La Citroën 2 CV6 Charleston si distingue per la sua livrea bicolore, disponibile inizialmente nelle tonalità del bordeaux e nero, come il modellino in scala 1:18 della Solido che vediamo oggi. Cominciamo dall’assetto, “alto” tipico della 2 CV, che pare corretto. Ben fatti anche i colori, molto simili all’originale, mentre il design, “punto forte” di questo modello, è soddisfacente.
Di coda. Ruotandola e osservando il modellino di coda, la 2 CV6 Charleston offre molti particolari: su tutti, la sezione strettissima degli pneumatici. Pensando alle vetture di oggi, le maniglie porta e il tappo del serbatoio cromatiscintillano al punto giusto tra il nero e il bordeaux del modello.
Tela a sbalzi. La riproduzione della tela di copertura è dettagliata, non solo per la trama a righe, ma anche per gli sbalzi offerti dai tendi-capote interni, tesi a simularne la morbidezza. La vista anteriore è convincente, aiutata dal cofano ben sagomato anche in scala, mentre la scelta del copritarga “Charleston”, con il font originale, permette un’esposizione “da concessionario”, apprezzata da molti collezionisti.
All’interno. L’abitacolo non offre molti dettagli, ma questo è dovuto unicamente alla semplicità di allestimento dell’auto reale. I sedili sono riprodotti piuttosto bene, il cruscotto vanta un semplice tachimetro, mentre il cambio è a cloche, a centro della plancia. Interessante la riproduzione della particolare apertura dei vetri.
Molto abbordabile. Un modello senza troppe pretese, offerto a prezzi decisamente contenuti (attorno ai 50 euro), capace però di raccontare una pagina di storia importante. La “Charleston” (assieme alla Special) è stata l’ultima 2 CV prodotta fino al 1990: niente male per un progetto che vide i primi prototipi realizzati alla fine degli anni 30.