Le berline con motore 2.0 sono state, per anni, l’architrave delle vendite di medio-alto livello sul mercato italiano, complice la ben nota imposizione fiscale che colpiva le cilindrate superiori. Per garantire prestazioni robuste rimanendo entro la soglia dei “2 litri”, la soluzione più efficace era aggiungere un turbo e l’Alfa Romeo 164, presentata nel 1987 - e ultima arrivata del “quartetto delle meraviglie” che comprendeva anche Lancia Thema, Saab 9000 e Fiat Croma - scelse due strade differenti tra loro per indole ed erogazione.
Un turbo grintoso. La prima delle due a essere introdotta sul mercato, nel 1988, fu la Turbo equipaggiata con il 4 cilindri, già utilizzato sulla Thema Turbo i.e., che qui guadagnava una decina di CV, arrivando a 175, grazie a un overboost a doppio stadio, perdendo però i contralberi di equilibratura. Al cliente Alfa qualche vibrazione in più poteva non arrecare troppo fastidio se, in cambio, ci si guadagnava in prestazioni. E la 164 Turbo non tradiva le aspettative, con uno 0 a 100 in 7,2 secondi e 225 km/h di velocità massima, raggiunta con una bella verve. I tester di Quattroruote, infatti, al tempo notarono gli strappi violenti che la trazione anteriore trasmetteva al volante. Testualmente: “Il comando risente molto le reazioni provocate dalla coppia trasmessa alle ruote anteriori soprattutto quando non allineate”.
Nel 1991 arriva il V6 turbo. Insomma, tutt’altro che mansueta, grazie anche alla maggiore validità del telaio, rinforzato rispetto alle sorelle di progetto e a una taratura specifica delle sospensioni, capace di trasmettere quella sportività che la tradizione del marchio imponeva anche nel momento della sofferta rinuncia alla trazione posteriore. Nel processo di ampliamento della gamma, Alfa Romeo introdusse successivamente, nel 1991, un’altra motorizzazione sovralimentata, ovvero la V6 Turbo, basata sulla versione di 3.0 litri atmosferica del “Busso” della 164 3.0, con cilindrata ridotta a 2.0 litri e l’aggiunta di un turbocompressore completo di intercooler.
La prima V6 turbo è rara. La potenza dichiarata era di 207 CV e, con queste credenziali la berlina di Arese poteva raggiungere i 240 km/h, al livello delle più prestigiose e costose concorrenti tedesche, pur pagando leggermente dazio, rispetto alla sorella turbo a 4 cilindri nello 0-100, per il quale si impiegavano 7,7 secondi. Le versioni successive, tra catalizzatori e turbine leggermente più piccole, perderanno un po' di brio, ma proseguiranno comunque fino all’uscita di produzione della 164 nel 1997. Dal punto di vista collezionistico, entrambe sono meno quotate rispetto alle 3.0 V6, ma a livello di rarità, con praticamente un solo anno di produzione - l’allestimento Super arriva nel 1992 - i primi esemplari della V6 Turbo vincono a mani basse.
Scelta varia. Le 164 turbobenzina, a quattro cilindri, comunque, si possono trovare, rispettivamente in buone oppure ottime condizioni, sui 6.700 e sui dieci mila euro, mentre per la V6 le quotazioni sono le seguenti: otto mila e dodici mila euro per i primi esemplari, e sette mila o 10.500 per le successive Super. In ogni caso, una buona occasione per entrare in possesso di un’ammiraglia decisamente sportiva che ha acquisito ancora più fascino con il passare degli anni.