Amelia Island: le più belle all’asta - Ruoteclassiche
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20/02/2025 | di Andrea Paoletti
Amelia Island: le più belle all’asta
Si va dagli anni 50 agli anni 90, tra spider, coupé e una berlina che ha lasciato il segno; le italiane grandi protagoniste
20/02/2025 | di Andrea Paoletti

Temperatura massima di 23° e minima di 13°, cielo sereno, leggera brezza marina. Le previsioni meteo per il 7 e l’8 di marzo ad Amelia Island sono ottime e sicuramente il folto pubblico di appassionati americani che si darà appuntamento per una delle aste più glamour dell’anno, organizzata da Broad Arrow, potrà ammirare le auto sorseggiando un cocktail al Golf Club che ospita l’evento.

La Stella vissuta a Milano. Sognare non costa niente e se già essere presenti a un evento del genere sarebbe un ottimo modo di passare il weekend, basta sfogliare la lista delle auto per entrare in un piccolo paradiso popolato da leggende a quattro ruote, con modelli che stanno iniziando a fare sempre più spesso capolino, dopo anni di oblio. Stiamo parlando delle Mercedes AMG degli anni 80 che stanno vivendo un vero e proprio boom: la 500 SEC AMG del 1986 spinta dal V8 con cilindrata portata a 6 litri per 385 CV, ha un "body-kit" degno di un boss - con carreggiate allargate, cerchi AMG “Aero III” in tre pezzi - e ha vissuto in Italia dal 1987 al 2004, in tempo per vedere la Milano da bere e Tangentopoli. Ha incredibilmente solo 4.943 chilometri e un optional raro per l’epoca, ovvero il computer di bordo; la stima balla tra i 500 mila e i 600 mila dollari, quando fino a pochi anni fa ne sarebbero bastati 100 mila.

Berline molto cattive. Stesso discorso per una 560 SEL sempre passata per le mani di AMG: una berlina che nel 1989 sfoggiava un tachimetro con fondo scala a 300 km/h e, noblesse oblige, due tavolinetti da pic-nic ripiegabili, per la gioia del primo proprietario giapponese. La stima è di 300 mila dollari, anche se, potendo scegliere, tra i 200 mila e i 250 mila dollari c’è anche una molto più iconica 500 E. L’auto con cui la Mercedes, grazie all’aiuto della Porsche, ha dato dei grattacapi alla BMW M5 e un nuovo significato alla parola “Hammer”: questo esemplare è del 1993, ha 133 mila km e uno scarico completo firmato AMG, come i massicci cerchi da 18 pollici.

Orgoglio italiano. L’Italia risponde con pezzi da novanta come una Ferrari 250 GT LWB California, considerata tra le più interessanti spidermai costruite. Questo esemplare è uno dei soli otto con carrozzeria di alluminio ed è stato addirittura capace di conquistare il quinto posto assoluto alla 24 Ore di Le Mans del 1959: non c’è da meravigliarsi se la stima minima è di 10 milioni di dollari. Di fronte a certe cifre sembra quasi regalata una splendida Lancia Stratos nell’iconico color azzurro, fresca di restauro e immatricolata originariamente in Germania a novembre 1975: 650 mila dollari è la valutazione massima. La stessa cifra può essere investita in alternativa in un altro capolavoro di Marcello Gandini, ovvero una Lamborghini Countach “Quattrovalvole” del 1987, verniciata nel raro Giallo Fly e con soli 24.500 km. Ha la certificazione del Lamborghini Polo Storico e solo pochi mesi fa ha ricevuto una frizione nuova, mentre il V12 da oltre 5 litri - qui dotato di iniezione e quindi con “soli” 420 CV - è stato completamente smontato e controllato in ogni suo particolare.

Tre generazioni con il V12 al centro. La Testarossa del 1990 vince a mani basse il premio “garage queen”, visto che ha percorso solo 844 km (e forse per questo la richiesta è di 400 mila esagerati dollari), mentre è curioso trovare contemporaneamente una 365 GT4 BB e una 512 BBi, ovvero due generazioni dell'analoga vettura, la prima Ferrari ad alte prestazioni a montare il motore in posizione centrale. La gialla 365 GT4 BB è del 1975, ovvero una delle ultime prodotte e conserva il suo 12 cilindri boxer di 4.4 litri originale, con fatture di lavori per quasi 70.000 euro. Viene proposta a 325-375 mila dollari, mentre ne possono bastare 330 mila per la 512 BBi del 1983 che ha più fatture del meccanico che chilometri percorsi: sono stati spesi infatti 117.000 dollari nel corso della sua esistenza, basata su soli 13.606 km.

Leggende dell’automobilismo. Chiudiamo con la seconda auto più costosa dell’asta, ovvero una Jaguar D-Type del 1954 portata in gara a Le Mans da Stirling Moss. Non serve aggiungere altro, se non che ci si aspetta possa toccare gli otto milioni e mezzo di dollari. Sfida di alta classe invece tra una BMW 507 Roadster e una Aston Martin DB5, la prima in condizioni da concorso e destinata a superare i 2 milioni di dollari, mentre la seconda, circa 20 anni fa, è stata restaurata da cima a fondo, dalla carrozzeria alle sospensioni, fino agli interni. Si pensa possa sfiorare il milione di dollari.

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