Prodotta in tre serie dal 1978 al 1983, la 127 Sport è una delle compatte più amate dagli estimatori della Casa torinese e dagli appassionati di auto sportive. Ecco come e perché è ancora possibile divertirsi con "solo" 70 cavalli...
Provate a immaginare una strada di montagna. Curve a esse, saliscendi, strettoie, tornanti. Chiudete gli occhi per un istante, estendetelo come un elastico fatto di ricordi e sogni di gioventù indietro nel tempo, arrivando a cavallo degli anni 70 e 80. Per chi all'epoca era un ragazzo appassionato di automobili - più o meno fresco di patente, poco importa - forse l'esercizio sarà più facile e spontaneo. E inevitabilmente automobili come quella che stiamo per raccontarvi, la Fiat 127 Sport, cominceranno a mettere in moto un vortice di sensazioni ed emozioni dimenticate.
Fa battere il cuore. Chi di voi, parlando di automobili, è un po' nostalgico dei tempi andati e, diciamocelo, prova una certa "insofferenza" per la modernità, sarà d'accordo: ci sono macchine che non torneranno più. Tra queste, alla 127, piccolo grande capolavoro di Dante Giacosa e Pio Manzù (ma anche di Rodolfo Bonetto, nipote del pilota Felice), spetta un posto speciale.
Un'italiana vera. Un simbolo indiscusso dell'Italia degli anni 70 la 127, da nord a sud, passando per il centro e le isole. Una macchina oggi entrata nell'immaginario collettivo che, col suo motore instancabile e brillante, ci ha portati in ufficio, in fabbrica ma anche (soprattutto) in vacanza. La versione Sport, prodotta in tre serie dal 1978 al 1983, com'è facile dedurre dalla denominazione fu la massima espressione del modello in termini di prestazioni e sportività.
Per sentirsi un po' piloti. La 127 Sport si guida come una trazione anteriore sportiva vecchia scuola, col piede sempre pronto a premere l'acceleratore per assecondare le reazioni della macchina. Punta-tacco e doppietta, che aiutano gli innesti delle marce, sono gesti capaci di restituire emozioni (e un piacere di guida) d'altri tempi. A maggior ragione oggi, quando chiunque di noi, salendo a bordo di una macchina sportiva, si stupirebbe nel trovare una leva del cambio in mezzo ai sedili anteriori...
Il primo amore non si scorda mai. La famiglia della 127 Sport si declina in tre versioni. La prima, prodotta dal 1978 al 1981, è la più ricercata dai collezionisti. Si distingue per la colorazione della carrozzeria (disponibile in Arancio Racing, nero e grigio chiaro metallizzato) e per l'allestimento specifico degli esterni: nuova calandra con lo stemma circolare delle sportive Fiat, nuovi paraurti, scritte "127 Sport" sul profilo laterale del cofano motore e "70 HP" sulla fascia paracolpi in plastica della portiera, deflettore di plastica che contorna la presa d'aria sul cofano, spoiler anteriore e posteriore. Il motore di 1050 cm³ è potenziato, così come l'impianto frenante. Nuovo lo schema della distribuzione e le valvole maggiorate; anche i condotti vengono ridisegnati e, grazie anche all'adozione di un carburatore a doppio corpo, la potenza sale a 70 CV. Quanto basta per spingere la 127 Sport alla soglia dei 160 km/h...
Non passa inosservata. Rarissima la seconda serie, la cosiddetta "Restyling", perché costruita solo per pochi mesi nel 1981. La meccanica è identica alla prima versione, mentre la carrozzeria riceve lievi aggiornamenti. Scompare la scritta "Sport" ai lati del cofano, sostituita da una fascia adesiva applicata sulla parte bassa delle fiancate; le maniglie hanno la parte centrale cromata e lo scarico è sdoppiato.
L'ultima è a cinque marce. L'ultimo modello, basato sulla terza serie della 127, grazie al motore "1300" da 75 CV (ottenuti grazie a un aumento della corsa) abbinato al cambio a 5 rapporti è più godibile nei lunghi trasferimenti e non costringe a una guida "nervosa" come le versioni precedenti. All'esterno spiccano un po' ovunque i rivestimenti in plastica, una moda irrinunciabile negli anni 80, mentre nell'abitacolo si nota una plancia di nuova foggia, più massiccia e robusta.
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