Auto Avio Costruzioni, da qui partì il sogno Ferrari - Ruoteclassiche
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20/09/2019 | di Elisa Latella
Auto Avio Costruzioni, da qui partì il sogno Ferrari
Abbandonata l'Alfa in seguito ai contrasti con il direttore tecnico Wifredo Ricart, nel 1939 Enzo Ferrari fondava a Modena la Auto Avio Costruzioni
20/09/2019 | di Elisa Latella

Grazie alla liquidazione ottenuta dopo vent’anni di lavoro all’Alfa Romeo, abbandonata in seguito ai contrasti con il direttore tecnico Wifredo Ricart, nel 1939 Enzo Ferrari fondava a Modena la Auto Avio Costruzioni

L’Alfa Romeo però si era guardata le spalle, facendo firmare a Ferrari un accordo che di fatto gli impediva di intraprendere qualsiasi tipo di attività agonistica con il marchio della Scuderia per cinque anni. Forse qualcuno non aveva tenuto conto del fatto che non sono le aziende a fare le persone, ma le persone a fare le aziende. Infatti, anche se nello statuto della Auto Avio Costruzioni era prevista la costruzione di aeroplani come oggetto sociale, l’attività volge presto verso il settore automobilistico.

La 815 e il debutto in gara. Con il marchio Auto Avio Costruzioni Enzo Ferrari realizza l’anno successivo la 815, progettata da Alberto Massimino in collaborazione con Vittorio Bellentani. Motore Fiat a 8 cilindri da 1,5 liltri di cilindrata (da qui il nome 815) e cambio a quattro marce. Il 28 aprile 1940 le auto partecipano al primo Gran Premio di Brescia (tredicisima edizione della Mille Miglia), con due equipaggi formati da Rangoni e Nardi e da Ascari e Minozzi.

Gioielli preziosi. Restano nella storia delle corse queste due autovetture Spyder, costruite con telaio Fiat e carrozzeria Touring. Oggi una sola è stata ritrovata e restaurata, quella del pilota Alberto Ascari. Il modello, del tipo a coda corta, appartiene alla collezione privata di Mario Righini, a Castelfranco in Emilia. Si può ammirare frequentemente presso la casa museo Enzo Ferrari a Modena, in occasione di mostre temporanee. In merito al modello di proprietà del marchese Lotario Rangoni Machiavelli, non si hanno documentazioni di demolizione, ma secondo i racconti è stato distrutto. Infatti, il fratello Rolando Rangoni Machiavelli, dichiarò di aver inviato i resti della vettura presso un demolitore, e si narra che la stessa sia stata ritrovata presso uno sfasciacarrozze quando non c’era più niente da fare.

Si cambia in Ferrari. Trascorrono cinque anni, il secondo conflitto mondiale volge al termine. Nel 1943 gli stabilimenti vengono trasferiti a Maranello, e nel 1957 il nome Auto Avio Costruzioni cambia in Auto Costruzioni Ferrari; tre anni dopo la società viene diventa una società per azioni, denominata Società Esercizio Fabbriche Automobili e Corse, in sigla Sefac, acronimo in cui tanti appassionati volevano leggere la frase "Sempre Enzo Ferrari Anche Cambiando". Sono gli anni in cui la Ford tenta di acquistare, senza farcela, la casa di Maranello.

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