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30/12/2024 | di Andrea Paoletti
Alfa Romeo GTV 3.0 V6 24V, che motore!
Gli anni hanno dato giustizia a una coupé disegnata magistralmente da Pininfarina e Centro Stile della Casa, con un propulsore grintoso ed elegante, che dona gioia ai collezionisti
30/12/2024 | di Andrea Paoletti

L’Alfa Romeo GTV, lanciata nel 1995, è stata, da subito, oggetto di molte attenzioni - era il primo modello sportivo del marchio dopo diversi anni - e di qualche discussione, fondamentalmente incentrata sulla presenza della trazione anteriore. In teoria, era ormai sdoganata dal fatto che, a partire dalla 164, tutti i modelli del Biscione (tranne, la "Duetto", e le nicchie SZ e RZ) adottavano tale soluzione tecnica, ma all'epoca non tutti i puristi fedeli alla tradizione Alfa - quella del motore longitudinale e della trazione posteriore - furono d'accordo. Un orientamento sfumato e cambiato nel tempo, tanto che oggi la GTV (e la sorella Spider) è un modello apprezzato e ricercato dagli appassionati del Biscione.

Col V6 “Busso” è potente e veloce. La realtà dei fatti, sotto forma di un ottimo bilanciamento del corpo vettura, capace di garantire una tenuta di strada esemplare, smentirà i detrattori, regalando un buon successo di vendite alla GTV, la cui versione più prestigiosa è senza dubbio quella dotata del 6 cilindri a V di 3.0 litri, ulteriore evoluzione della prestigiosa "famiglia" dei motori dell'ingegner Busso, montato in posizione trasversale. L'unità erogava 220 CV (218 con omologazione Euro 3) e si faceva valere soprattutto per la coppia, necessaria per imprimere vivacità a una sportiva dalla massa di 1.415 kg (non pochi per una vettura di 4,3 metri), consentendo alla GTV 3.0 V6 24V di raggiungere i 240 km/h e di passare da 0 a 100 in 6,8 secondi.

Ben piantata a terra. Una delle caratteristiche meccaniche peculiari della GTV era la presenza, al posteriore, di un telaietto supplementare in lega leggera dedicato alle sospensioni multilink, che copiavano fedelmente la superficie stradale ed esaltavano la precisione di guida, grazie anche a barre stabilizzatrici su entrambi gli assali. Sulla 3.0 V6 trovavano posto anche pinze Brembo a 4 pistoncini, dischi anteriori autoventilanti da 305 mm e Abs, abbinato - a partire dal 1998 - a un ripartitore di frenata, mentre i cerchi di lega, dal design molto azzeccato, montavano pneumatici 205/50ZR16, poi passati a 225/45/17 in occasione del restyling del 1998.

La dotazione di serie non cambia. La 3.0 V6, a livello di dotazione, non offriva nulla in più rispetto a una 2.0 Twin Spark L o una 2.0 V6 TB, se non le pinze freno verniciate di rosso con scritta Alfa Romeo e, a partire dal 1998, un volante sportivo a tre razze. Si ritrovavano quindi sedili sportivi di pelle con logo ricamato al centro dello schienale, condizionatore semiautomatico, fendinebbia, specchietti elettrici riscaldati. Esternamente, poi, in pratica solo la sigla del modello, sulla parte destra del coperchio baule, poteva far capire di essere al cospetto della più performante delle GTV.

Con il kit tocca i 250 orari. Con il restyling le minigonne vengono verniciate in tinta carrozzeria, la mascherina anteriore diventa cromata e, all’interno, compare un bracciolo con portaoggetti e un nuovo disegno della plancia e del tunnel, con dettagli di alluminio. In collaborazione con il tuner tedesco Zender viene poi reso disponibile un kit aerodinamico composto da spoiler anteriore e posteriore e minigonne accentuate, grazie al quale la 3.0 V6 sfiora i 250 km/h.

La 3.2 è la più rara. L’ultima incarnazione prima dell’uscita di produzione del modello è quella del 2003, che introduce il nuovo frontale, con scudetto allungato, decisamente meno armonico, mentre il V6 "Busso" vede aumentare la cilindrata a 3.2. I cavalli diventano 240 e lo 0-100 scende a 6,3 secondi, mentre, con i suoi 255 km/h, diventa l’Alfa di serie più veloce e quella più ricercata, anche perché prodotta in soli 512 esemplari. Oggi tutte le GTV si sono rivalutate e per una 3.0 V6 ci vogliono dai tredici ai ventimila euro.

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