Imbattersi in un’Alfa 1900 Super del 1954, ferma da oltre 15 anni e quindi un po’ trascurata, ma completa e non aggredita dalla ruggine, è un evento che solleticherebbe la maggior parte dei collezionisti. Scoprire poi che non si tratta di una 1900 qualunque, ma piuttosto di una delle vetture destinate - al tempo, in un piccolissimo lotto - alla Guardia di Finanza, non farebbe altro che accrescere la soddisfazione.
Proprio quello che è successo a Pier Paolo Garofalo, collega de “Il Piccolo” di Trieste. L’"Alfona" nera non sembrava una macchina particolare, però esaminandola con calma qualcosa di inconsueto ha cominciato a rivelarsi: intanto la “manomissione” del cassetto portaoggetti, dal quale era stato smontato il motorino elettrico del tergicristallo per far posto a un radiotelefono della prima ora.
I tergi, così, sono incernierati sopra il parabrezza e azionati da un motorino ciascuno (in pratica sono quelli della fuoristrada Matta). Sulla plancia, poi, è fissata una targhetta metallica con il numero di matricola per inventario, come su tutti i beni dei Corpi militari. Se ci potevano ancora essere dei dubbi, un foglio incastrato sul fondo del portaoggetti li ha cancellati: è il contratto per l’assicurazione della 1900, anno 1957, fra una compagnia di Roma e il Comando Guardia di Finanza.
La persona che ha venduto l’Alfa a Garofalo ricordava che fosse appartenuta alla polizia, fatto che non l’avrebbe resa poi così rara quanto invece è in effetti. Uno dei responsabili del Museo Storico della Guardia di Finanza di Roma, arrivato a Trieste per valutare l’acquisizione della 1900, che con ogni probabilità andrà a buon fine, ha confermato che l’auto è stata consegnata al Corpo nel settembre 1954 e assegnata al nucleo di Trieste a ottobre, giusto in tempo per il ritorno della città all’Italia dopo gli anni passati sotto il governo degli Alleati.
Originariamente verniciata in Grigio Alba, come risulta dalle foto delle “gemelle” dell’epoca, quasi certamente la 1900 serviva per azioni anti contrabbando. Quando le prestazioni del generoso quattro cilindri smisero di essere al vertice, fu ridipinta di nero e adibita al trasporto del comandante locale. Secondo i responsabili del museo è l’unico esemplare rimasto del piccolo numero assegnato ai finanzieri.
Merita pertanto sicuramente di essere riportata alle condizioni d’origine e di essere esposta nel museo del Corpo. Se poi si riuscisse a scovare qualche immagine o documento che comprovasse la partecipazione della “nostra” 1900 Super all’ingresso delle prime truppe italiane a Trieste, il suo valore storico ne sarebbe considerevolmente accresciuto.
Testo di Fulvio Zucco, Foto di Fabio Balbi