È l’8 ottobre del 2000: 25 anni fa. Circuito di Suzuka, GP del Giappone. Nel 53° e ultimo giro della corsa la McLaren-Mercedes MP4/15 di Mika Häkkinen si rifà sotto alla Ferrari F1 2000 di Michael Schumacher, al comando della corsa. Il distacco è minimo, neppure due secondi. Tutto può ancora accadere, c’è in gioco il Mondiale di F.1. Forse, molto di più. In giro per il globo, milioni di tifosi della Rossa tengono le dita incrociate e invocano il Dio delle corse, che stavolta li ascolti.
Michael riporta il Mondiale in Italia
I tifosi della Ferrari stanno aspettando il Mondiale Piloti dal 9 settembre 1979, con Jody Scheckter: altra era, un’eternità. Michael guida a Suzuka con il fardello di tutte queste aspettative sul volante, sui pedali, nella mente. Accompagnato dalla voce in crescendo del telecronista Gianfranco Mazzoni, nella postazione Rai. Poi il campione tedesco taglia il traguardo, sfoga tutta la sua tensione e la sua gioia sul volante. Cade così il tabù dei 21 anni di digiuno della Ferrari dall’ultimo Mondiale Piloti. E ai box, inizia la gran festa, come in tante altre parti nel mondo.
Quanta attesa per i tifosi della Rossa
Ce n’è voluto, infatti, per arrivarci: anni bui (1980, 1992), anni buoni ma sfortunati (1985, 1990), stagioni maledette (1982), errori maldestri (1997), monoposto non all’altezza (1986, 1991-93). A raccogliere la gloria è il ciclo costruito dal “team” Montezemolo-Todt-Brawn-Byrne, con alla guida Michael Schumacher, strappato alla Benetton nel corso del 1995. Al tedesco, però, per arrivare al Mondiale Piloti in Rosso servono ben cinque stagioni, dopo le sconfitte nel 1997, ′98 e ′99 (gamba rotta a Silverstone). Nel 2000 ecco la grande occasione, nonostante un super Häkkinen (già due volte campione del mondo) e una fortissima McLaren, soprattutto in gara. Durante la stagione, è una lotta serrata tra Mika e Michael. Si arriva così al GP del Giappone, a Suzuka, con, rispettivamente, quattro vittorie a sette.
Schumi chiude al via poi il trionfo
Il ferrarista firma la pole per un soffio, ma parte male, e chiude senza tanti complimenti il finlandese oltre la riga bianca. Una macchia in una giornata da incorniciare. Poi è lotta vera, per quasi un’ora e mezzo. Häkkinen conduce nella prima parte della corsa, senza riuscire a staccare mai davvero il tedesco. Ma è nella parte centrale del gran premio che la sfida si decide. Qualche doppiaggio, alcune gocce di pioggia e Michael fa la differenza sul forte avversario, con una guida eccezionale in condizioni di fondo viscido. Il tedesco gioca il tutto per tutto, rischia e la sorte è dalla sua. Il finlandese tenta un disperato assalto nel finale, ma Michael gestisce bene la pressione e va a trionfare sotto alla bandiera a scacchi, che gli regala il primo Mondiale in Rosso. E l’inizio di un ciclo memorabile, che conta altri quattro allori iridati.