Alfa Romeo Giulia Sprint GT, la rubacuori - Ruoteclassiche
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24/03/2023 | di Gaetano Derosa
Alfa Romeo Giulia Sprint GT, la rubacuori
Per l'erede della Giulietta Sprint, l'Alfa sceglie ancora Bertone che ha un asso nella manica, un tal Giorgetto Giugiaro cui si deve il look ancora oggi osannato da tutti. È il battesimo di una famiglia sportiva davvero fortunata
24/03/2023 | di Gaetano Derosa

Per l'erede della Giulietta Sprint, l'Alfa sceglie ancora Bertone che ha un asso nella manica, un tal Giorgetto Giugiaro cui si deve il look ancora oggi osannato da tutti. È il battesimo di una famiglia sportiva davvero fortunata

Cronaca di un successo annunciato. Quando, agli inizi del 1963, Nuccio Bertone viene contattato dall’Alfa Romeo per disegnare l’erede della Giulietta Sprint, ha già le idee molto chiare. Da una parte il cahier des charges dalla Casa milanese è semplicemente quello di avere una coupé sportiva a quattro posti, dall’altra il carrozziere torinese può contare su un formidabile asso nella manica, un ventiquattrenne rampante, tal Giorgetto Giugiaro, che sarà poi l’autore del capolavoro presentato ufficialmente al Salone di Francoforte nel 1963. Tutti rimangono a bocca aperta, quando viene tolto il telo che la cela alla vista. Diavolo d’un Giugiaro, la standing ovation scatta spontanea.

Un invito ad andare forte. La Giulia Sprint GT è compatta e, da qualunque lato la si osservi, è difficile muo­vere appunti alla sobrietà o all’eleganza. La vista di tre quarti anteriore è sicuramente quella che più ne mette in evidenza la snel­lezza semplice e raffinata al tempo stesso, con un indovinato gioco delle proporzioni. Con­frontata con la Giulietta, si nota che i parafan­ghi sono praticamente scomparsi alla vista. Mettersi al volante di una Giulia Sprint GT è ancora oggi un invito a scatenare la cavalleria, sempre e ovunque. La sensazio­ne di perfetta accessibilità e padronanza dei comandi, la funzionalità della leva corta del cambio a cloche con la sua proverbiale pre­cisione degli innesti invitano alla guida bril­lante soprattutto sui percorsi misto-veloci che esaltano le straordinarie doti di tenuta di strada. Equipaggiata inizialmente col motore di 1,6 litri della berlina TI, verrà in seguito prodotta con altre varianti di cilindrata, 1750 e 2000 cc, anche se sono molti i patiti della marca a restare affezionati alla “piccola” 1300 Junior, che comunque fa i 175 all’ora. Nelle competizioni, saranno le GTA a dimo­strare la netta superiorità nelle rispettive ca­tegorie. Nelle pagine che seguono, la storia di tre esemplari speciali: una rarissima pre­serie del 1963, la “Lusso” del 1965 e la GT Veloce del 1965.

Giulia Sprint GT (telaio 600932). Il suo esordio è fenomenale. Arriva nel settembre nel 1963 e stupisce tutti, sia per la modernità della linea sia per le prestazioni da sportiva tout court. È il nuovo riferimento della categoria. Nella tarda estate del 1963 l’Alfa Romeo presenta alla stampa specializzata la capostipite della nuova famiglia sportiva della Giulia. La meccanica è ovviamente derivata dalla berlina del 1962 con alimentazione a due carburatori doppio corpo, su una scocca con passo di 2350 mm. Giugiaro, che fa parte ufficialmente dello staff della Bertone, prende spunto da una sua precedente creazione, la 2000 Sprint del 1960; anche sulla nuova coupé stupisce l’ampio padiglione curvo che garantisce, di fatto, l’abitabilità per quattro persone. La modernità del design è rappresentata dai fianchi tesi interrotti da un diedro. Anche il frontale è innovativo, con una larga calandra rettangolare che ingloba i proiettori Carello, sormontata da un lamierato delimitato da due tratti obliqui, che verrà successivamente soprannominato “scalino”. Per limitare l’altezza del motore il filtro dell’aria e la scatola di aspirazione si trovano rispettivamente a sinistra e a destra della testata, raccordati da un manicotto (la cosiddetta “proboscide”), col coperchio delle punterie scavato in corrispondenza del passaggio del componente. Nei primi esemplari, come quello che compare in queste pagine, il sostegno del cofano motore è a compasso, poi sostituito da un’asta trattenuta da una molla.

Particolari del primo lotto. Costruita ad Arese il 28 dicembre 1963, la GT del piacentino Roberto Cavanna è sicuramente una delle più datate in circolazione. Restaurata una quarantina di anni fa, è caratteristica del primo lotto di produzione per alcuni particolari come le scritte in inglese invertite di abbaglianti e anabbaglianti sul coperchio fusibili, le leve dei deflettori posteriori, la selleria tutta in panno, il blocco del filtro aria fuso in terra, i supporti dei carburatori, la corona del volante con nima in metallo “a vista”. “Mi ha subito sorpreso per le prestazioni, che non sono poi così lontane da quelle dell’estrema versione 2000 GT Veloce”, dice Cavanna, “ancora oggi utilizzarla soprattutto fuori città è un vero piacere, a conferma dell’estrema modernità del progetto”.

Giulia GT “Lusso” (telaio 614613). Dopo circa un anno arrivano alcune piccole modifiche, oltre alla possibilità di avere una versione speciale con tinta metallizzata e interno in pelle. Nella prova su strada di Quattroruote (pubblicata a novembre 1963) è impressionante vedere la pagella ottenuta nel comportamento su strada dalla Giulia Sprint GT, che incassa una media superiore al 9. Le prestazioni esuberanti (la velocità di punta supera i 180 all’ora) ben si sposano alla grande sicurezza offerta sia come tenuta di strada sia come impianto frenante. A partire dalla fine del 1964 l’interno viene definito dalla Casa come “2+2” e non più a quattro posti, e subisce qualche modifica, con la possibilità di scegliere tra panno e finta pelle, panno “cammello” e finta pelle oppure totalmente in finta pelle. C’è anche la possibilità di optare per una versione “lusso” con vernice metallizzata e interno in pelle. Questo allestimento viene definito “Carrozzeria Lusso Bertone” ed è possibile ottenerlo con un sovrapprezzo di 195 mila lire. Che è poi quello dell’esemplare protagonista in queste pagine, in splendide condizioni originali. Venne acquistato nel 1965 da Camillo Marchetti, che è stato direttore Relazioni Esterne della Casa del Biscione. Oggi appartiene a un collezionista di Alfa Romeo, Flavio Piscitello di Varallo Pombia (Novara).

La scelta più bella. Prodotta il 6 maggio 1965, carrozzeria colore Grigio Medio abbinata a interno nero, è stata immatricolata sei giorni dopo. “L’unica agevolazione”, racconta Marchetti, “che ho avuto è stata quella di prenderla direttamente in Alfa e non tramite la rete di concessionari. Ho scelto la più bella, a mio parere, tra vari esemplari già allestiti. I due fregi con lo stemma Bertone che ho fatto montare successivamente sulle fiancate sono un dono di Gian Beppe Panicco, al tempo responsabile Relazioni Esterne della carrozzeria di Grugliasco”. Da un alfista doc a un altro, Flavio Piscitello, che una dozzina di anni fa era alla ricerca di un esemplare conservato: “Non mi sono fatto sfuggire l’occasione e ho fatto in modo che il passaggio di proprietà fosse registrato il 24 giugno 2010, giorno in cui l’Alfa Romeo ha compiuto i suoi primi 100 anni di gloriosa storia”.

Giulia GT Veloce (telaio 240491). Poche modifiche alla meccanica e una rivisitazione dell’interno la rendono più veloce e desiderabile. Per lei la Casa milanese rispolvera il Quadrifoglio. Presentata al Salone di Ginevra nel 1966 (ma già disponibile alla fine dell’anno precedente), la Giulia Sprint GT Veloce è la versione più grintosa e al tempo stesso più curata del modello d’esordio. Dal punto di vista esterno la si riconosce grazie alla mascherina, ora costituita da una fitta maglia in acciaio verniciato di nero, con tre listelli in acciaio inox. I paraurti non sono più in un solo pezzo: l’anteriore è costituito da due metà che si raccordano dietro il portatarga, mentre quello posteriore ha una lama centrale con due angolari. Sulla coda, alla destra della targa, compare la scritta con la denominazione del modello, mentre sui montanti posteriori vengono applicati due stemmi col Quadrifoglio. All’interno spiccano il nuovo volante di diametro ridotto col comando del clacson sulle tre razze, la plancia rivestita in finto legno, i sedili sportivi e anche più avvolgenti col rivestimento in finta pelle e la parte centrale lavorata, mentre il pianale è ora rivestito di moquette. Per quanto riguarda la meccanica, rispetto alla Sprint GT il diametro delle valvole di aspirazione aumenta da 35 a 37 mm, mentre l’angolazione tra di loro scende da 90° a 80°. Compaiono anche un nuovo collettore d’ammissione e carburatori differenti. La velocità di punta è di oltre 185 km/h.

Un restauro integrale. Costruito ad Arese alla fine del 1965, questo esemplare di colore Rosso Alfa è stato utilizzato per tanti anni nel Lazio e poi in Sicilia. Dimenticato in un garage abbastanza umido per una quindicina d’anni è stato poi recuperato scampando alla precoce rottamazione. Una decina di anni fa l’ha comprato Paolo Allevi di Vigevano (Pavia), che ha deciso di sottoporlo a un restauro integrale. “L’ho scelto fra le varie versioni che avevo opzionato”, dice il collezionista lombardo, “proprio per la sua livrea, identica a quella di mio padre che comprò proprio nel 1965 per poi subito fare una volata al mare, dove stavamo trascorrendo le vacanze, per farcela vedere. Ricordo ancora il rombo e la corsa sul balcone per guardarla, oggi come allora è bellissima”.

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