La storia d’amore tra il lettore Carlo Carugati e la sua Lancia Delta rosso corsa: l’esame di maturità, il matrimonio e l’incontro con Giorgetto Giugiaro. Un viaggio che ha ancora tanto da raccontare…
In principio fu l’Alfetta, sogno proibito dei quattordici anni, poi la Lancia Delta. L’appassionato Carlo Carugati, cresciuto a pane e automobili, s’innamora della compatta a due volumi della Casa torinese poco dopo l’elezione del modello ad auto dell’anno.
Forse non fa per me… “Ricordo che visitai con la mia famiglia il Salone dell’auto di Torino, frequentavo l’ultimo anno delle scuole superiori e volevo farmi un’idea sulle nuove auto, anche per capire quale avrei potuto acquistare”, racconta Carlo, che ammette con serenità: "con la Delta non fu certo amore a prima vista. Allo stand Lancia ce n’era esposta una color carta da zucchero, ma i miei occhi erano tutti per la Beta Coupé”.
Buona la seconda! È a Firenze, nel corso della gita scolastica di fine anno, che Carlo cambia idea sulla Delta. “Ne vidi sfrecciare una rossa e quella volta sì, fu un colpo al cuore!”. Carlo torna a casa e inizia a divorare, una dopo l’altra, le pagine di Quattroruote, dove si ricordava di aver visto una prova di una Delta proprio di colore rosso.
No, l’Alfetta no. “Accantonai abbastanza in fretta l’opzione Alfetta, anche perché la Delta era ugualmente spaziosa ma costava molto meno”, prosegue Carlo. “Andai a vederla nella concessionaria Lancia più vicina a casa, ma non era esposta in vetrina, così mi feci accompagnare dal titolare in un capannone dove, mi disse, teneva una 1500. Cercai di ottenere uno sconto, ma non ci fu nulla da fare, così lasciai perdere”.
Finalmente la Delta! “Andai in una seconda concessionaria e stavolta ottenni di provare l’auto su strada. Mi piacquero la posizione di guida e l’erogazione del motore, aveva un bel tiro, ma qualcosa ancora non mi convinceva”, riconosce Carlo. Al terzo giro, rifatto il test drive in un’altra filiale, si convince. Ne punta una rosso corsa, ottenendo uno sconto di 95mila lire, ma fa un patto con mamma e papà: potrà ordinarla solo dopo gli scritti della maturità.
Adesso si può. “Il 7 luglio 1980, dopo lo scritto di elettronica”, ricorda Carlo non senza emozione, “ordinavo con 500.000 lire una Delta 1500 Rossa con vetri atermici. Feci inserire inoltre a contratto la clausola che se non avessi passato gli orali potevo disdire l'ordine della Delta, perdendo ovviamente le 500.000 Lire”. Un motivo in più per studiare sodo…
La prima volta al mare. Carlo supera l’esame di maturità e finalmente, il 12 agosto, la Delta arriva in concessionaria. “L’emozione fu davvero tanta”, ricorda, “era un po’ impolverata, ma profumava di nuovo. Cinque giorni dopo partii per il mare. il viaggio fu da favola…”. Il 16 novembre 1980 è un'altra data indelebile: Carlo conosce la ragazza che diventerà sua moglie. “Ma non andai a prenderla la prima volta con la macchina nuova”, ride, “volevo giocarmi quella carta al momento opportuno! Una domenica mi presentai da lei con la Delta. Le piacque subito e la cosa, devo ammettere, mi inorgoglì molto…”
Le nostre strade si separano. “Da quel giorno”, racconta Carlo, “la Delta fu compagna di vita, di gite, di fine settimana. Sempre in giro, sempre col sorriso. Fu lei ad accompagnarci in viaggio di nozze, nel maggio del 1983. A settembre vendetti l'auto a dei miei zii, che a loro volta avevano ceduto la loro Alfasud al figlio. Lo feci a malincuore, ma ero certo che stava andando in buone mani”.
A tu per tu con chi l’ha disegnata. Nel 2008, venticinque anni dopo, Carlo ricompra la sua Delta. “È un filo che non si è mai spezzato”, ammette, “presi, andai da mia zia e riportai la macchina a casa”. L’ultimo ricordo speciale? Carlo non ha dubbi: “Ancora oggi, tutte le volte che giro la chiave, l’emozione è quella di 39 anni fa. Ma c’è un momento nella mia storia recente con la Delta che non dimenticherò mai, e tengo stretto nel cuore: l’incontro con Giugiaro, che ho conosciuto grazie a un amico in comune illustre, Tom Tjaarda”. E all'inizio di quest'anno, la sorpresa: "Giorgetto (Giugiaro, ndr) è venuto a trovarmi" racconta Carlo, "ed è stato lui a ‘rompere’ il muro dei 98mila chilometri. Vi lascio immaginare cos’abbia significato per me…”.
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