La Detroit di oggi è la città dura e decadente del film 8 Mile di Eminem. Quella del secondo tasso di omicidi per popolazione negli Stati Uniti dietro St. Louis, dei 700.000 abitanti contro il 1.100.000 del 1985, l’anno in cui Aretha Franklin fece ballare un po’ tutti con “Freeway of Love”. Il video fu girato proprio nella Motor City, quasi 80 anni dopo la prima Ford Model T. Non c’è traccia di Giappone o di Corea nel ritmo allegro e martellante come la catena di montaggio musicale del Motown Sound, sferzato dal sax di Clarence Clemons della E-Street Band di Bruce Springsteen.
Dopo il rilancio di popolarità del film “Blues Brothers” e nonostante l’aspetto paffuto da signora di mezza età, Aretha Franklin era ancora Lady Soul. “Freeway of Love” la fece sgommare dritta fino alla terza posizione nella Hot 100 della rivista Billboard e le regalò un Grammy Award come migliore cantante R&B dell’anno. Il video fu girato nei club e nei vecchi stabilimenti General Motors di Detroit. I frammenti tratti dai film d’archivio delle tre Grandi Sorelle rievocano con nostalgia il lavoro sulle linee di assemblaggio e la vitalità di una città in continuo movimento. Sempre pronta a fare il pieno per ripartire sulla Davison, la prima autostrada urbana al mondo costruita negli anni Quaranta. O per correre sulle autostrade dell’amore su una Cadillac Serie 62 decappottabile del 1959 rosa confetto. Che nel finale si allontana mostrando la targa “Respect”, per Lady Soul e per la grandiosa Motor City del Novecento americano.
Paolo Sormani