Effeffe "Berlinetta", gioiellino fatto in casa - Ruoteclassiche
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30/06/2014 | di Redazione Ruoteclassiche
Effeffe “Berlinetta”, gioiellino fatto in casa
Costruire una fuoriserie come si faceva negli anni 50 e 60, coinvolgendo gli artigiani più bravi e montando come motore il leggendario bialbero dell'Alfa Romeo "2000". Ci hanno provato, con ottimi risultati, due fratelli brianzoli.
30/06/2014 | di Redazione Ruoteclassiche

Costruire una fuoriserie come si faceva negli anni 50 e 60, coinvolgendo gli artigiani più bravi e montando come motore il leggendario bialbero dell'Alfa Romeo "2000". Ci hanno provato, con ottimi risultati, due fratelli brianzoli.

Un ritorno indietro nel tempo, la Effeffe “Berlinetta”. Alle auto “fatte in cantina”, dal telaio fino alla messa a punto finale. L'idea dei fratelli Frigerio, brianzoli con una passione smisurata per le corse con le auto storiche, è tutta qui. Se ci pensate, è anche semplice: coinvolgere i più bravi artigiani ancora rimasti in attività e dare ad ognuno un compito ben preciso. C'è chi ha battuto a mano tutta la carrozzeria, in alluminio. Chi ha sviluppato e saldato il telaio – con l'aiuto del sistema Cad/Cam – chi si è occupato degli interni, cuciti a mano in pelle e cuoio da Matteograssi, azienda leader nella produzione di arredamento contemporaneo.

Il tutto, seguendo un fil rouge ben preciso: realizzare un'auto che potesse accompagnare il fortunato proprietario in un'elegante serata a teatro oppure calcare i circuiti più impegnativi. Con la stessa nonchalance. Proprio come succedeva negli anni 50 e 60, quando si correva con le auto di tutti i giorni. Ciò non significa che sottopelle ci sia poca tecnica: il telaio è tubolare. Le sospensioni anteriori sono del tipo a parallelogramma articolato, quelle posteriori vantano ponte rigido con parallelogramma di Watt: entrambe hanno molla e ammortizzatori coassiali regolabili nell'attacco al telaio. Ci troviamo, in pratica, di fronte alla meccanica di un'Alfa Romeo da corsa dei bei tempi e, in effetti, è proprio così: in Inghilterra, ci confessa Leonardo Frigerio, si trovano quasi tutti i pezzi necessari.

Del Biscione è anche il cuore, il leggendario bialbero dell'Alfa “2000” in grado di tirar fuori ben 170 CV. Niente servosterzo, niente servofreno, figuriamoci l'ABS, trazione naturalmente posteriore. Unica concessione alla modernità, quattro dischi per l'impianto frenante. Dopo la passerella del Concorso d'Eleganza di Villa d'Este (“ci siamo iscritti quasi per gioco, quando ci hanno accettato non ci potevamo credere”, confessa Leonardo) la effeffe “Berlinetta” è pronta per la produzione in piccola serie. L'idea è quella di fabbricarne una ventina di esemplari l'anno e di venderli in tutto il mondo a 280.000 euro, tasse ed eventuali personalizzazioni escluse. Nel prezzo, consegna con corso di guida a Monza dove, assistiti da un collaudatore, si potranno esplorare le infinite regolazioni del telaio. Se non è passione questa...

Andrea Rapelli

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