Inghilterra: patria di una delle utilitarie più famose della storia dell’automobile. Parliamo ovviamente della Mini, ma anche della Ford GT40, sportiva capace di trionfare nella 24 Ore di Le Mans. L’idea di mettere insieme due vere leggende - e di farlo letteralmente - risale al 1994, anno in cui è stata realizzata questa "pazza" Mini.
Prodotta da specialisti
Trent'anni or sono, infatti, la GT Developments era già uno dei principali e più apprezzati produttori di accuratissime repliche di GT40. Prima a Manchester e poi a Poole, nel Dorset, era stata avviata un’attività artigianale che poteva godere della presenza nel suo staff di Ken Attwell, ex senior manager della produzione presso lo stabilimento Ford di Swansea, il quale era stato autorizzato a utilizzare gli stampi delle carrozzerie per dare poi vita a vetture complete. Conosciute con il nome di GTD (niente a che vedere con una Golf…), potevano anche vantare l’utilizzo di parti originali Ford e sono attualmente molto quotate, con valutazioni nell’ordine dei 70 mila euro.
Una Clubman con un V8 da 300 CV
La vettura di cui parliamo, però, è un qualcosa di apparentemente molto diverso dalle circa 400 GTD realizzate tra gli anni 80 e 90 e fu commissionata direttamente dal proprietario della GT Developments, Ray Christopher, che evidentemente voleva qualcosa di unico ed esotico con cui stupire gli amici. Il telaio infatti è la stessa fedele replica utilizzata per le GTD, ma adattato per ospitare la carrozzeria di una Mini Clubman del 1979, anche se tagliata nella zona posteriore fino a ottenere un aspetto più simile a quello di un pick-up. Il cassone però non è a disposizione per caricarci la spesa o i mobili per un trasloco, ma è "presidiato" da un V8 Ford small block da 5.0 litri e circa 300 CV, trasmessi alle ruote posteriori da un cambio manuale a 5 marce.
Anima da corsa
Se si pensa che una Clubman pesava meno di 700 kg, e qui di ferro ce n’è decisamente di meno, è evidente che la rossa biposto è parecchio sensibile ai movimenti del piede destro. Per questo è equipaggiata con sospensioni regolabili e un impianto frenante con dischi ventilati, mentre l’abitacolo è protetto da un rollbar a gabbia ed è in tutto e per tutto simile a quello di un’auto da corsa. Lamiere a vista, volante sportivo, cinture di sicurezza a tre punti, il cambio posizionato a destra con i leveraggi sospesi e il tachimetro con fondoscala a 200 miglia - quasi 322 km/h. Gli unici elementi che riportano a una parvenza di normalità sono i sedili di pelle, dalla forma tutt’altro che racing.
All’asta in Inghilterra
Sportivissima invece all’esterno, quasi più larga che lunga grazie ai parafanghi di fibra di vetro che in coda incorniciano un’enorme griglia dalla quale sbucano i due tubi di scarico. Con circa 6.000 miglia sul contachilometri (meno di 10 mila km) e l’equivalente di quasi 20 mila euro di lavori di restauro (cambio completamente ricostruito, nuova pedaliera, nuovi carburatori), questa specialissima Mini è stata messa all’asta a fine marzo, con una stima di 35-40 mila sterline, l'equivalente di 41-47 mila euro circa. Ma è rimasta invenduta.