proveniente da una piccola azienda, la Air Cooled Motors - da lui stesso acquistata - accoppiato a un cambio a 4 marce tipo Transaxle proveniente dalla Cord 810 e 812.

La carrozzeria era stata disegnata da Alex Tremulis, ex dipendente della Auburn Automobile Company. Il responso del pubblico fu molto positivo ma la produzione si fermò dopo solo 50 esemplari. L'elevatissimo grado di innovazione della macchina di Tucker attirò le invidie dell'intera industria automobilistica. Grazie alla corruzione di molti personaggi politici, Tucker divenne bersaglio di una campagna di boicottaggio devastante, culminata nel 1949 con un'accusa di bancarotta fraudolenta. Lo stabilimento di produzione, ricevuto in concessione dal Governo, tornò in mani pubbliche.

Nel 1950 Preston Tucker fu assolto ma ormai era troppo tardi per risollevare le sorti dell'azienda. Morì nel 1956.

Alvise-Marco Seno

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