Ci ha lasciato con molta discrezione e infinito dispiacere uno dei grandi del design dell’auto. Aveva 82 anni e con la sua opera ha segnato lo stile automobilistico degli anni 60 e 70 in particolare. Fino all’ultimo il suo studio Tjaarda Design ha continuato a progettare per numerosi marchi automobilistici, soprattutto asiatici.
Per Ruoteclassiche è una perdita ancora più profonda perché il destino non ci ha lasciato il tempo di realizzare una intervista alla quale tenevamo molto. Tom Tjaarda sarebbe stato l’ultimo dei designer coinvolto nella nostra iniziativa delle “copertine d’autore” avviata per celebrare i 30 anni di Ruoteclassiche. Ultimo ma solo in ordine alfabetico. Sarebbe stata un’occasione d’oro per farlo conoscere meglio al grande pubblico, dato che il suo contributo alla storia del design non è ancora così popolare come quello di alcuni altri suoi colleghi.
Figlio d’arte (il padre Joop Tjaarda Van Starkenberg, di origine olandese, ha disegnato la Lincoln Zephyr nel 1935), Thom Tjaarda nasce a Detroit il 23 luglio 1934 e sin da bambino evidenzia una forte propensione per il disegno. Nel 1958 si laurea in architettura, dove però si mette in evidenza durante il corso di Industrial Design con una tesi su una Station Wagon Sport. Uno studio che gli condizionerà per sempre la vita.
Conseguita la laurea in giugno, due mesi dopo è assunto alla Ghia di Torino, allora guidata da Luigi Segre, dando il via anche a una girandola di assunzioni e di progetti che lo renderanno famoso in tutto il mondo.
Nel dicembre 1960 torna al primo amore, disegnando mobili per la Gabetti&Isola, ma nel settembre 1961 è di nuovo nel settore automobilistico, assunto alla Pininfarina, dove rimane fino al novembre 1965. Lasciata la Pininfarina si dedica agli stampaggi industriali della OSI di Torino e, nel 1968 rientra alla Ghia, divenuta di proprietà di Alejandro de Tomaso. Nel 1970, la Ghia e la Vignale passano sotto il controllo Ford e Tjaarda diventa responsabile del design.
Nel 1977 diventa consulente per la Fiat e nel 1978 viene promosso direttore dell’Advanced Design Studio Fiat, dove rimane fino al 1982. Qui nel 1985 disegna la Lancia Y10 e sovrintende la nascita della Lancia Thema (Giugiaro 1984); la Fiat Croma (Giugiaro 1985) e la Fiat Tipo 4 (Idea Institute 1988).
Dal 1982 al 1984 è consulente anche della Rayton Fissore dove crea il Magnum 4×4, considerato il primo Suv moderno, e dall’agosto 1984 crea a Torino il suo centro stile personale: Dimensione Design, poi modificato in Tjaarda Design nel 2003.
Complessivamente sono 84 le auto firmate da Tom Tjaarda, tra le quali, in ordine cronologico :
-VW Karmann Ghia 1500 (type 34) Coupé prodotta dal 1961 al 1969
-Chevrolet Corvair Pininfarina Coupé – 1962
-Chevrolet Corvette Rondine Pininfarina Coupé – 1963
-Fiat 2300 Pininfarina Cabriolet Speciale – 1963
-Fiat 2300 Pininfarina Lausanne Coupé – 1963
-Lancia Flaminia 2.8 Pininfarina Coupé Speciale – 1963
-Ferrari 330 GT 2 + 2 Pininfarina serie 1 – 1964
-Mercedes 230 SL Pininfarina Coupé – 1964
-Fiat 124 Pininfarina Spider – 1965
-Ferrari 365 GT California Pininfarina Spider – 1966
-Serenissima Coupé (Ghia) – 1968
-Lancia (Fulvia) 1600 HF Competizione (Ghia) – 1969
-De Tomaso Deauville (Ghia) – 1970
-De Tomaso Pantera (ghia) – 1970
-De Tomaso Zonda (Ghia) – 1971
-De Tomaso Longchamp (Ghia) – 1972
-Lancia Y10 – 1978
-Chrysler LeBaron – 1982
-Chrysler Imperial -1982
-Rayton Fissore Magnum 4×4 – 1985
-Aston Martin Lagonda Coupé – 1987
-Saab 900 quattro porte – 1992
-Lamborghini Diablo interni – 1995
-Qvale Mangusta II – 2000
-Spyker GT Sport – 2002
-Fiat Barchetta facelift – 2003
Gilberto Milano