Dalla Fiat Panda alla Lancia Flaminia, dall’auto di tutti i giorni alla vettura da cerimonia per eccellenza: un segnale visivo verso l’incarico più prestigioso del Paese che il nuovo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto rimarcare anche nei simboli, rispolverando per l’occasione del giuramento la Flaminia Cabriolet-Landaulette carrozzata da Pininfarina nel 1961.
Realizzata sull’autotelaio della Flaminia berlina a passo allungato, quella utilizzata oggi da Sergio Mattarella è una delle quattro Cabriolet-Landaulette costruite dal carrozziere torinese per il Quirinale. Come tradizione per le auto da parata Pininfarina diede ad ognuna di esse un nome proprio: Belfiore, Belmonte, Belvedere e Belsito. Di queste sono sopravvissute nel garage presidenziale solo Belvedere e Belsito, mentre le altre due sono state vendute all’asta.
Fu l’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi a ordinarle, per sostituire le vecchie cabriolet quirinalizie d’anteguerra ormai diventate obsolete. La prima comparsa ufficiale le Flaminia Cabriolet-Landaulette la fecero nel 1961, in occasione della visita della regina Elisabetta, per poi essere utilizzate ufficialmente fino al 1982. Le prime tre (Belfiore, Belmonte e Belvedere) furono immatricolate il 27 aprile 1961; la Belsito che, a differenza delle altre, ha un tettuccio in tela non apribile in corrispondenza del posto guida, è stata introdotta successivamente.
Rispetto alle berline da cui derivavano, queste Flaminia speciali erano state appesantite di circa 600 kg a causa dei congegni idraulici per comandare l’apertura e la chiusura della capote e per rinforzare la struttura complessiva a seguito dell’assenza del tetto rigido. Lunghe 5,46 metri (+60,5cm rispetto alla berlina), larghe 1,89 (+14cm) con un passo portato a 335cm rispetto ai 287 normali, e pesanti più di 20 quintali, erano spinte da un motore V6 di 2,5 litri che garantiva una velocità massima di 120 km/h. Per garantire un perfetto funzionamento del motore in ogni occasione, era stata aggiunta una pompa della benzina elettrica e una bobina di riserva.
Gilberto Milano