La Carrozzeria Colli, fondata a Milano nel 1932 dai fratelli Beniamino, Massimo, Tarcisio e Candido Colli, in viale Certosa 181, aveva accumulato notevole esperienza nella realizzazione di giardinette, o versioni “promiscue” delle berline Alfa Romeo, destinate al trasporto di persone e merci, fra tutte la Giulietta. Con il lancio della Giulia, l’approccio rimase simile: la meccanica e la carrozzeria della berlina venivano mantenute fino al montante C, mentre il tetto veniva ridisegnato su misura e le fiancate posteriori modificate per inserire un montante aggiuntivo, conservando l’inclinazione originale e conferendo alla giardinetta un profilo elegante e sportivo. In coda, l’apertura del portellone si spostò a filo del paraurti per migliorare la soglia di carico.
Funzionalità
Questa elaborazione diede vita a una variante distinta, dalle proporzioni armoniose e dall’attenzione ai dettagli che la differenziava dalla berlina. All’interno, lo schienale posteriore poteva essere ribaltato, creando un vano di carico ampio e regolare. Questa trasformazione costituì la base di un progetto più ampio: fu subito proposta una versione ambulanza “per trasporti rapidi”, con Colli sicuro del positivo interesse che la sua iniziativa avrebbe suscitato.
Un’idea di successo
Grazie a un accordo con la Polizia Stradale e la Società Autostrade, furono definiti capitolati tecnici precisi, che includevano pannelli di lamiera al posto dei finestrini posteriori, tetto apribile e strapuntino ribaltabile anziché la panchetta. La meccanica scelta fu quella della Giulia Super, con il quattro cilindri da 1.570 cm3 e 98 CV a 5.500 giri/min e velocità di 175 km/h, combinazione ideale per un utilizzo misto civile e professionale. Nel 1969 la produzione si ampliò coinvolgendo i carrozzieri Grazia, Giorgetti e Introzzi, che introdussero la principale differenza rispetto alla versione Colli: la battuta del portellone sopra la targa, come sulla berlina, senza alterare le proporzioni complessive della vettura.
Una Giulia “Speciale”
Nel 1975 Giorgetti assemblò ulteriori esemplari su base Giulia Nuova Super, denominati “Speciale” dalla Società Autostrade, mentre Alfa Romeo continuava a usare la definizione “Combinata”. Questi veicoli mantenevano linee filanti e funzionalità, ma con allestimenti distintivi destinati all’uso pubblico, confermando l’abilità dei carrozzieri italiani nel coniugare estetica e praticità.
Più rara con i finestrini
Paradossalmente, la prima versione civile di Colli con finestratura integrale ebbe una diffusione molto limitata, mentre quasi 600 Giulia Super “Speciale” furono immesse in servizio presso le Autostrade. Altri esemplari furono acquistati da concessionari, dalla stessa Alfa Romeo (utilizzati anche da Autodelta) e da privati.