Autobianchi Bianchina: una piccola fuoriserie (di serie) - Ruoteclassiche
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22/03/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla
Autobianchi Bianchina: una piccola fuoriserie (di serie)
L'Autobianchi Bianchina: la storia piccola utilitaria elegante, oltre le sventure di Fantozzi...
22/03/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla

Piccola, elegante e sbarazzina. Guidata con charme da Audrey Hepburn, e protagonista delle avventure tragicomiche di Fantozzi, la Bianchina resta memorabile per la sua simpatia.

Autobianchi Bianchina. Scommetto che la prima immagine che vi viene in mente è quella della sventurata vettura del Ragionier Ugo Fantozzi. Il cinema italiano ha forse calcato la mano distorcendo un po’ l’identità di questo modello, facendolo passare come “sfigato”, ma non era affatto così... L’Autobianchi Bianchina nasce come vetturetta da città, piccola quindi, ma anche chic. Agile nel traffico, con le sue tinte bicolore e i fregi cromati, negli anni del boom non sfigurava certo davanti ai negozi più rinomati e i locali più in voga. Diffusa tra le signore della società “bene”, era apprezzata anche dai giovani viveur che si concedevano la loro prima “fuoriserie prodotta in serie”. Almeno nell’attesa di poter guidare vetture ben più potenti e costose… La Bianchina era la scelta giusta per chi voleva far sfoggio di uno stile allegro ed elegante senza spendere cifre esagerate.

Apripista. L’Autobianchi Bianchina è il primo modello dell’Autobianchi, società nata ad hoc nel gennaio del 1955 per consolidare l’asse industriale Torino-Milano. Riunisce con un capitale iniziale di tre milioni di Lire la Fiat, la Bianchi e la Pirelli sotto l’egida di un unico marchio. Fiat forniva il motore e la meccanica, mentre Autobianchi produceva le scocche e curava l’assemblaggio. La sua presentazione ufficiale è datata 16 settembre 1957, la “Bianchina Trasformabile” presentata Museo della Scienza e della Tecnica di Milano viene accolta subito con grande clamore. Si trattava di una piccola tre volumi con un ampio tetto apribile in tela e i montanti laterali fissi (la stessa soluzione adottata sulla “Nuova 500”, presentata 2 mesi prima), sfoggiava cromature e verniciature bicolore che sottolineavano la sua indole raffinata, proprio come le fuoriserie più ambite.

Piccola ed elegante. La Bianchina nasce sul pianale della Fiat 500, ma lo stile viene assegnato al reparto “Carrozzerie Speciali” Fiat e per questo può considerarsi a tutti gli effetti una fuoriserie di serie… La nuova vetturetta venne progettata da Dante Giacosa su disegno di Fabio Rapi. Prodotta a Desio è più elegante e meglio rifinita della cugina torinese. L’impianto di riscaldamento è più efficace, non che ce ne volesse molto… e anche la lista degli accessori rimarca le velleità più borghesi dell'Autobianchi Bianchina. Troviamo optionals come il servoclacson (l’anello cromato sul volante), posacenere cromato, due tipologie di specchietti retrovisore (tondo e trapezoidale), portapacchi cromato, tendalino, e un fregio cromato a forma di aeroplano per il cofano, un elemento molto in voga tra le “special” dell’epoca.

Mobbing. Nonostante il prezzo fissato in 595 mila Lire, quasi il 20% in più della Fiat 500, l'Autobianchi Bianchina conobbe un grande successo nei primi mesi della commercializzazione: la rateizzazione in 30 mensilità proposte dalla SAVA (FCA Bank) e tempi di consegna inferiori a quelli della 500, rischiarono di mettere in secondo piano l’utilitaria torinese. E questo, ovviamente a Fiat non andava a genio… Da una parte a Mirafori aggiornano costantemente la 500, seguendo un po’ l’esempio della Bianchina, dall’altra ritardano la fornitura della meccanica aggiornata. L’ostruzionismo operato dalla Fiat causò un forte calo delle vendite: se nel 1959 la Bianchina veniva prodotta in 13 mila esemplari, nel 1961 si giunse a soli 2500.

Le Bianchina. Della Autobianchi Bianchina Trasformabile “110B", il primo modello vennero prodotte 36 mila unità, dal 1957 al ’62. Dal 1960 la gamma si amplia con la Quattro posti, soprannominata “Televisore” per via del suo caratteristico lunotto (quella usata da Paolo Villaggio in “Fantozzi”); la Panoramica, una pratica familiare con il passo allungato e il motore a sogliola; la Cabriolet”, una piccola spider con capote interamente in tela. La Bianchina Panoramica si rivela un vero successo commerciale: 175.000 esemplari. La Bianchina viene prodotta complessivamente tra il 1957 e il ‘70 in oltre 300.000 esemplari. Della Bianchina venne realizzata anche la variante da trasporto, "Furgoncino". Un risultato molto positivo per la piccola fuoriserie ma ben lontano dagli oltre 5 milioni della cugina Fiat 500.

Riviera style. La relativa rarità della Bianchina oggi rende questo modello particolarmente apprezzato dai collezionisti, in particolare le “Trasformabile”. L’Autobianchi Bianchina è stata venduta anche negli Stati Uniti, dove con i suoi fanaloni maggiorati e le delicate pinne di coda era considerata come uno strano oggettino semovente per i benestanti più eccentrici: anche Oltreoceano imitavano i divi del cinema che si godevano la villeggiatura in Riviera. Da Saint Tropez a Nizza; Portofino, Forte dei Marmi e la Costiera Amalfitana, tutte location d’elezione per la piccola fuoriserie, dove le socialites più eleganti sfilavano al volante delle varie Bianchina Trasformabile e Cabriolet. Del resto, anche la bellissima Audrey Hepburn in “Come rubare un milione di dollari” gironzolava per Parigi con un’Autobianchi Bianchina Cabriolet. Classe d’altri tempi.

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