La Opel Speedster è stata uno dei modelli più interessanti della casa di Rüsselsheim. Essenziale ed estrema, questa piccola roadster è stata prodotta, dal 2001 al 2005, in collaborazione con la Lotus: la sua forte vocazione sportiva e il layout tecnico, tradivano chiaramente la parentela con la Elise. Kurt Hesse, un appassionato del modello, ci racconta del suo amore per la Speedster, un'auto da riscoprire e tutta godere.
A volte, le case automobilistiche decidono di “sviare” dai canoni abituali del marchio e ciò non sempre è un male, anzi. Opel, per esempio, ha una solida reputazione nella produzione di auto da famiglia ma, ha dimostrato (più volte) di saper mettere a punto auto emozionanti nello stile e nelle prestazioni. La Opel Speedster è una di queste.
Per comprendere al meglio la sua genesi dobbiamo fare un salto nel passato: all’alba del Terzo Millennio, il segmento delle roadster sportive, capeggiato dalla Lotus Elise, aveva conosciuto il suo apice. La gamma Opel era composta da modelli piuttosto compassati e globalmente lontani dai desiderata dei guidatori più esigenti. Perciò il gruppo GM decise che la Casa di Rüsselsheim, il suo “braccio armato” europeo, avrebbe potuto ritagliarsi un posticino in quel mercato di nicchia, aggiungendo una nota di colore nel ventaglio dell'offerta. Sarebbe stata una spider, la Speedster, il biglietto da visita per entrare nel novero delle sportive, quelle creature meccaniche nate per esaltare i sensi di chi le guida.
L’unione fa la Speedster. Il progetto venne definito nel 1998, capeggiato da Doris Berhardt e dal team di ingegneri che collaborò con i colleghi di Ethel della Lotus. In passato, i due marchi avevano dato vita alla straordinaria Opel-Lotus Omega (venduta anche col nome Carlton) e il grande clamore suscitato dalla showcar Opel Speedster, realizzato su base Lotus Elise presentata al Salone di Ginevra del 1999, convinse le due Case a cooperare nuovamente per la realizzazione del modello di serie. Dopo due anni di sviluppo, la Speedster entrò in produzione nel 2001.
Ogni vettura era realizzata in modo semiartigianale, del resto la Speedster non sarebbe stata un'auto “di massa”, ma un prodotto speciale, dedicato ai puristi disposti a sacrificare ogni comfort in cambio di un’esperienza di guida intensa ed autentica. Tra loro, anche Kurt Hesse grande appassionato ed esperto del modello.
Ritorno di fiamma. Per Kurt Hesse, la liaison con la Speedster è iniziata quando lavorava alla Opel e notò alcuni veicoli danneggiati nelle aree di collaudo dell’azienda. "Allora, ai dipendenti era data l'opportunità di acquistare quelle auto a condizioni vantaggiose". Così, Kurt decise di trascorrere il suo tempo libero lavorando al ripristino completo di una di queste. “Ho scoperto la Speedster nel maggio del 2004 e da allora sono completamente ossessionato da lei". Oggi Hesse è un costruttore di telai sportivi ed è tra i principali esperti del modello. La sua formazione tecnica ha radici lontane: iniziò a lavorare alla Opel nel 1971, come operaio nel reparto carrozzeria ed è così che è rimasto fidelizzato alla Casa del fulmine. La Speedster gli ricordava il “suo primo amore”. Racconta Hesse: "La Opel GT fu la mia prima auto in assoluto" e spiega come la sua fervente passione per le sportive si sia accesa durante l'adolescenza. Poi, da marito e padre, ha guidato solo modelli adatti alle “mansioni familiari”. Almeno, è stato così fino a quando la Opel Speedster non ha risvegliato il suo amore assopito.
User friendly. Nel 2005, Hesse ha raggiunto la sua indipendenza finanziaria e questo gli consente oggi di dedicarsi a diversi hobby, ma quello che lo appassiona di più è sempre il restauro delle Opel Speedster. Con la rinnovata disponibilità economica, ha raccolto diligentemente ricambi originali e accessori per aggiornare le sue vetture, diventando così uno tra i più preparati conoscitori del modello.
Dopo i primi giri di cacciavite, Kurt realizzò che la Speedster non era solo divertente da guidare, ma era anche un piacere lavorarci su: "L'auto è stata progettata in modo così semplice e intelligente che sono riuscito, immediatamente, a smontare e rimontare le varie parti, senza dover chiedere aiuto a nessuno." Ultimati i primi lavori di ripristino, Hesse capì che la Opel Speedster aveva un grande potenziale: c’era ancora margine per migliorare le (già ottime) prestazioni e personalizzare l’estetica, un capolavoro dello stile minimal, rendendola persino più grintosa con lievi accenti "racing".
Per i puristi. La Speedster è stata considerata sin da subito come la più emozionale tra le sportive prodotte dalla Casa tedesca. Nominata "Cabrio del 2000", la sportiva Opel attirò un manipolo di fedelissimi appassionati, e proprio loro hanno sviluppato e prodotto con zelo anche kit di potenziamento e accessori dedicati, come freni più performanti, parti del telaio e ancora alzacristalli, pomelli del cambi e interruttori “da corsa” a levetta, tutti dal design personalizzato.
Hesse sorride e mostra un volante speciale come prova: “Può essere installato e rimosso con il semplice movimento del polso. L'ha fatto un mio amico." Il volante sportivo oltre ad accentuare le velleità dell'affilata due posti, si rivela anche più pratico rispetto a quello di serie. La rimozione del volante rende più facile l’accesso, altrimenti complicato, vista l’altezza ridottissima e la posizione di guida quasi distesa.
Alla frusta. La sua Opel Speedster ha subito alcuni upgrade, a partire da un motore con 280 cavalli e altre leggere modifiche tecniche, che non hanno snaturato l’identità e la purezza dell’auto.
Hesse, ha 64 anni ma quando entra, o meglio, scivola nell’angusto cockpit della Speedster, i suoi occhi si illuminano come quelli di un bambino la mattina di Natale. Da buon tedesco, Kurt è un frequentatore del Lago di Garda e con la sua Speedster ha scorrazzato in lungo e in largo sulla spettacolare Strada della Forra. “Quella strada è brivido puro", dichiara soddisfatto. A pochi centimetri dal suolo, il naso del guidatore è così vicino alla strada che si può letteralmente annusare l'asfalto. Intanto il suono del motore rimbomba nelle orecchie e poi c’è quella sensazione di formicolio nello stomaco, tanto cara a chi ama guidare sul serio, che si prova quando la piccola spider vola tra le curve che si attorcigliano a ridosso del Lago: è questo l’habitat naturale della Opel Speedster. “Un’auto da godere con tutti i sensi” aggiunge Kurt.
Hesse possiede tre esemplari. Uno di questi, nell'edizione limitata "Scorpions" è da sistemare. "Il telaio è in cattive condizioni. Ha un bell’aspetto solo vista da dietro”, riassume. La rimetterà a posto, promette: "Se ho fatto rivivere altre Speedster in passato, questa non farà eccezione".
Instant classic. Durante i quattro anni di produzione, solo 7.207 Opel Speedster sono usciti dalle linee di produzione. "Una delle idee più folli che Opel abbia mai avuto”. Ma Hesse non fa segreto del fatto che ama assolutamente le cose che deviano dalla norma.
Che la Opel Speedster potesse diventare un'auto da collezione era chiaro sin da subito, ma soltanto i modelli turbo da due litri, prodotti con i marchi Opel e Vauxhall a partire dal 2003, godono delle quotazioni più elevate. Il motore da 200 cv, disponibile anche sulla coeva Opel Astra “G” OPC, si sposava perfettamente con le caratteristiche della vettura, tanto che il precedente 2,2 litri Ecotec da 147 CV, è durato dalla sera alla mattina, come si suol dire.
La velocità non è tutto. Il motore turbo si prestava molto bene per il tuning: "Poteva arrivare fino a 350 cv” afferma Hesse, ma la sua fronte di corruga: "Personalmente, non lo consiglio. Il compatto telaio in alluminio limita il peso a 930 kg, ma l’assetto, molto rigido, a fronte di una potenza troppo elevata rischierebbe di compromettere la stabilità " dice Hesse e aggiunge: “La Opel Speedster non dovrebbe essere modificata con l'obiettivo di raggiungere la massima velocità". La Speedster che Hesse guida ogni giorno, infatti, ha “solo” 280 cv. Kurt prosegue: "Ho modificato e montato io stesso il telaio e le componenti aggiuntive per il motore, ma ho lasciato fare la modifica della centralina a un esperto." E anche se a volte viene superato da auto più veloci sulle mitiche Autobahn tedesche, non gli importa. "Su una strada con curve strette, nessun’auto può raggiungermi. La mia Speedster è scattante come una moto!"