In occasione del quarantesimo compleanno dell'Alfa 6, il Museo Storico Alfa Romeo di Arese disegna una giornata rivolta a proprietari e appassionati.
Attraverso i propri canali social, il Museo di Arese annuncia un evento dedicato all'Alfa 6, l'ammiraglia del Biscione lanciata sul mercato nell'aprile del 1979. L'appuntamento, rivolto ai proprietari del modello e agli appassionati della marca milanese, è fissato per le 15.00 del prossimo 20 gennaio nelle sale del museo.
"Backstage event" al museo e sgambata in pista. Mancano ancora alcuni dettagli sul programma della giornata del 20 gennaio, tuttavia possiamo anticiparvi che in agenda è stato fissato, a partire dalle 15.00, un dibattito dove saranno svelati le curiosità e i retroscena legati al progetto della vettura. Prima del convegno, gli ospiti potranno visitare le auto della collezione Alfa Romeo, mentre dalle 14.30 alle 15.00 i proprietari di Alfa 6 accorsi a bordo delle loro vetture potranno prendere parte alla parata loro riservata sul mini circuito di collaudo del museo.
L'ammiraglia che mancava. Nata per colmare un vuoto nella produzione dell'Alfa Romeo, l'Alfa 6 debutta sul mercato nell'aprile del 1979 come alternativa della Casa milanese alle lussuose e potenti ammiraglie tedesche. Le prestazioni sono all'altezza della tradizione, fatta eccezione per i consumi piuttosto elevati. A non convincere il pubblico e la critica saranno piuttosto la linea, spigolosa e poco moderna, e gli interni, anch'essi di vecchia concezione.
Meglio tardi che mai. I lavori per la progettazione del modello, rallentati dall'inasprirsi della crisi petrolifera, decolleranno con colpevole ritardo: dalla prima presentazione ai vertici dell'IRI (l'Istituto per la Ricostruzione Industriale, l'ente pubblico italiano che all'epoca tra le tante aziende a partecipazione statale controllava anche l'Alfa Romeo) al lancio sul mercato, passeranno quattro anni. Alla metà del 1979, quando l'Alfa 6 viene finalmente svelata, la migliore concorrenza europea sta già presentando una nuova generazione di modelli.
Un'Alfetta più grande (ma non solo). Sul pianale dell'Alfetta, i tecnici del Biscione allestiscono una scocca di dimensioni più importanti: la lunghezza passa da 4410 a 4760 mm, con un aumento del passo da 2510 a 2600 mm. Invariato lo schema delle sospensioni (anteriori a quadrilateri con barra di torsione, posteriori con ponte De Dion); a cambiare, per aumentare lo spazio a disposizione per le gambe di chi siede dietro, è la collocazione del cambio, ora non più in blocco col differenziale al retrotreno ma spostato sull'assale anteriore.
Un motore leggendario. Inedito il propulsore, che su un'ammiraglia come l'Alfa 6 non poteva essere inferiore ai due litri di cilindrata. La scelta cade su un sei cilindri a V di 60° da 2,5 litri con monoblocco e teste in lega leggera. Grazie all'alimentazione singola, assicurata da sei carburatori monocorpo verticali, la potenza massima raggiunge i 158 CV, quanto basta per spingere i 1470 chili della vettura ben oltre la soglia dei 190 km/h.