All'asta la BMW M1 di Lauda
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23/12/2025 | di Andrea Paoletti
All’asta la BMW M1 di Lauda
Sarà una delle star dell’evento organizzato da Mecum Auctions a Kissimmee, soprattutto perché non ne è stato stimato il valore
23/12/2025 | di Andrea Paoletti

Quando nel 1979 Niki Lauda vinse il neonato campionato ProCar, dove a darsi sportellate nelle piste europee in concomitanza con le tappe del Mondiale di Formula 1 c’erano grandi campioni dell’epoca, la BMW decise che un trofeo qualunque non sarebbe bastato. Così gli mise in mano una M1 stradale costruita apposta per lui: un pezzo unico già allora, oggi un cimelio pronto a finire sotto il martello di Mecum a Kissimmee (una città il cui nome si può tradurre in “Baciammii”) dal 6 al 18 gennaio.

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La prima delle BMW M

Nel campionato ProCar, si sfidavano piloti di Formula 1, del Campionato Mondiale Sport-Prototipi e del Campionato Europeo Turismo; insomma, i migliori. La BMW, astutamente, in questo modo voleva far pubblicità alla neonata creatura del reparto M, una berlinetta a motore centrale-longitudinale, con telaio tubolare irrigidito, sospensioni indipendenti con quadrilateri deformabili, freni a disco autoventilanti su entrambi gli assi e uno dei primi sistemi ABS sviluppati da BMW con Bosch. Per la parte motoristica, il magnifico sei cilindri in linea S32B35 bialbero da 3.5 litri, 24 valvole e lubrificazione a carter secco capace di produrre 277 CV a 6.500 giri e accoppiato a un cambio manuale ZF a 5 marce con prima in basso, oltre a un differenziale autobloccante al 41%.

Disegnata da Giugiaro e prodotta in poche centinaia di esemplari

Raggiungeva i 262 km/h e scattava da 0 a 100 in 5,6 secondi, che nel 1979 erano numeri riservati a pochissime vetture e, come se non bastasse, per disegnare la carrozzeria (realizzata di vetroresina) era stato scomodato un certo Giorgetto Giugiaro, che aveva disegnato un incisivo profilo a cuneo con il classico rene BMW ridotto a un lieve accenno, fari a scomparsa – una prima assoluta per Monaco – e un baricentro rasoterra che obbligava a contorsioni per calarsi nell’abitacolo. Ne sono stati prodotti solo 399 esemplari in configurazione stradale e 54-56 (non ci sono numeri precisi) allestiti da corsa: quando uno di essi viene messo in vendita, i radar dei collezionisti si mettono immediatamente in allarme.

Solo 20 mila km e una livrea d’artista

Questa poi non è la solita M1: oltre alla livrea dipinta a mano, con la firma di Walter Maurer, l’artista delle Art Car, pur essendo la versione stradale, sfoggia lo spoiler anteriore stile ProCar e, come si evince dalle foto, è in condizioni eccezionali. Ha solo 20.350 km all’attivo e conserva quell’aura speciale di un campionato mitico e il valore speciale di essere l’auto-trofeo del campione che lo inaugurò, una sorta di omaggio su quattro ruote al campione austriaco e alla stagione monomarca più accesa che la Formula 1 abbia mai ospitato ai margini dei Gran Premi. Lauda, infatti, se la dovette vedere con – tra gli altri – Piquet, Regazzoni, Laffite, Stuck, con il brasiliano che si svelò come il rivale più tenace, ma dovette inchinarsi di fronte alle tre vittorie e alla ben nota regolarità dell’ex pilota Ferrari.

Un pezzo di storia motoristica

Questa M1 fu importata negli Stati Uniti nel 1987 e una delle sue ultime apparizioni pubbliche è stata al Concorso d’Eleganza di Hillsborough nel 2017, anche se, nello stesso anno, sulla piattaforma di vendita Craiglist, sempre negli USA, era comparsa un’altra M1, di color aragosta, il cui proprietario sosteneva fosse stata quella guidata da Lauda. Un mistero mai risolto, ma poco importa: i documenti di questo esemplare non mentono e, di fronte a un’auto con la rara capacità di evocare il momento in cui un campione, un’idea folle e una supercar a motore centrale si incontrarono per scrivere una pagina epica dell’automobilismo, si può solo nutrire ammirazione. Ora cerca un nuovo custode ma non accetterà niente di meno che il migliore, come Niki.

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