Il 16 dicembre si è spento, all’età di 88 anni, Brian Lister, fondatore e animatore di Lister Cars, oggi considerato uno dei più brillanti marchi automobilistici sportivi britannici.
Il manager e pilota inglese diede inizio all’attività del marchio nel 1954 a Cambridge gettandosi nella mischia delle competizioni automobilistiche nazionali contro MG, Cooper, TVR, Bristol, Aston Martin e Jaguar. L’allora 27enne Brian ebbe la possibilità di sfruttare tutto il know-how dell’azienda del nonno, la George Lister Engineering, attiva dal lontano 1890.
Dopo i primi risultati con automobili basate su telai tubolari e motori MG e Bristol, nel ’57 fu progettata una vettura completamente nuova, basata sul motore 6 cilindri in linea della Jaguar D-Type. Realizzata attorno a un telaio tubolare in acciaio, la Lister Jaguar era caratterizzata da una carrozzeria in alluminio. Nel 1957 le Lister-Jaguar furono schierate in gara soprattutto in Inghilterra, ottenendo un buon successo contro la più titolata concorrenza di Ferrari e Maserati. La positiva stagione ’57 fu coronata dalla vittoria nel British Empire Trophy e al Sussex Trophy di Goodwood.
L’anno successivo il marchio uscì dai confini nazionali per correre nelle località più prestigiose d’Europa (Monza, Spa, Le Mans). Le barchette motorizzate Jaguar furono ulteriormente sviluppate, specialmente nelle forme di carrozzeria, che per i loro volumi particolarmente sinuosi furono soprannominate Lister Knobbly
Nel 1959, con l’aiuto del designer Frank Costin (che nel’57 aveva disegnato le forme della Maserati 450 S Coupé, il cui vestito fu affidato alla realizzazione di Zagato), Lister progettò una vettura completamente nuova: una berlinetta con motore anteriore tipo V8 Corvette, caratterizzata da proporzioni stilisticamente affascinanti (motore anteriore, abitacolo molto arretrato, coda compatta) ma tecnicamente ormai prossima a essere superata. Le Lister-Chevrolet, infatti, palesavano scarsa competitività a causa di condizioni di guida non favorevoli rispetto alla nascente filosofia del motore posteriore, inaugurata da Cooper. A fine anno Brian Lister si ritirò ufficialmente dalle competizioni ma continuò a fornire supporto ai clienti privati. Un ultimo “assolo”, Brian Lister lo portò a compimento nel 1964 con la preparazione delle Sunbeam Tiger ufficiali per la 24 Ore di Le Mans.
Anni 80: il ritorno. Grazie all’intraprendenza di Laurence Pierce, nel 1986 la nuova società Lister Cars Ltd riprese l’attività come tuner di vetture Jaguar. Le nuove Lister-Jaguar, esteticamente molto vistose, erano capaci di superare abbondantemente i 300 orari grazie a “pesanti” preparazioni di motore. Il discreto successo dell’iniziativa fu da spinta verso un progetto interamente “in house”: la Lister Storm.
Ne furono prodotti pochi esemplari in configurazione stradale (con un motore Jaguar 12 cilindri portato a 7.0 litri, il motore più grande mai montato su una macchina stradale inglese) ma, in compenso, la Lister Storm ottenne un buon successo nelle competizioni. Dopo alcuni inizi poco promettenti, con numerosi ritiri, le vetture del team Lister Storm Racing raggiunsero un adeguato livello di preparazione e vinsero il campionato FIA GT Internazionale nel 2000 e 2001.
Negli ultimi mesi si è riacceso l’interesse attorno al marchio Lister. Dall’unione di George Lister Engineering di Cambridge, Brian Lister Light Engineering e Lister Storm è nata Lister Motor Company Limited con l’obbiettivo di produrre una piccola serie di “continuation” delle Lister – Jaguar Kobbly del 1958 (con motore Jaguar o V8 Chevrolet) pronte per le gare storiche.
Alvise-Marco Seno