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11/10/2002 | di Redazione Ruoteclassiche
ARMONIA ITALIANA
Basso il cofano, sfuggente il parabrezza e tronca la coda perché così “l’ha disegnata il vento”; potente il motore perché ha distribuzione bialbero e camere di combustione emisferiche; ben scalati i rapporti, perché il cambio è a cinque marce ed elevata la sicurezza. Il 27 giugno del 1962 all’Autodromo di Monza venne presentata finalmente alla stampa […]
11/10/2002 | di Redazione Ruoteclassiche

Basso il cofano, sfuggente il parabrezza e tronca la coda perché così "l'ha disegnata il vento"; potente il motore perché ha distribuzione bialbero e camere di combustione emisferiche; ben scalati i rapporti, perché il cambio è a cinque marce edelevata la sicurezza.

Il 27 giugno del 1962 all'Autodromo di Monza venne presentata finalmente alla stampa la tanto attesa "Giulia TI". La nuova berlina compatta dell'Alfa Romeo, lunga 4140 mm, segnava dal punto di vista stilistico una netta rottura con il passato della Casa. Non più un cofano imponente a sottolineare la potenza del motore, ma basso, sfuggente per fendere meglio l'aria; le fiancate dritte, a sfiorare appena le ruote.

Ma la carica innovativa maggiore si trovava nella coda tronca. Una soluzione che sollevò non poche perplessità, ma che nei lunghi studi condotti nella galleria del vento del Politecnico di Torino aveva dimostrato la sua validità dal punto di vista aerodinamico. Il coefficiente di penetrazione della "Giulia" aveva quasi dell'incredibile, 0,34, lo stesso della Porsche "911". In una classifica stilata dalla britannica MIRA (Motor Industry Research Association), la berlina di Casa Alfa conquistò il quinto posto tra le vetture con il CX più basso.

Non meno innovativa era la meccanica. Nel motore a quattro cilindri di 1570 cm³ vennero infatti adottate valvole di scarico raffreddate al sodio. Era la prima volta che tale tecnica costruttiva, di derivazione aeronautica, veniva impiegata su un motore automobilistico di serie. I vantaggi erano indubbi e in particolare una maggior resistenza della valvola negli impieghi più gravosi e la sensibile diminuzione del rischio che il fungo rovente della valvola stessa potesse innescare nella camera di combustione la detonazione spontanea della miscela.

La "Giulia" era inoltre una delle prime vetture con cambio a cinque rapporti. Il comportamento su strada della "Giulia" entusiasmò, a eccezione dei freni a tamburo, efficaci, ma un po' al limite su una vettura capace di sfiorare i 176 km/h (la velocità massima dichiarata dalla Casa è di 165). Non a caso nel 1964 i tamburi vennero sostituiti da quattro freni a disco Dunlop. La "Giulia" con la sua la scocca a struttura differenziata si impose come una delle vetture più sicure sul mercato.

Alcune critiche furono mosse al confort, non eccezionale, e alla finitura, non al livello della classe della vettura. Qualche perplessità suscitarono anche il sedile anteriore a panchetta (l'omologazione infatti era per sei persone) e la leva del cambio al volante.

Nel 1962 dunque la "Giulia" apparve come un'automobile rivoluzionaria, destinata a divenire un punto di riferimento per l'industria europea. Uscì di scena nel 1977.

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