Il mondo dei collezionisti di auto ha un nuovo appuntamento da mettere in calendario. Verona Legend Cars ha infatti chiuso i battenti con un’affluenza che se non è stata da record (20 mila visitatori in tre giorni) è stata sufficiente a far decidere gli organizzatori di riproporla anche in futuro. La prima edizione ha visto la presenza di 300 espositori e di 2000 auto distribuite in cinque grandi padiglioni. All’interno dei quali colpiva la presenza di vetture di grande valore collezionistico e di mercato.
Tra queste alcune di assoluta rarità, come le Bugatti portate dal Museo di Mulhouse o le auto esposte dalle Case automobilistiche presenti ufficialmente alla manifestazione scaligera (Aston Martin, Infiniti, Porsche, Volvo) e dai 30 Club e Registri di marca ai quali l’Asi ha offerto spazio in un padiglione tutto dedicato a loro. Belle auto e prezzi ancora elevati anche tra le vetture in vendita, tra le quali spiccavano diverse Alfa Romeo Montreal e una decina di Ferrari Testarossa, il modello che più di ogni altro ha fatto registrare una impennata delle quotazioni nei primi quattro mesi dell’anno. I prezzi delle auto in generale non scendono ma a quanto pare le vendite stagnano nonostante l’interesse per un investimento in auto d’epoca da parte dei collezionisti sia sempre alto.
Tra le novità introdotte dalla prima edizione di Verona Legend Cars due appuntamenti collaterali. Il primo, nella giornata di sabato, ha coinvolto un centinaio di vetture potenzialmente iscrivibili alla Mille Miglia, che si sono cimentate in un tour sulle strade del Lago di Garda e in numerose prove cronometrate anche nel piazzale della Fiera di Verona; il secondo, nella mattinata di domenica, ha interessato i possessori di Volvo d’epoca.
Noi di Ruoteclassiche abbiamo presentato in anteprima il tour "Dolce vita d'estate", esponenedo nel nostro stand le protagoniste del viaggio che tra fine giugno e i primi di luglio ripercorrerà i luoghi de “La Dolce Vita” di Federico Fellini e quelli dove è stato girato “Il Sorpasso”, altra pellicola cult di quegli anni (il 1962, regia di Dino Risi). Si tratta di due vetture cult che proprio quest'anno festeggiano il 60° anniversario: l'Alfa Romeo Giulietta Spider e la Lancia Aurelia B24. La prima proviene dalla Collezione Quattroruote, la seconda dalla Collezione Lancia. Il tour prenderà il via dalla sede Pininfarina di Torino per arrivare dopo tre giorni a Roma, città eterna e simbolo della Dolce Vita.
Tra gli appuntamenti “istituzionali” invece sono da segnalare le iniziative dell’Asi e dell’Aci che, in due separate conferenze, hanno puntato l’attenzione sui problemi legati prevalentemente alle conseguenze sollevate dalla Legge di Stabilità 2015. Il convegno organizzato dall’Asi, dal titolo “Motorismo storico e prospettive future. La parola ai politici” ha visto la partecipazione del presidente Asi Roberto Loi e di tre senatori di schieramenti differenti (Lodovico Sonego, del Partito Democratico; Anna Bonfrisco di Forza Italia; Paolo Tosato del Gruppo Lega Nord e Autonomie) che insieme all’Asi stanno lavorando per modificare la Legge di Stabilità.
“Questa legge ha avuto certamente risvolti economici negativi. Ma non viviamo solo di economia, anche di ideali. E al popolo non si possono togliere gli ideali. Non ci possiamo permettere di eliminare l’associazionismo” ha detto Loi, che ha continuato: “Non è bello che ci siano Regioni che sottopongono i cittadini ad un tributo mentre altre fanno diversamente. In ogni caso anche nelle regioni dove non è stata applicata la norma abbiamo registrato alcuni problemi. In Piemonte per esempio, dove è stata mantenuta la legge precedente abbiamo perso il 16% di tesserati. Gli appassionati infatti diventano pessimisti, perplessi e non hanno più fiducia nell’automobile d’epoca come bene rifugio. Per questo tendono a sbarazzarsene”.
Improntato alla ricerca di soluzioni chiare l’intervento del presidente dell’Aci: “L’Automobile Club d’Italia sarebbe ben contento di vedere sparire il bollo auto per le vetture realmente storiche” ha detto Angelo Sticchi Damiani, “Servono subito però nuovi strumenti di tutela, anche economica, per la tradizione motoristica del nostro Paese. Le auto storiche non devono essere oggetto di speculazione, perché non si può lucrare sul nostro passato né tantomeno sul nostro futuro. Se non si riduce subito l’esborso per le quattro ruote, si compromette irrimediabilmente il futuro dell’auto. Oltre al contenimento dei costi, il settore delle auto storiche sollecita nuove regole più chiare, semplici e univoche. La lista chiusa di modelli universalmente riconosciuti storici, definita per la prima volta da Aci e già a disposizione di interlocutori pubblici e compagnie di assicurazione, rappresenta un modus operandi oggi perseguibile per distinguere un veicolo vecchio da uno d’epoca. L’esplosione di certificazioni storiche rilasciate negli ultimi anni da chi avrebbe dovuto tutelare il settore ha confuso tutti, a cominciare dal legislatore che è chiamato a trovare nuove soluzioni per ordinare il comparto”.