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23/05/2013 | di Redazione Ruoteclassiche
Ignoranza e pregiudizio
Con un articolo infarcito di pregiudizi e di livore, Il Fatto Quotidiano, nella sua edizione online del 16 maggio, se la prende con la Mille Miglia e attacca a testa a bassa l’intero settore dell’auto storica. Riportiamo alcuni dei passi più significativi, ai quali ribattiamo invitando i nostri lettori a fare altrettanto qui. Sostiene Il […]
23/05/2013 | di Redazione Ruoteclassiche

Con un articolo infarcito di pregiudizi e di livore, Il Fatto Quotidiano, nella sua edizione online del 16 maggio, se la prende con la Mille Miglia e attacca a testa a bassa l’intero settore dell’auto storica. Riportiamo alcuni dei passi più significativi, ai quali ribattiamo invitando i nostri lettori a fare altrettanto qui.

Sostiene Il Fatto Quotidiano:

[…] Oggi le stesse auto di allora, senza alcuna modifica (quindi consumi del tempo ed emissioni conseguenti) possono partecipare a questa rievocazione. Mentre l’opinione pubblica ha decretato che le supercar moderne insieme a tutti i Suv sono oggetti inutili e disdicevoli e i loro proprietari degni di pubblico ludibrio, si ripete una parata di macchine da esibizione che possono costare anche due o tre milioni di euro. E uno Stato che, con il governo Monti e le sue tasse, ha ucciso il comparto delle auto “di lusso” – tutte emigrate all’estero insieme alle barche e agli aeroplani da turismo – consente che queste auto preziose non paghino neppure il bollo ordinario (ridotto ad una cifra ridicola) e nemmeno un’adeguata assicurazione. […]

Entrare a gamba tesa su una manifestazione che si svolge una volta all’anno e farne discendere conclusioni universali ricorda tanto le pretestuose e demagogiche polemiche classiste che ogni anno accompagnano la Prima della Scala: belle macchine, belle pellicce, bella gente alla faccia del Paese che sta fuori, in piazza. Si può discutere o meno dell’opportunità di organizzare eventi di questo tipo in un periodo di crisi; ma si deve anche essere lucidi nel valutare che tali manifestazioni portano denaro entro i nostri confini e sono una vetrina che all’estero ci invidiano. Sui privilegi concessi alle “storiche” occorre fare le opportune distinzioni, partendo da una considerazione che vale per tutte: sono vetture usate pochissimo, sottoporle quindi a una tassa di circolazione come un’auto moderna utilizzata tutti i giorni sarebbe ingiustamente vessatorio per chi le possiede. Quanto al fatto di essere sguarnite sotto il profilo assicurativo, non è corretto affermarlo (come qualunque altro autoveicolo, quando circolano sono coperte da assicurazione e quindi in regola con il Codice delle Strada). L’estensore dell’articolo auspica evidentemente che anche le “storiche” – come le supercar moderne e i Suv - siano da trattare come inutili e disdicevoli e che i loro proprietari siano degni del pubblico ludibrio. Ma poi non lamentiamoci se oltre alle barche e agli aerei da turismo (quanti sono?) se ne andrà all’estero anche il nostro patrimonio storico motoristico. Sicuro che sia un guadagno per tutti?

Ancora da Il Fatto Quotidiano:

[…] Resta il fatto che le auto storiche godono di privilegi che per molti sono intollerabili, mentre i comuni mortali in utilitaria devono, giustamente, rispettare tutti le restrizioni sempre più rigorose e le “euro zero” da tempo sono fuorilegge in assoluto. […]

Giusto quindi disfarsene, relegarle in garage? Non è comune mortale chi ha un’onesta “storica”, che magari mantiene a costo di sacrifici e usa solo una dozzina di volte l’anno? Quando si parla di “storiche” non ci si riferisce solo alle Ferrari e alle Bentley, il cui possesso dev’essere giustificato da un reddito adeguato, secondo i criteri imposti dal nuovo redditometro. Si parla di auto anche di bassissimo valore, nate ovviamente “euro zero”, e per le quali è impossibile ogni forma di “riconversione” a un’identità ecocompatibile. Che farne? Non è un po’ come tenere il cane in casa perché fuori farebbe i suoi bisogni sul suolo pubblico?

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