La prima generazione della Ford Granada uscì di scena nel 1977, sostituita poco dopo dalla seconda serie. L’aggiornamento riguardò principalmente l’estetica della vettura, che sotto pelle rimase simile al modello d’origine. Intanto, già dal 1976, la produzione del modello venne affidata allo stabilimento di Colonia, in Germania. Con la seconda generazione la “Granada connection” si allarga, toccando persino la Corea del Sud, dove la grande berlina Ford venne prodotta dalla Hyundai.
La Ford Granada Mark II era essenzialmente un redesign del modello precedente, datato 1972. Gli interventi riguardarono in primo luogo i lamierati esterni: la carrozzeria proponeva il nuovo linguaggio stilistico dei modelli Ford per l’Europa, un family feeling tracciato dal designer Uwe Bahnsen. La seconda serie della Ford Granada si riallacciava così ai canoni introdotti nel 1976 con la Taunus (venduta come Ford Cortina Mk IV sul mercato britannico) e sulla prima generazione della Fiesta. Sulla station wagon, indicata come Turnier, la pannellatura posteriore rimase pressoché invariata a parte alcuni piccoli dettagli. Se nel complesso la linea risultava più asciutta e semplificata rispetto al passato, la grande berlina di Casa Ford ne guadagnò in termini di eleganza e dinamismo.
Fedele alle origini. La base tecnica della seconda serie della Ford Granada non si discostava da quella originaria. Le maggiori differenze riguardavano i motori V6: tutti della famiglia "Cologne" e declinati nelle cilindrate 2.0, 2.3, e 2.8 litri. Quest’ultima sostituiva la precedente unità "Essex" da 3,0 litri. La nuova 2,8 litri, al vertice della gamma, poteva essere dotata di impianto di alimentazione a iniezione in luogo del carburatore. Intanto, fra le dotazioni a richiesta rientrava anche l'aria condizionata. Il modello coupé venne discontinuato con l’uscita di scena della prima serie, ma in alcuni mercati, come quello tedesco, restava a listino la variante berlina a due porte.
Le motorizzazioni. I modelli top di gamma, equipaggiati con il 2.8 a iniezione, erogavano 160 CV ed erano disponibili nell’allestimento "S". La dotazione riprendeva quello dei modelli “L” ma con sospensioni aggiornate, cerchi in lega, pneumatici TRX e fari fendinebbia. In alternativa vi erano il completo allestimento GL o il più lussuoso Ghia. Nel 1979, la "iS" e la "iGL" furono sostituite da un'unica versione indicata come Ford Granada 2.8i GLS. Oggi i primi modelli a iniezione sono particolarmente rari.
Una piccola percentuale di Ford Granada venne proposta con motorizzazioni diesel della famiglia Indenor (sussidiaria della Peugeot) a quattro cilindri, con cilindrate che sono progressivamente cresciute da 1,9, a 2,5 litri. Inizialmente, i motori diesel equipaggiarono soltanto la berlina a quattro porte. Il motore più piccolo, da 1,9 litri, risultò ben presto sottodimensionato e dopo soli due anni, nel 1979, venne rimpiazzato dal 2,1 litri che equipaggiava la Granada GLD. Nel 1982, debuttava il più adeguato 2,5 litri a gasolio: questa volta anche in abbinamento alla carrozzeria station wagon.
Una vera bestseller. Le modifiche del 1980 si limitarono a nuovi colori e nuovi sedili. La Ford Granada fu una vera bestseller nel Regno Unito, con il picco delle vendite venne raggiunto nel 1979: la Granada arrivò in settima posizione nella classifica delle auto più vendute, con oltre 50.000 unità commercializzate. Un successo che la vide nella top ten dei modelli più apprezzati già nel 1978 e poi nel 1982. Durante l’intera produzione, in Gran Bretagna, la Ford Granada rimase l'auto più apprezzata del suo segmento nonostante la forte concorrenza di auto come la Leyland Princess, la Vauxhall Carlton (la variante inglese della Opel Rekord E) e l’affascinante Rover SD1.
Facelift. La Ford Granada ricevette un leggero lifting nel settembre 1981. A livello stilistico le modifiche riguardarono i paraurti più grandi e avvolgenti, la griglia a tre barre in tinta con la carrozzeria (in luogo di quella nera a listelli più sottili), la plancia rivisitata, la fanaleria posteriore ridisegnata e i sedili di nuovo disegno che migliorarono il comfort di bordo. La berlina a due porte uscì di produzione.
Altre migliorie riguardarono la meccanica: il cambio, la frizione e i freni furono rivisti, così come la geometria della sospensione posteriore e le molle posteriori a smorzamento variabile, standard per tutta la gamma. Nell'Europa continentale il motore V4 da 1,7 litri veniva sostituito dal più moderno motore della Ford Pinto americana con cilindrata di 1,6 litri. Nel Regno Unito, il modello di accesso era il 2 litri quattro cilindri.
Gradisce lo sport. La Gamma Granada si completava con un modello dall'allestimento ancora più sportivo: la Granada 2.8 Injection. Erede del modello “S”, si distingueva per i cerchi in lega bianchi con pneumatici Michelin TRX, sospensioni più rigide, sedili Recaro, spoiler sul cofano anteriore e sul bagagliaio, paraurti in tinta, fari anteriori e finiture brunite. Il motore era senore il 2,8 litri a iniezione, leggermente depotenziato a 150 CV. Verso la fine della sua produzione, sul mercato britannico debuttarono le Granada 2.0 e 2.3 nell’allestimento LX berlina: versioni entry level con una dotazione leggermente più completa rispetto ai modelli base “L”. L'allestimento GL venne offerto per un breve periodo anche sulle Granada 2.0, mentre la versione Ghia poteva essere abbinata al motore a gasolio soltanto con l'introduzione della 2.5 D Ghia (1982).
Modelli speciali. Nel Regno Unito, considerato il successo riscosso dalla Granada, il marketing decise di elevare ancora il posizionamento della berlina con un allestimento ancora più lussoso: la Ghia X, successivamente commercializzata come "Ford Granada Ghia X Executive". Questa versione si caratterizzava per la ricca dotazione comprensiva di accessori di lusso come un interno in pelle Connolly di alta qualità, il tetto apribile e inclinabile elettricamente, lo sblocco elettrico del bagagliaio (sulle berline), ma anche la regolazione elettrica dei sedili, i sedili riscaldati, il computer di bordo e l'aria condizionata. Dotazioni che ponevano la Granada Ghia X al di sopra della maggior parte delle altre auto del segmento executive dei primi anni '80, a parità di costo.
Per i tassisti era disponibile la Ford Granada "Taxi", verniciata solo in nero e dotata di un "bottone antipanico" a pedale nel vano piedi del guidatore per azionare il sistema di allarme. La gamma ricalcava gli stessi livelli di allestimento della berlina, compresa la Ghia X, che però non venne replicata in variante station wagon come “Ghia X Executive”.
Granada d’oriente. In Corea del Sud, la Ford subappaltò l'assemblaggio della Granada alla Hyundai Motor Company, dove è stata venduta dall'ottobre 1978 al 1986, quando lasciò il posto alla locale Hyundai Grandeur e alle Ford europee, più piccole, come la Sierra e la Escort. La produzione in Estremo Oriente terminò nel dicembre del 1985 con 4.743 vetture all’attivo. L'auto era prodotta con il motore V6 da due litri, equipaggiato con un carburatore Solex a doppio corpo. Dopo il 1980, l’offerta includeva anche il più economico due litri a quattro cilindri. La Granada competeva con la Saehan Rekord (Opel), così come la Peugeot 604, importata dalla Kia Motors. Il sodalizio tra Ford e Hyundai venne funestato dalla morte di Chung Mong-Pil, il figlio maggiore del fondatore della Hyundai, che perì in un incidente stradale proprio a bordo di una Ford Granada.
Passaggio di consegne. In Europa, la seconda generazione della Ford Granada rimase in produzione fino al 1985. Nel Vecchio Continente la berlina Ford si configurò come un’alternativa alle vetture più blasonate: spiccava per l’ottimo rapporto qualità prezzo, una gamma molto completa e la possibilità di montare accessori che in quegli anni erano appannaggio di modelli di classe superiore.
Nel Regno Unito, vi fu addirittura un terzo modello indicato come Granada: si trattava della stessa vettura d’alta gamma che nel resto d’Europa venne venduta come Ford Scorpio. Ma questa è un’altra storia.
Punti di vista. In Italia, tuttavia, le Ford Granada non ebbero lo stesso successo: erano auto di grandi dimensioni pensate per offrire il meglio di sé con i motori di cilindrata superiore ai due litri. Nel Bel Paese, con la supertassa sulle cubature superiori ai 2.000 cc, questa grande berlina non fece breccia. Anche la linea, elegante ma poco personale, limitò l’interesse dell’esigente clientela italiana. Questa preferì puntare sulla produzione automobilistica nazionale, più moderna sotto tutti i punti di vista oppure optò per il salto di qualità con le note e imperturbabili berline tedesche.