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ANNI OTTANTA, IL PIACERE DI GUIDARE

Con Ruoteclassiche di giugno siamo arrivati all’ultimo appuntamento con la collana “Le Sportive, 1974-1985” (4,70 euro in più rispetto al prezzo della rivista). La forbice che separa le vetture dei primi anni 80 da quelle di oggi si assottiglia notevolmente. Nessun modello nato trent’anni fa ci appare infatti così datato, vecchio o superato. Tanto che, dovendolo definire d’epoca, spesso restiamo interdetti.

In passato era molto più facile rilevare la vetustà di un’auto. Oggi, invece, riconoscere una vettura come storica è molto più complicato. In certi casi l’impresa è quasi impossibile. Esistono modelli, soprattutto Porsche e Ferrari, che potrebbero essere scambiati quasi per novità. Altre auto, anche se datate nel design, denunciano prestazioni invidiabili, tali da poter essere confrontate con la produzione più moderna. Ciò nonostante il collezionismo non sembra soffrire crisi d’identità e dimostra un grande interesse verso le auto degli anni 80. Soprattutto se sportive.

Qual è la ragione di tale fascino? L’elemento d’attrazione evidentemente non è solo la linea, che pure non è sempre elegante ed esclusiva come per le fuoriserie degli anni 50 e 60. E nemmeno l’innovazione tecnica. Ciò che rende interessanti i modelli degli anni 80 è qualcosa d’impalpabile, ma di incredibilmente importante: la sensazione che danno a chi li guida. È una sensazione che sa ancora di “antico”, un modo irripetibile per tornare a essere piloti. Dopo, con l’avvento dell’elettronica, niente sarà più come prima.

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