Oggi, 50 anni fa, l’ultimo esemplare uscì dalle catene di montaggio di Lundby, Svezia. La produzione aveva raggiunto quota 440.000 esemplari, un vero successo.
Alle 3:00 del pomeriggio del 20 ottobre 1965 lo stabilimento di Lundby, in Svezia, diede alla luce l’esemplare numero 440.000, l’ultimo, della Volvo PV444/544. Colore di carrozzeria nero Sport, interno rosso. Per l’azienda scandinava quest’auto aveva rappresentato un grande successo commerciale, superando ogni aspettativa di mercato, e ora si preparava al lancio della sua erede, la Volvo 144, il modello che traccerà un solco profondo nella filosofia dell’azienda tra il passato e il futuro, in particolare dal punto di vista stilistico.
Nils Wickstrom, storico collaudatore dell’azienda, portò l’ultima PV444/544 direttamente dalle catene di montaggio al Museo Volvo di Goteborg per conservarla a imperitura memoria. Alla cerimonia era presente anche Gustaf Larson, l’ingegnere che, nel 1927, assieme all’imprenditore Assar Gabrielsson, fondò il marchio Volvo.
Di tutta la produzione delle Volvo PV444/544, oltre 164.000 furono esportate sul mercato americano, un risultato eccezionale che rese la piazza d’Oltreoceano la più importante tra i mercati d’esportazione. Durante quasi 20 anni di onorato servizio, questo modello fu sempre venduto in configurazione 2 porte e con guida a sinistra (nel 1953 la gamma fu allargata alla “Duett”, la versione con carrozzeria famigliare). Curiosamente la Volvo non offrì mai l’orologio tra gli accessori dell’equipaggiamento. Complessivamente furono prodotte 15 differenti versioni: otto per la 444 e sette per la 544.
La storia in pillole
La Volvo PV444 nacque nel 1944 (fu ufficialmente presentata il 1 settembre al Kunliga Tennis Allen di Stoccolma) ma a causa delle difficoltà presenti in quel periodo, per l’imperversare della guerra, fu messa in commercio solo 3 anni dopo (la produzione iniziò, infatti, nel marzo ’47). L’attesa, tuttavia, fu adeguatamente ricompensata poiché da subito riscosse un grande successo di vendita (lo stesso Gabrielsson sbagliò completamente le previsioni: gli 8.000 esemplari pronosticati diventarono, infatti, 196.000). Fu un’auto rivoluzionaria, apprezzata soprattutto per le sue doti di sicurezza e robustezza grazie alla struttura portante della scocca e all’attenta costruzione di ogni singolo componente, secondo un imprescindibile dettato qualitativo. Era motorizzata con un 4 cilindri 1.4 da 40 Cv (successivamente aggiornato a 1.6 litri e 85 Cv), abbinato a cambio manuale a 3 marce, trazione posteriore e freni a tamburo a comando idraulico.
Il 25 agosto del 1958, con piccolissimi aggiornamenti, Volvo presentò la PV544, l’evoluzione del modello; il numero “5” nella denominazione andava innanzitutto a indicare la configurazione a 5 posti. Esteticamente era pressoché identica alla progenitrice se si escludono il parabrezza in un solo pezzo al posto di quello doppio, il lunotto posteriore più ampio e i vetri laterali a compasso più grandi. Dal punto di vista meccanico fu disponibile con motore 1.4 da 60 Cv a 3 marce o con il più potente 1.6 da 85 Cv dotato di una nuova trasmissione a 4 rapporti (successivamente potenziati a, rispettivamente, 75 e 90 Cv, con il top di potenza fissato a 95 Cv nell’ultima evoluzione del propulsore). Tra le dotazioni di serie figuravano le cinture di sicurezza anteriori.
Nel ’65, anno del suo pensionamento, la Volvo PV544 portò a termine un risultato sportivo molto importante, che non fece altro che confermare le sue proverbiali doti di affidabilità e robustezza. Nel mese di aprile, infatti, vinse l’East African Safari Rally con al volante i fratelli Joginder e Jaswant Singh.
Alvise-Marco Seno