Con una valutazione di soli tre milioni di lire per un esemplare in buono stato, l'Alfa Romeo "Alfetta" rappresenta un primo passo verso il collezionismo. Il difetto maggiore è la carrozzeria, facile preda della ruggine. Questo specifico tipo di problema rende difficile trovare un esemplare in ottime condizioni. Anche la reperibilità dei ricambi è limitata.
Nata nel 1972, l'Alfa Romeo "Alfetta" è stata una delle vetture più innovative uscite dalle linee di montaggio della Casa di Arese dal dopoguerra sino a quel momento. Destinataria di un'eredità pesante (il nome è quello della monoposto campione del mondo), presentava una serie di caratteristiche assolutamente inedite, come le sospensioni anteriori a barre di torsione e il ponte De Dion con incorporati cambio, frizione e differenziale. La carrozzeria, opera del Centro Stile Alfa, era compatta, moderna e molto gradevole, tanto che oggi, a distanza di quasi trant'anni, non sembra affatto invecchiata.
L'"Alfetta", carente dal punto di vista della qualità delle lamiere, è dotata di una meccanica molto efficiente. Il motore è affidabile e semplice da riparare, le sospensioni confortevoli, i freni efficaci. Le prestazioni sono addirittura migliori di certe "milleotto" dei giorni nostri e, a bordo, c'è spazio anche per quattro.
La prima serie, prodotta sino alla primavera del 1975, è anche la più rara. Omologabile Asi, può beneficiare di polizze assicurative a prezzo contenuto e può partecipare alle gare di regolarità. Dal 2002, i primi esemplari compiranno trent'anni e beneficeranno anche dell'esenzione dal pagamento del bollo. Peccato solo per i consumi elevati: se si preme sull'acceleratore, l'auto percorre 6-7 km con un litro.
Motore: | anteriore quattro cilindri in linea, alesaggio x corsa 80x88,5 mm, cilindrata 1779 cm3, potenza 122 CV IGM a 5500 giri/min, rapporto di compressione 9,5:1, distribuzione a doppio albero a camme in testa comandato da catena, alimentazione con due carburatori a doppio corpo Weber 40 DCOE/32. Lubrificazione forzata, capacità del circuito 5,6 litri, filtro dell'aria a secco, raffreddamento a liquido. Impianto elettrico a 12V, alternatore da 35 A, batteria da 50 Ah. |
Trasmissione: | trazione posteriore, frizione monodisco a secco, cambio a 5 marce con comando a cloche, pneumatici 165 SR 14. |
Corpo vettura: | berlina quattro porte, 5 posti, sospensioni anteriori a ruote indipendenti con barra stabilizzatrice, sospensioni posteriori ad assale rigido (schema De Dion) con barra stabilizzatrice, ammortizzatori idraulici telescopici. Freni a disco con servofreno, sterzo a cremagliera, capacità serbatoio carburante 46 litri. |
Dimensioni e peso: | passo 2510 mm, carreggiata anteriore 1360 mm, carreggiata posteriore 1350 mm, lunghezza 4280 mm, larghezza 1620 mm, altezza 1430 mm, peso a vuoto 1060 kg. |
Prestazioni: | velocità 180 km/h, consumo medio 11,5 litri per 100 km. |
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Possibilità d'impiego
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Le prestazioni del motore, le sospensioni confortevoli e la grande tenuta di strada rendono l'"Alfetta" bene utilizzabile anche oggi. |
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Affidabilità
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L'affidabilità è una delle qualità principali di questo modello. Le riparazioni ordinarie non sono costose e quasi tutti i meccanici sanno lavorare sulla vettura. |
Investimento
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La quotazione di tre milioni è ancora bassa. Nei prossimi anni, la valutazione è destinata a salire, anche perché la "Alfetta" si presta all'utilizzo nelle gare storiche. |
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Costi di gestione
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A parte il consumo, non sono elevati. Dal 2002, il bollo dei primi esemplari costerà solo 50.000 lire anziché 450.000. |
Disponibilità ricambi
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Molti pezzi sono comuni a quelli delle Alfa Romeo successive. Più difficile trovare particolari di carrozzeria e interni. |
Appeal storico
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Il marchio ha sempre fascino, anche all'estero. Inoltre, è una delle ultime Alfa a trazione posteriore e questa caratteristica sarà sempre più gradita. |
Insufficiente |
Sufficiente |
Discreto |
Buono |
Ottimo |