Il 2025 è un anno speciale non solo per la Citroën, ma per tutto il mondo dell’automobile: festeggia 70 anni l’auto più rivoluzionaria di tutti i tempi, una vettura che è andata, se possibile, anche oltre il suo nome divino, DS, per diventare un’icona senza tempo, oltre le mode e i gusti. L’originalità e la capacità di sorprendere del marchio francese ha attraversato i decenni e conquistato molti automobilisti, come il collezionista svizzero che ha deciso di mettere all’asta tutte le sue vetture, in occasione della “Vente de primptemps” del 16 marzo, organizzata a Parigi da Aguttes on Wheels. Non prima però che alcuni di essi abbiano fatto una passerella a Rétromobile.
Auto innovative. Il sito francese Newsdanciennes ha avuto accesso alla collezione in anteprima e ha stuzzicato la curiosità degli appassionati transalpini con alcune foto. Perfettamente allineati in un grande garage, si possono vedere esemplari solitari così come vere e proprie “famiglie” e non mancano alcuni pezzi decisamente rari, magari non troppo conosciuti da noi, ma degni di nota. Le due più anziane sono le Traction Avant, una 7C berlina del 1935 e una 15 Six D del 1950 con interni di pelle, ma c'è anche una Ami 6 del 1968, una delle poche a non essere stata restaurata, mentre due macchie arancioni annunciano la presenza di una Dyane 6 del 1980 e una Mehari del 1973, auto geniali nella loro semplicità e simboli di libertà per intere generazioni.
Sportive e sperimentali. Una Citroën BX GTI 1.6 del 1988 appare in condizioni pari al nuovo ma è la sua rarissima sorella ad attirare l’attenzione: prodotta pare solamente in 62 esemplari, la 4TC in versione stradale è sconosciuta ai più quanto la versione “Gruppo B” dalla quale era stata derivata. Sfortunata in pista e scomparsa in fretta dai concessionari, è tra le Citroën più costose e non se ne vedono facilmente, così come l’altra sportiva presente nella collezione, ovvero la Visa 1000 Pistes: 4 ruote motrici, 200 unità costruite e, nel caso di questo esemplare, meno di 200 km percorsi. Decisamente non sportiva ma forse altrettanto rara e originale, è la M35, coupé sperimentale su base Ami8 prodotta in soli 267 unità (delle 500 previste) tra il 1969 e il 1971 e caratterizzata dalla presenza sotto al cofano di un motore rotativo. Quella che si vede nelle foto ha curiosamente il numero di telaio 465 e le fa compagnia il modello che, nonostante il fallimento del primo esperimento con il Wankel, costituisce la prima Citroën di serie con questo tipo di motore, la GS Birotor, anch’essa dal triste destino commerciale.
DS grandi protagoniste. Le regine della collezione - se non altro in quanto presenti in gran numero - sono le DS e le 2CV: ce ne sono per tutti i gusti, tra colori e allestimenti che ne raccontano l’evoluzione negli anni. C’è una DS 19 del 1957 color giallo narciso e una del 1965 che è la prima Pallas della gamma, con interni lussuosi, cromature e sedili imbottiti che la rendevano un vero salotto, mentre la DS 21 del 1967 segna l’arrivo di un motore più performante, un’evoluzione che troverà il culmine con la DS 23, anch’essa presente. La scena viene però inevitabilmente rubata dalla Break, ovvero la versione station wagon: enorme, più sgraziata della berlina, ma imbattibile come auto per le vacanze o per impieghi speciali, tipo autoambulanza.
Lo stile di SM e CX e la simpatia delle 2CV. Una solitaria SM del 1970 (la prima a essere immatricolata in Svizzera) dimostra che il suo fascino con gli anni non ha fatto altro che aumentare, discorso che vale anche per la CX. C’è una GTI 2400 del 1977 e una Prestige del 1980 con tetto apribile e interni di pelle, ma per il gran finale ecco le 2CV: ce ne sono addirittura 11, da una AZ 425 del 1959, arrugginita ma con solo 6.080 km, alla Type A del 1953 in allestimento “Fourgonnette” con gli interni originali. Non mancano le serie speciali: una Charleston del 1981 e una Dolly del 1986.