Dopo Nicola Materazzi, la cui intervista è apparsa su Ruoteclassiche di febbraio (il video qui), abbiamo fatto quattro chiacchiere in libertà con Sergio Limone, papà della Lancia 037, ultima vettura a due ruote motrici a vincere un Mondiale Rally, nel 1983. L'ingegnere torinese (classe 1948), però, ha messo lo zampino anche nei sei titoli consecutivi della Delta Gruppo A dal 1987 al 1992 come nei successi delle Alfa Romeo 155 e 156 nei campionati Turismo degli anni Novanta.
Lo abbiamo incontrato nel sale del centro documentazione del Museo Nazionale dell'Automobile di Torino, a due passi dalla maquette in scala di un protipo Lancia, di fronte al quale confessa subito uno dei più grandi amori della sua vita: "Il marchio di Chivasso è quello che ho più nel cuore. Nella sua storia ci sono innovazione tecnologica e raffinatezza tecnica: tutto ciò è entusiasmante per un progettista".
L'auto alla quale si sente più legato? "La lancia 037. Fu il primo incarico davvero imnportante. Io a quei tempi dipendevo da Colucci, il direttore tecnico, che diede le dimissioni dopo un clamoroso litigio con l'ingegner Lampredi. Immaginatemi a 32 anni, con sede vacante, a dover portare avanti un progetto ambizioso e importante come quello della Lancia Rally, la prima Gruppo B di Chivasso".
L'intervista fa parte di un ciclo di incontri con i grandi progettisti italiani; sei in tutto quelli previsti nel corso dell'anno, distanziati da un piao di numeri l'uno dall'altro (quattro pagine di Ruoteclassiche per ciascuno, più un video esclusivo di una decina di minuti).