Finali Mondiali Ferrari: in pista anche la F2004 di Schumi - Ruoteclassiche
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20/10/2024 | di Andrea Stassano
Finali Mondiali Ferrari: in pista anche la F2004 di Schumi
Con F1 Clienti sul tracciato del Santerno hanno girato 15 monoposto da metà anni 90, tra cui l'iridata che vinse qui 20 anni fa col campione tedesco
20/10/2024 | di Andrea Stassano

All’autodromo di Imola, in occasione delle Finali Mondiali Ferrari, è stato possibile ammirare in pista anche monoposto d’epoca, che hanno fatto la storia del Cavallino. “Single-seater”, il massimo per ogni cultore della guida, portate in pista dai loro facoltosi (e bravi) proprietari, iscritti al programma F1 Clienti. Quindici le monoposte presenti, tra cui: 412 T1 (ex Alesi, 1994), F300 (Irvine, ’98), F2000 (Barrichello, 2000), F2003-GA (Michael Schumacher, 2003) e la F2004, che vinse qui 20 anni fa il G.P. di San Marino con Schumi. Di questo club super esclusivo abbiamo parlato con Federica Santoro, responsabile dei Programmi XX e Monoposto heritage. Originaria di Cantù (Como), classe 1979, Federica è entrata al Cavallino nel 2003.

Ventuno anni di attività. “Il programma F1 Clienti”, spiega Santoro, “nasce nel 2003 dall’idea di portare in pista i telai Ferrari che hanno fatto la storia della F.1 e di creare un rapporto diretto con quegli appassionati clienti, che ci seguono ovunque nel mondo”.

Qual è il limite temporale delle monoposto di cui vi occupate?
Gestiamo quelle dal 1970 al 2018: quelle precedenti sono in carico al Ferrari Classiche. Qui abbiamo 15 F.1, ma il nostro bacino medio è di 5-6 monoposto per evento. Nel nostro “storage” in sede, sono esposte invece una trentina di auto. Le più attive e richieste sono quelle del periodo 2000-07”.

Vetture già molto complesse da gestire…
“Sì, infatti il nostro Technical coordinator ha un’esperienza in F.1 e anche il team di meccanici e ingegneri proviene dalla Scuderia. Quando portiamo in pista 15 F.1 di età diverse, ciò comporta tutto un mondo di ricambi, know-how, di gestione elettronica, tanto che ogni monoposto ha il suo computer specifico. Le parti di ricambio? Abbiamo un archivio di tutto ciò che riguarda le vetture poi, ovvio, i tempi di fornitura dei pezzi si allungano se si tratta di auto più antiche”.

In quanti vi muovete per l’assistenza?
“Qui a Imola siamo più di 100 persone, perché abbiamo anche 50 modelli ‘XX’: comunque il team F.1 supera le 50 unità, poiché per ogni monoposto servono almeno otto figure. Poi le vetture più nuove, quelle del 2017, turbo-ibride, comportano anche i tecnici elettronici, e si può arrivare a 15 persone”.

Il costo per ogni evento?
“Per noi c’è un ‘entry-fee’, che è flat per tutti gli appuntamenti, così il cliente può andare ovunque. Per quelli europei si parla di 20-25.000 euro per la partecipazione, poi per quanto riguarda i programmi dipende dai costi di manutenzione, che possono variare anche tanto da auto ad auto, di età diverse. Inoltre, c’è il trasporto,che dipende dalla distanza: nel caso degli extracontinentali la spesa è sui 30 mila euro, inclusa l’assicurazione, mentre per gli eventi europei, via terra, il costo è molto inferiore. Le vetture le custodiamo noi a Maranello, anche perché quando un cliente si iscrive a un evento la monoposto dev’essere controllata, manutenzionata e collaudata dai nostri tester. Da dove vengono i nostri clienti? Abbiamo un gruppo importante di giapponesi, poi ci sono americani e, sì, qualche italiano”.

Quali sono i vostri collaudatori che assistono i proprietari?
“Abbiamo Olivier Beretta, Andrea Bertolini, che ha collaudato tutti quei telai, e poi Marc Gené, molto abile nella guida quanto nel rapporto col cliente”.

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