Coppi vince il "Giro" e il "Tour", la radio trasmette "Amore baciami", in Italia circolano mezzo milione di auto. C'è voglia di recuperare gli anni persi della guerra. Al Portello la produzione riprende: i telai, vecchi ma vestiti con lusso sfacciato dai migliori carrozzieri, interpretano al meglio l'ansia di ripresa che pervade il Paese.
Quando nella carrozzeria Touring di Milano nasce l'Alfa Romeo "6C 2500 SS Villa D'Este" l'Italia, appena uscita dal tunnel della guerra, si proietta verso il miracolo economico. C'è molta euforia nell'aria: per le strade circolano 450.000 vetture, una ogni cento abitanti, Fausto Coppi vince il Giro d'Italia e il Tour de France e Clemente Biondetti trionfa sia alla Mille Miglia che alla Targa Florio. In questo clima l'Alfa Romeo chiede ai migliori carrozzieri, Touring, Pinin Farina e Castagna, di rinnovare un prodotto ormai obsoleto.
Partendo dal telaio della "6C 2300 B" e dall'ottimo motore a tre carburatori del 1939, l'ingegner Carlo Felice Bianchi Anderloni disegna la leggendaria "Villa d'Este", caratterizzata da una linea slanciata e da un frontale filante, su cui spiccano i quattro fari grintosi e la classica mascherina Alfa Romeo.
Per migliorare l'abitabilità, si ricava una nicchia dietro gli ampi e comodi sedili in pelle, accentuando la bombatura del tetto e del lunotto. Sul cruscotto, la strumentazione si intona ai colori della pomelleria e dell'interno, il volante a razze leggere è di disegno piacevole e moderno.
Dal 1949 al 1952 furono costruiti 36 esemplari di "Villa d'Este", ognuno diverso dall'altro per soddisfare il gusto dei proprietari. La vettura presentata in questo servizio, ora di proprietà di Francesco Gandolfi, fu costruita nel 1951 e gareggiò al Rally di Montecarlo nel 1952: nonostante un violento urto contro un albero, arrivò al 108 esimo posto, guidata da Ferrari e Bonino.
Francesco Gandolfi, industriale di 55 anni e presidente del Registro Aurelia Italiano, afferma che la sua "Villa d'Este" è molto impegnativa da guidare: nonostante la carrozzeria in alluminio, questa coupé risulta comunque pesante (1600 kg) e il motore a 6 cilindri in linea di 2.4 litri da 110 CV a 4800 giri/min non è certo sufficiente a renderla briosa; inoltre il retrotreno a ruote indipendenti può creare qualche problema sui fondi stradali irregolari.
Poco importa: la "Villa d'Este" va guidata in souplesse, come merita un'auto da concorso di eleganza di mezzo secolo fa. Gandolfi la guida per circa due o tremila chilometri all'anno: "La frizione è un po' sottodimensionata, ma i freni sono ottimi. Per i ricambi nessun problema, c'è Sant'Afra (Afra è un noto ricambista del milanese)". Il punto debole della "Villa d'Este"? "Il progetto datato, direi: l'auto è nata vecchia. E poi la mole, davvero eccessiva."
Motore | Sei cilindri in linea - Cilindrata 2443 cm³ - Alessaggio 72 mm - Corsa 100 mm - Rapporto di compressione 8:1 - Potenza 110 CV a 4800 giri/min - Distribuzione a due assi a camme in testa - Alimentazione con tre carburatori monocorpo orizzontali. |
Trasmissione | Trazione postriore - Cambio a 4 marce, leva al volante. |
Corpo vettura | Coupé 2 posti - Telaio a longheroni e traverse saldate - Sospensioni anteriori indipendenti, molle elicoidali - Sospensioni posteriori indipendenti con barre di torsione longitudinali - Sterzo a vite senza fine e ruota elicoidale - Freni a tamburo con comando idraulico - Serbatoio carburante 80 litri - Pneumatici 6.50-17. |
Dimensioni e peso | Passo 2700 mm - Carreggiata anteriore 1450 mm - Carreggiata posteriore 1470 mm - Peso a secco 1400 kg. |
Prestazioni | Velocità 170 km/h. |