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17/01/2018 | di Redazione Ruoteclassiche
Baby Boomer vs Millennial: rischi e opportunità per le auto classiche
Rarità, valore storico e sportivo ma anche il ruolo e le passioni delle singole generazioni possono influire in futuro su valore e tipologia dei beni da collezione, auto comprese? Se lo domandano in molti. Anche il New York Times
17/01/2018 | di Redazione Ruoteclassiche

Rarità, valore storico e sportivo ma anche il ruolo e le passioni delle singole generazioni possono influire in futuro su valore e tipologia dei beni da collezione, auto comprese? Se lo domandano in molti. Anche il New York Times.

La contrapposizione tra generazioni riguarda non solo orientamenti politici e scelte di vita, ma spesso la disponibilità economica, i gusti e i metodi di consumo. Il confronto più immediato riguarda i Baby Boomer, ovvero i figli del dopoguerra che hanno vissuto il boom economico, e quelle successive: Generazione Y, X e Millennial.

I Baby Boomer rappresentano ancora una parte molto importante dell’economia e il New York Times nel corso del 2017 ha pubblicato un articolo domandandosi cosa ne sarà dei loro beni da collezione: non è detto che le generazioni successive, che ad esempio hanno meno case o sono più “nomadi”, seguano gli stessi usi e costumi fatti di “accumulo” e conservazione, sia di case che di oggetti.

Naturale domandarsi se il fenomeno tocchi anche il tema delle auto classiche. Secondo dati Hagerty riportati da Autoweek in occasione dell’ultima edizione delle aste di Monterey, ad esempio, i Baby Boomer stanno comprando molte più auto classiche delle generazioni successive, in ragione di uno a dieci se si prende a confronto la Generazione X, ovvero quella immediatamente successiva.

Non si tratta quindi solo di una questione di gusti, ovvero che ogni generazione cerca l’auto che si teneva in camera col poster (oggi sullo schermo del telefonino verrebbe da dire) come fenomeno in grado di spostare i gusti del futuro. Qui si tratta anche di “volumi”, con grandi collezioni o numerosi esemplari di auto storiche significative per una generazione e meno per altre. E quindi di capire come e a chi interesseranno auto d’epoca ora in mano a signori dallo stile giovanilistico, con buone possibilità economiche ma che, presto o tardi e con tutti gli scongiuri del caso e il più tardi possibile, passeranno a miglior vita.

Nessun dubbio che una Ferrari 250 GTO sarà sempre ricercata ma storia diversa è capire se una Lancia Fulvia HF dirà ancora qualcosa a chi ora non ha ancora l’età della patente. Forse sarà un caso, ma il grafico Hagerty delle Auto americane degli Anni ‘50 è cresciuto solo fino al 2008 per poi rimanere sostanzialmente piatto. Un andamento ben diverso rispetto alle auto da collezione più economiche, prima scelta di ingresso per giovani collezionisti.

Altri elementi che potrebbero portare acqua al mulino del pessimismo sono legati ai differenti costumi di vita e alla disponibilità di risorse economiche, che vedono le vecchie generazioni in questo momento avvantaggiate rispetto a quelle più giovani. Tuttavia ci sono anche altri segnali che invece, nel corso dei prossimi anni, potrebbero ribaltare la prospettiva e che forse sono già dietro la crescita impetuosa del mercato: ad esempio auto più recenti, che siano “instant classic” o “youngtimer”. Vedi il caso della Mclaren F1 battuta all’asta da Bonhams per 15 milioni di euro, un’auto con appena vent’anni di vita.

Infatti se si guardano i numeri la generazione dei Millennial, ovvero i nati tra la fine e l’inizio del nuovo secolo, è già ora negli Stati Uniti numericamente più numerosa sia degli anziani sia della generazione di mezzo e, nei prossimi anni, il gap tra quella più giovane e quella più anziana crescerà.

D’accordo: ci sono costumi e gusti diversi ma anche milioni di possibili nuovi consumatori e anche collezionisti. E proprio secondo una ricerca pubblicata da Cap Gemini sugli High Net Worth Individual, le persone con alto patrimonio, i loro investimenti del 2016 nel confronto con l’anno precedente sono aumentati del 27% in media. Mentre il loro numero è aumentato del 4% e il patrimonio dell’8%.

Si tratta di persone che rientrano facilmente nella categoria dei collezionisti che sia di arte, mobili o auto. Che hanno e avranno poi più risorse da investire. E quindi, volendo essere ottimisti, ci sono molti soggetti che in futuro potrebbero “fare il mercato”. Senza contare le nuove modalità di investimento come fondi o forme di noleggio o pagamento a consumo.

Negli Stati Uniti, sempre secondo il New York Times, si sarebbero sviluppate anche nuove forme di consulenza e/o associazioni che aiutano le nuove generazioni a “capire” cosa erediteranno dai genitori e a gestirne gli aspetti di una eventuale vendita o spostamento logistico.

Rimane il fatto che interpretare e prevedere il futuro non è facile e i gusti, come le mode, possono anche essere imprevedibili. Sempre secondo i dati Hagerty, le generazioni dei “ragazzi” tra i 20 e i 45 anni sembrerebbero appassionati, e molto, di Land Rover Defender e di Suv oltre che di auto extra large come le Ford Bronco, fino a poco tempo fa lontane dai riflettori, determinando anche una forte crescita dei modelli da prezzi bassi, sotto i 15000 euro.

L’attenzione più alta verso i Suv era citata tra le righe di un altro report, il Knight Frank Luxury Index, che registra andamento e valutazione dei beni da collezione e lo si legava alla maggiore presenza di collezionisti benestanti in aree come Arabia, Africa e Asia. Due indizi non fanno una prova, ma forse meglio segnarselo sul taccuino.

Luca Pezzoni

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