Una Studebaker nella barchessa - Ruoteclassiche
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02/12/2019 | di Fulvio Zucco
Una Studebaker nella barchessa
Dopo la Commander pubblicata da Ruoteclassiche nel numero dello scorso febbraio, un lettore ci scrive di avere riportato alla luce una Studebaker pure lui: è una Champion Convertible
02/12/2019 | di Fulvio Zucco

Dopo la Commander pubblicata da Ruoteclassiche nel numero dello scorso febbraio, un lettore ci scrive di avere riportato alla luce una Studebaker pure lui: è una Champion Convertible

Abbiamo raccontato mesi fa il ritrovamento e il salvataggio della Studebaker Commander appartenuta alla famiglia Züst e rimasta “addormentata” in garage a Milano per 50 anni. Un fatto straordinario, irripetibile, vien da dire… E invece no. Il nostro lettore Jago Covre ci scrive che si è emozionato leggendo l’articolo perché la stessa cosa, più o meno, è capitata anche a lui. Beh, può capitare di trovare una macchina “dimenticata” in una rimessa, direte voi. Ma se l’auto in questione è la stessa che ammiravate da bambini e giace tuttora nella barchessa della villa dell’antica proprietaria, il tutto assume contorni diversi.

Grazie ai social. Jago è appassionato di auto americane e la sua predilezione arriva dall’infanzia, quando frequentava una delle magnifiche ville venete che si affacciano sul Terraglio, la strada che unisce Venezia a Treviso. Il nonno di un suo compagno di scuola del tempo era un fan della Studebaker e ne aveva diverse, sulle quali i bambini si arrampicavano per fingere di guidare. La preferita di Jago era la cabriolet usata dalla mamma del suo amico, una Champion Regal De Luxe Convertible model year 1948, immatricolata da nuova in Italia. Come spesso accade, i due ragazzini presero poi strade diverse, perdendosi di vista. Tre anni fa, grazie a un noto canale social, Jago ritrova l’amico. La prima domanda è per le auto appartenute alla sua famiglia.

Colpo di fortuna. La risposta non è delle più confortanti, perché il compagno di un tempo non abita più nella villa nobiliare, seppur ne conserva la proprietà. Le macchine, dice, sono state vendute, regalate, demolite… Solo la cabriolet di sua mamma dovrebbe essere ancora là in qualche angolo, se nessuno l’ha portata via. I due si accordano per un sopralluogo e… sì, la Champion è ancora a casa sua, ma in condizioni di totale abbandono: addirittura, sull’abitacolo è stata piazzata una barca… dopo la disperazione iniziale, però, Jago si accorge che il lungo sonno al coperto ha preservato la carrozzeria dalla ruggine profonda; inoltre, non mancano parti importanti della vettura, né di meccanica né dell’interno. La scocca non ha subito urti e, sembra incredibile, in macchina ci sono ancora i documenti, tutti, e i vari libretti e fogli informativi della Casa. Le targhe nere della provincia di Venezia sono lì al loro posto.

Due anni di lavoro. Jago acquista la Studebaker dall’amico e in capo a due anni conclude un restauro integrale da manuale, dopo aver riportato a nuovo ogni dettaglio della macchina. Lo Studebaker National Museum ha fornito tutte le specifiche d’origine dell’auto, che non era nata azzurra come si presentava, ma Tulip Cream P2178 con interni T7296 Leather. Jago ha rispettato l’assoluta conformità all’originale in tutto a eccezione del colore della capote, che avrebbe dovuto essere nera, ma ha preferito in tinta con l’abitacolo. Oggi, dopo le inevitabili peripezie che ogni restauro integrale comporta, può godersi la sua Champion Regal e assicura che non se ne separerà mai.

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