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Una giornata per ricordare l’Autodelta

Per concludere in bellezza le celebrazioni per i 60 anni dell’Autodelta, il 10 dicembre scorso Alfa Club Milano ha organizzato una giornata commemorativa a Settimo Milanese, all’interno della ex sede dell’azienda. Ospiti a un centinaio di invitati: lavoratori, dipendenti, meccanici, telaisti, motoristi, ingegneri, direttori della squadra corse e tanti appassionati dell’Alfa Romeo.

Testimoni diretti. Emozionanti i racconti del campione Carlo Facetti, del motorista Giuseppe Callegher, del direttore Gianni Tonti e del motorista Arnaldo Tonti, conditi da qualche aneddoto di Fiorenzo Busso, figlio di Giuseppe, all’epoca ingegnere della Spica di Livorno per cui collaborava con l’Autodelta allo sviluppo dei motori a iniezione. L’assessore Annalisa Salomone, invitata a rappresentare il Comune di Settimo Milanese, ha ricordato quanto sia importante promuovere la propria storia industriale. Solo conoscendo ciò che in passato grandi personaggi hanno fatto in questi luoghi si può pensare a un futuro più prospero.

Rombo di tuono. Dopo la conferenza, durante la quale sono stati proiettati alcuni interessanti filmati, i presenti sono stati invitati all’esterno per assistere all’inaugurazione della targa Autodelta, posta esattamente nello stesso punto dove 60 anni fa c’era quella storica. Nel momento in cui Carlo Facetti e l’assessore Salomone hanno scoperto la targa è stata accesa la Giulia GTA, l’ultima superstite, all’epoca guidata dal pilota e campione Ignazio Giunti, morto in un tragico incidente su una Ferrari 312 PB nel gennaio del 1971 durante la 1000 km di Buenos Aires. Sentire il rombo di quel bialbero è stato davvero emozionante.

Storia meravigliosa. “Quella dell’Autodelta è stata una storia meravigliosa fatta di due mondiali e una serie infinita di vittorie“, ha commentato Andrea Vecchi, presidente di Alfa Club Milano. “Rimettere la targa in quel luogo, nello stesso posto dove era sempre stata, alla presenza dei tanti lavoratori oggi ultra ottantenni che ci hanno lavorato è stato per noi un onore, perché tutti, soprattutto i più giovani, devono sapere quali opere di altissima tecnologia uscivano da quei cancelli, tutti devono conoscere questa storia”. 

Il 5 marzo 1963. “Io sono un pacifico tecnico finito senza volere nel mondo frenetico, irrazionale e spesso contraddittorio delle competizioni”. Così amava descriversi Carlo Chiti, fondatore dell’Autodelta insieme a Lodovico Chizzola. Era il 5 marzo del 1963, quando a Feletto Umberto frazione di Tavagnacco in provincia di Udine nasceva una piccola azienda, diventata in pochissimo tempo la squadra corse Alfa Romeo più amata al mondo. Dalle sue officine poi trasferitesi a Settimo Milanese nel 1964 in Via Enrico Fermi prendevano forma le Giulia TZ, le TZ2, le mitiche GTA, le 33, le GTV da competizione che hanno dominato i Campionati assoluti Turismo, i Campionati Sport Prototipi e hanno ottenuto risultati eccellenti nei Rally fino alla Formula 1.

Le sue creazioni. Sono patrimonio di Autodelta e, quindi, di Settimo Milanese, lo sviluppo dell’iniezione insieme alla Spica di Livorno, la realizzazione delle prime automobili stradali con motore a benzina, lo studio del concetto di Suv già negli anni Settanta e per ultimo i motori alimentati a gasolio. Senza dimenticare che era un’azienda attenta alla sicurezza dei piloti durante le corse di Formula 1. È sempre dell’Autodelta, poi, il primo esempio di serbatoio antincendio, un progetto talmente valido da interessare la Nasa. Tutto questo accadeva proprio lì, in via Enrico Fermi a Settimo Milanese.

Progettazione a 360 gradi. In realtà l’Autodelta era impegnata in molteplici campi di progettazione: oltre allo studio dei serbatoi di sicurezza realizzati con un particolare materiale che ne impediva le esplosioni in caso di impatto, ha sviluppato l’impianto frenante con due pinze sullo stesso disco e si è dedicata allo studio dell’aerodinamica sottoscocca per migliorare l’efficienza di penetrazione. È stata inoltre, la prima a utilizzare il titanio nelle leve delle sospensioni, introducendo i bracci stampati in alluminio, oggi utilizzati sulle più sofisticate vetture di serie.

Un ventennio di successi. Inoltre, ha sviluppato i motori Alfa Romeo anche in campo nautico, conquistando titoli europei, nazionali e mondiali di velocità, fondo e durata. Risultati tanto più eloquenti perché ottenuti ottimizzando i propulsori di normale produzione. Tuttavia, si è fatta conoscere per l’indiscusso fascino della casa automobilistica con cui fin dall’inizio ha operato e con la quale alla fine della sua vita, dopo un ventennio di successi mondiali, si è fusa: l’Alfa Romeo. Quella dell’Autodelta è stata un’epoca leggendaria, un capitolo che ha segnato profondamente l’Alfa Romeo e il mondo delle corse, pur con qualche occasione perduta.

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