Dopo la firma del Disegno di Legge di Stabilità del Presidente Giorgio Napolitano, le prospettive per i proprietari di auto storiche tra i 20 e i 30 anni si complicano ulteriormente. Resta da capire infatti se nel provvedimento che molto probabilmente abolirà le agevolazioni fiscali alle auto ultraventenni sia prevista o meno l’introduzione di una lista chiusa di modelli di sicuro valore storico. Oppure se l’abolizione delle agevolazioni riguardi tutti i modelli di quel periodo. Se la legge dovesse passare così come è stata presentata, infatti, tutte le auto fino a trent’anni di età dovranno pagare il bollo. Sarà così? E il provvedimento riguarderà anche coloro che già stanno godendo dell’esenzione del bollo?
Mistero. Certo, se dovessimo prendere per buone le parole che il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, ha rilasciato a Padova a margine della tavola rotonda di Ruoteclassiche e in un suo intervento successivo le prospettive non sono rosee per i collezionisti. Ecco di seguito le sue parole:
“I numeri veri sono di 200 milioni di euro che lo Stato non incassa all’anno. Questo se non consideriamo l’effetto retroattivo, altrimenti si passa a 400 milioni di euro. Sono cifre importanti che lo Stato in questo momento è intenzionato a incassare. Io ho parlato personalmente con il Ministro e mi ha detto che da più parti gli sono arrivate pressioni per fare chiarezza in questo settore. Tra cui molti collezionisti, arrabbiati per la troppa confusione che c’è.
È chiaro che noi non siamo contenti che questo provvedimento colpisca tutti indistintamente tra i possessori ai auto tra i 20 e i 30 anni, non era questo il nostro intento. Ma questa è l’ennesima conseguenza negativa di una politica sbagliata, di una politica che ci ha portato nel precipizio. Dopodiché l’Aci si impegna, per quanto le è possibile, a correggere tutto questo. Noi dobbiamo salvaguardare i possessori di auto di sicuro collezionismo. A ben guardare si possono mettere sui cavalletti è possibile reimmatricolarla successivamente, se la radiazione è avvenuta in maniera spontanea e non d’ufficio. Sono d’accordo su tutto, ma noi non dobbiamo liberarci della zavorra, che sono quelli che utilizzano l’auto storica tutti i giorni per lavoro.
Il vero problema è che si è scassato tutto e ora dobbiamo ricostruire piano piano. Probabilmente si doveva passare da una situazione azzerata per poi ricostruire un discorso più serio. La legge del 2000 andava bene. C’era la lista chiusa. Non si può dire che tutte le ultraventennali sono storiche se sono iscritte a un registro. Perché questo vuol dire fare tantissimi soldi. Tantissimi. Chapeau. E si finanziano anche cose importanti. Le finalità sono anche buone, ma se guardiamo tutti gli altri aspetti sono assolutamente inaccettabili.
Noi dobbiamo custodire il patrimonio automobilistico storico nazionale avendo sempre l’idea chiara che non vada disperso e non vada confuso. Non va banalizzato attraverso scelte che oggi, secondo me, non hanno prodotto reazioni positive. Sono anni che dico di stare attenti perché prima o poi il giocattolo si romperà. Ci siamo vicini. Il problema è che l’Italia ha il parco circolante più vecchio d’Europa. Un problema che coinvolge l’ambiente, la sicurezza e anche il mercato. Noi vorremmo che venissero custodite le auto storiche, le auto che hanno una vocazione storica, e tutti insieme potremmo decidere quali sono.
Quelle famose liste chiuse che si facevano un po’ di anni fa e che secondo me hanno prodotto dei fatti positivi. Poi si è voluto generalizzare, si è voluto aprire, si è aperto troppo e il parco circolante si è invecchiato ancora di più. Noi oggi ci troviamo con una situazione che non è sostenibile. Noi oggi rottamiamo le macchine di 7-8 anni e poi conserviamo auto che non hanno oggi una capacità di esprimere un valore storico e facciamo un danno alle auto più sicure e pulite. Un’auto Euro 0 inquina come 28 macchine Euro 5.
Un’auto storica deve essere usata come un’auto storica: poco e bene. Che poi era anche il presupposto di quelle compagnie di assicurazione che hanno accettato di fare polizze agevolate perché sapevano che il rischio era contenuto nei pochi chilometri che avrebbero dovuto percorrere queste auto. Poi invece queste vetture sono state usate tutti i giorni per tutto l’anno, hanno iniziato a fare incidenti e le compagnie hanno iniziato a chiudere o a uscire da questo mercato. Era il segnale che il punto di rottura si stava avvicinando. E oggi ci troviamo davanti al problema.
L’Aci Storico non può essere d’accordo che tutte le auto ultraventennali debbano pagare il bollo. Però, purtroppo, ci siamo arrivati perché abbiamo sottovalutato e sottostimato il problema quando era ancora correggibile. Oggi ci dobbiamo veramente unire tutti quanti e senza divisioni di nessun tipo per cercare di rimediare al problema nel migliore dei modi.
Avevamo la normativa del 2000 che rispondeva ai criteri di formazione di una lista chiusa. Ognuno sapeva se la sua auto era storica o no. Quindi non era necessario iscriversi ad alcun club per vedere riconosciuto un proprio diritto. Ed è quello che vuole fare Aci Storico con la sua lista chiusa. Una lista più o meno giusta, correggibile, ma ha stabilito un principio importante: che non ci si deve fare soci di Aci Storico e di nessun altro club per vedere riconosciuto quello che noi pensiamo sia un diritto. Ci deve essere una forma trasparente per poter accedere a quelle che sono le giuste forme di sostegno a questo tipo di passione. L’importante è che ci sia chiarezza”.
Qui la lista Chiusa Aci Storico
Gilberto Milano