Ulrico Hoepli, il "come si fa?" prima di YouTube e Google - Ruoteclassiche
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23/04/2023 | di Nicolò Minerbi
Ulrico Hoepli, il “come si fa?” prima di YouTube e Google
Nell'Album Hoepli ci sono 150 anni di libri che hanno cambiato il modo di sapere. E di saper fare. Dal "Manuale del tintore" a "Chauffeur di sé stesso", i best seller che rispondevano alle domande pratiche quando Internet non c'era ancora
23/04/2023 | di Nicolò Minerbi

Il Novecento, il “secolo breve” secondo lo storico britannico Eric Hobsbawm, in realtà è stata una rivoluzione continua. Sociale (perché due guerre mondiali hanno spazzato via stratificazioni millenarie come, tanto per fare un esempio, la nobiltà; oltre che spostato capitali visto che le dittature europee hanno riempito piroscafi in partenza per le Americhe), ma soprattutto culturale. Perché le innovazioni introdotte in guerra, hanno stravolto gli anni della pace. A partire dalla tecnica, che ha cominciato a diventare un argomento alla portata di tutti.

Ma questa è una fotografia così nota da sembrare sbiadita. In realtà dentro, a voler guardare bene, c’è una cosa che non si vede: e cioè che alcuni di questi cambiamenti erano cominciati anni prima di Hiroshima. Per colpa di un’altra deflagrazione, questa volta pacifica, ma non per questo meno dirompente. Quella della rivoluzione industriale.

Che in Italia arriva più tardi che altrove. Qualche data: l’Ansaldo è del 1852, la Pirelli del 1872 e la FIAT fa giusto in tempo a nascere prima che finisca il secolo (1899). Ecco, queste sono le basi di un cambiamento radicale di usi (e costumi) anche della conoscenza (nel modo di adoperarla, ma purtroppo non ancora in quello di trasmetterla). Con l’avvento della tecnica per tutti, il sapere smette di essere “preventivo” (studiare tutto subito, poi quello che servirà bene, il resto amen) e diventa “a consumo”, un on demand ante litteram. Ovvero mi interesso a qualcosa solo quando mi serve e a quel punto faccio un carotaggio carpiato dell’approfondimento, sparandomi un tutorial via l’altro fino a diventare un esperto della materia. Ti suona familiare?

Perché oggi che c’è Google, meglio ancora YouTube, a nessuno verrebbe in mente di studiare alle elementari come cambiare la batteria di uno smartphone che poi quando gli servirà davvero saperlo l’avrà già dimenticato. E il modello sarà già cambiato 100 volte. Il fatto è che questo approccio consumistico della cultura, è figlio della rivoluzione industriale (e della produzione in serie). Di colpo l’evoluzione è diventata così veloce che se oggi si gira in carrozza, domani si guida la macchina. Insomma, serviva un sapere veloce, per poter stare al passo con un mondo che cominciava a correre.

Ma per fortuna che c’era Ulrico, l’uomo venuto da Tuttwil. Nato nel 1847, figlio di una famiglia di contadini della Turgovia, in Svizzera, il giovane d’oltralpe ha un gran fiuto. Oltre che una passione smodata per i libri, che allora erano l’unico modo per diffondere il sapere (e il saper fare). Sveglio, ci mette poco a capire che nelle sue lande non è aria, e così nel 1870 arriva a Milano, dove apre la sua casa editrice, con tanto di libreria. La Hoepli, appunto.

Il tempismo è perfetto, perché la rivoluzione industriale meneghina (e italiana) gli suggerisce un prodotto, una collana, che diventerà il suo marchio di fabbrica. Quella dei manuali. Libri pratici, tecnici, rilegati, illustrati e soprattutto tascabili. Sono pensati per portare nelle mani di tutti l’esperienza che si sarebbe potuta fare solo sul campo, nelle botteghe degli artigiani o nei capannoni delle industrie del norditalia.

Un esempio: alla fine del 1800 l’alta Lombardia (e non solo) vive di bachi da seta, che vogliono dire poi filati e tessuti. Quindi non è un caso che il primo volume sia proprio il Manuale del Tintore. Uscito con 100 pagine nel 1875, alla quarta edizione ne ha quasi 400. Passano due anni e arrivano i manuali dell’ingegnere e dell’agricoltura.

Ma non basta, la gente è sempre più esigente. Le novità sono tante e ci sta prendendo gusto. Ecco allora il Manuale della Fotografia per dilettanti (sottotitolo “Come il sole dipinge”), del Telefono e pure quello de’ Il Cinematografo. Bene, e fin qui ci siamo. Ma ecco che poi, a un certo punto, oltre alle macchine fotografiche, nelle famiglie arriva un’altra macchina: l’automobile. Non sempre abbinata all’autista, ecco perché nel 1899 esce lo Chauffeur di sé stesso. Un galateo del perfetto conducente (e meccanico) per trasformare chiunque in un valido conducente della neonata carrozza senza cavallo (l’auto) e, perché no, magari per mettergli tra le mani non solo un volante, ma addirittura una professione.

Nel 2020 la casa editrice di Ulrico ha compiuto 150 anni e si è fatta un regalo, questo Album Hoepli (15 euro). Un illustrato di dimensioni compatte, guarda caso, che ripercorre le tappe della “libreria” più rivoluzionaria d’Italia. Il volume, oltre alla carrellata dei manuali più importanti, racconta parallelamente la storia della casa editrice e della sua Milano. Molto interessante la sezione della Cronologia comparata che mette in evidenza i fatti salienti di questo secolo e mezzo, affiancando quattro timeline: Storia e società, Letteratura arti cultura, Scienza e industria e, ovviamente, la Hoepli.

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