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Vendita record per una Lamborghini Miura P400 S

Sensazionale vendita di una Miura P400 S all’asta di RM Sotheby’s, avvenuta lo scorso 24 ottobre a Londra

Custodita per quarant’anni in un garage nella Foresta Nera e originale come mamma Lamborghini l’ha fatta. La Miura P400 S del 1969 che RM Sotheby’s ha venduto il 24 ottobre all’asta di Kensington, Londra, per la cifra record di 1.248.125 sterline (oltre 1,4 milioni di euro) è considerato uno degli ultimi esemplari esistenti con un alto grado di autenticità. Come riportato dalla casa d’aste, in tanti anni di vita quel gioiello di colore Giallo Flay (telaio numero 4245) ha fatto pochissima strada, 30mila km scarsi.

Massima tracciabilità. Secondo l’ampia documentazione disponibile, la Miura è stata acquistata per la prima volta nel 1971 dal titolare di un’agenzia di pubblicità di Norimberga che l’ha tenuta soltanto tre anni e poi l’ha rivenduta al penultimo proprietario, il gentleman driver Hans-Peter Weber di Friburgo. Quando è mancato lui – nel 2015 – si ritiene che l’auto, con il suo V12 da 3.9 litri (370 CV, progettato da Giotto Bizzarrini) che non mostra alcun segno di restauro, fosse ancora marciante. Una belva realizzata come evoluzione della prima versione, ovvero la Miura P400 nata nel 1966 dalla matita di Marcello Gandini per Bertone, per cui al tempo del suo lancio la casa costruttrice dichiarava 280 km all’ora di velocità massima. Il tutto con freni a disco autoventilanti e sospensioni rinforzate.

Senza la minima sgualcitura. In base alle informazioni di RM Sotheby’s, Weber ha sempre mantenuto la Miura in ottime condizioni e ne riservava l’impiego alle occasioni speciali. Dopo la sua scomparsa, la coupé è stata tenuta in custodia dal fratello Karl nel granaio dove è stata trovata e dove ha passato i suoi ultimi quattro anni di sonno. Anche l’interno è rimasto fermo a mezzo secolo fa, con il Skay Bleu dei sedili in pelle velato solo dalla patina del tempo: le uniche due variazioni sono l’aggiunta di alcuni strumenti di misurazione da competizione e di cinture di sicurezza quattro punti Schroth.

Foto: Peter Singhof/RM Sotheby’s

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