VW Bus Festival 2023, 70 anni di storia del Bulli - Ruoteclassiche
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29/06/2023 | di Redazione Ruoteclassiche
VW Bus Festival 2023, 70 anni di storia del Bulli
A bordo di un T6.1 California Ocean abbiamo partecipato al colorato raduno di Hannover. Duemila km per ripercorrere la storia del mitico pulmino, dalla Typ 2 all'ID. Buzz
29/06/2023 | di Redazione Ruoteclassiche

Ci sono tipologie di vetture che creano vere passioni, marchi automobilistici che vengono seguiti con un’attenzione quasi maniacale: il fenomeno Volkswagen Bulli, ossia il Transporter, rappresenta, con i suoi oltre settant’anni di storia attraverso sette generazioni, un caso totalmente a sé. Abbiamo partecipato al VW Bus Festival 2023 di Hannover, grande e colorato raduno del modello, con esemplari di ogni epoca e declinazione.

Icona intramontabile. Chiamato inizialmente Typ 2, ma universalmente noto come Bulli, il pullmino Volkswagen fu concepito sotto forma di prototipo nel 1949 (per poi uscire dalle linee produttive un anno dopo) sulla base del Maggiolino; un'icona intramontabile che ha attraversato oltre settant'anni di storia arrivando fino ai giorni nostri, già proiettato al futuro con l’ID. Buzz. Il Transporter, praticamente dalla nascita, è stato impiegato nei modi più svariati: dall’artigiano alla famiglia numerosa, dalla polizia al servizio ambulanze, dai pompieri al commerciante e così via.

Versione camper. La sua derivazione più amata è sicuramente la camperizzazione; la più diffusa per le prime quattro generazioni è principalmente a opera di Westfalia, tanto da assumerne, per noi italiani, il nome distintivo. Anche altre carrozzerie si sono cimentate nell’opera, senza dimenticare poi le tante elaborazioni degli utilizzatori, a volte studiate, ma spesso improvvisate con genuina spontaneità.

Simbolo di un'epoca. Negli anni Sessanta, con il movimento “flower power”, il pulmino assume l'aura di simbolo di libertà, in particolar modo Oltreoceano, in quella California che in seguito darà proprio il nome alle versioni dei Bulli da campeggio. Sette generazioni che vengono distinte dalla T, iniziale di Transporter: il T1, la prima serie, è stato prodotto dal 1950 al 1967 in circa 1,8 milioni di esemplari; caratteristico è il suo parabrezza diviso in due e nella versione Samba, conosciuto anche come 23 finestrini, da tempo raggiunge nella vendita, anche tramite asta, quotazioni importanti.

Arriva la California. La versione T2 è stata prodotta dal 1967 al 1979 (in Brasile fino al 2013) in circa 2,2 milioni di esemplari. Del T3, invece, ultima generazione con motore e trazione posteriore, ne sono stati “sfornati” circa 1,3 milioni di unità dal 1979 al 1992 (in Sudafrica fino al 2003); di questa serie la versione a 4 ruote motrici già da tempo è oggetto di culto. Con il T4, di cui ne sono stati commercializzati due milioni dal 1990 al 2003, passa tutto avanti: motore e trazione: il modello camperizzato Westfalia prende definitivamente il nome di California.

Dal T5 all'elettrico. Con il T5, assemblato dal 2003 al 2015 in circa 2 milioni di esemplari, la versione California viene realizzata dalla stessa casa madre. Arriviamo ora alla contemporanea generazione T6.1 che è stata recentemente affiancata dal Multivan (in pratica il T7) fino alla versione 100% a batterie ID. Buzz.

Al VW Bus Festival 2023. Cosa accomuna tutte queste generazioni di mezzi, quale filosofia li unisce al punto da averli resi un’icona? Forse la risposta è la più semplice: il senso di indipendenza, di libertà. Siamo ad Hannover al VW Bus Festival 2023, e vi siamo giunti, come di dovere, su ruota percorrendo oltre 2.000 km, tra andata e ritorno, su un VW T6.1 California Ocean, che ci ha fatto anche da casa.

Tre giorni di campeggio e festa dentro e attorno alla fiera della città. Qui sono arrivati circa 6.000 mezzi da 35 nazioni, accampati in quello che definiscono il più grande raduno di pulmini Volkswagen mai realizzato. Una macedonia di colori: dai tenui pastello anni Sessanta agli sgargianti arancioni e rossi degli anni Settanta, passando per le seriose tinte blu e grigie dei decenni successivi fino a riprendere, con una circolarità stilistica e cromatica, il passato adottando spesso il bicolore. All’interno della fiera tante le iniziative e intrattenimenti ricreativi, concerti e conferenze. In questa occasione ha avuto anche luogo la presentazione dell’ID. Buzz a passo lungo.

Mezzi di ogni epoca vengono poi esibiti in varie aree della fiera; particolarmente interessante quella che riguarda i 4x4 e una selezione di Bulli scelti tra quelli dei partecipanti. Come fosse poi il nostro Fuori Salone milanese, all’esterno della Fiera lo spettacolo continua rendendo particolarmente accattivante la visita, dominata da una moltitudine di tetti alzati con le caratteristiche tende.

Tante versioni, una filosofia. Tutti assieme, dal T1 al T6.1 con la presenza anche qualche ID. Buzz. Non mancano i pulmini messi in ordine per generazioni, dalla prima serie fino ai nostri giorni, quasi a sottolineare che la filosofia non cambia. E su uno dei mezzi compare la scritta che accomuna la maggior parte dei presenti: “il mio Bulli è la mia casa, il mio ufficio, la mia auto di famiglia, il mio Transporter, il mio camper”. Aggiungerei, per chi ha un cane o un gatto, anche la cuccia!

Paolo Carlini

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