I periodici aggiornamenti del Knight Frank Luxury Index dicono che nel 2017 le auto storiche sono cresciute del 2%, ma in dieci anni il valore medio è triplicato
I veicoli storici crescono ancora ma le percentuali record degli ultimi anni sono ormai un lontano ricordo. Arriva un aggiornamento dell’indice Knight Frank con arte, monete antiche, auto storiche e vini da collezione, che si passano il testimone oscillando con il segno più o meno in base alle scelte di investimento o gusti momentanei dei super ricchi sparsi agli angoli del globo. I cosiddetti "luxury collectibles" rappresentano in effetti anche un modo per i detentori di grandi patrimoni per "diversificare" e proteggersi dalle fluttuazioni dei mercati. Ma è bene ricordare che le auto, in questo paniere, hanno una particolarità che le rende uniche: non solo si possono guardare come un quadro, un francobollo o una moneta antica ma si possono anche “gustare” guidandole senza intaccarne il valore. Questo per esempio non accade con il vino che continua a crescere, solo a patto di tenerselo in cantina e non aprirlo.
Sia come sia, le auto storiche nonostante gli alti e bassi di mercato secondo Knight Frank salgono del 2% in base ai dati dell'ultimo quadrimestre del 2017. Confermando quindi i dati già comunicati nei primi sei mesi dell'anno e continuando in un progressivo calo che aveva fatto registrare +16% nel 2015 e +9% nel 2016. Una crescita modesta negli ultimi 12 mesi e che nella buona sostanza significa che ci sono auto che crescono sicuramente di più della media e altre che calano parecchio. Non a caso sono arrivati segnali di allarme anche dal Financial Times che recentemente ha dedicato un articolo al tema di un mercato molto più complicato rispetto a prima, segnalando tra le varie ragioni anche le criptovalute che avrebbero attratto maggior investimenti con il miraggio di lauti guadagni. Teoria interessante ed, evidentemente, segnale chiaro del fatto che di recente al tema delle storiche si erano avvicinati investitori con ottica finanziaria piuttosto che veri appassionati di auto.
Ma ammesso che abbia un senso fermarsi agli anni solari per calcolare il rendimento, occorre anche ricordare senza tema di smentita che le auto storiche, riavvolgendo il film su base decennale, rimangono di gran lunga il bene che si è apprezzato di più in questa particolarissima categoria, segnando un inequivocabile +334%. Va detto inoltre che l'indice aggregato, che costituisce appunto il Knight Frank Luxury Index, cresce su base annua del 7 percento nel 2017. Per la cronaca arte e vino occupano i primi due posti, rispettivamente +21% e +11% nel 2017. Anche orologi, monete e gioielli oscillano tra il 4 e 5% e superano le auto. Ma negli anni passati avevano tutti fatto molto peggio.
A fare tutta la differenza quindi è l’arco temporale in cui si analizza la situazione; rimane un fatto che tra la crisi del 2008 e oggi, chi avesse azzeccato l’entrata come investimento nel settore auto storiche avrebbe in media triplicato il valore dando retta all'indice. Quindi più che da preoccuparsi ci sarebbe da festeggiare un dato senza confronti per nessuno: il vino, che è al secondo posto su scala decennale, ha fatto segnare un più 192%. Ma forse i vari dati di cui tenere conto non sono solo quelli numerici e si trovano tra le righe del corposo report scaricabile dal sito della società leader nel settore immobiliare.
Il primo è che i super ricchi detentori di grandi patrimoni stanno aumentando. Tanto per rendere l’idea, tra 2012 e 2017, solo in Europa sono passati da 32.000 a 35.000 e saranno, secondo le previsioni, 47.000 nel 2022. Stati Uniti e Asia faranno ancora meglio e sono già ora su numeri complessivi di "detentori di grandi patrimoni" superiori a quelli del vecchio continente mentre nuovi ricchi investitori, grazie alla crescita dei patrimoni, si affacceranno nel prossimo quinquennio con risorse fresche da investire provenienti da mercati ora meno importanti in termini di volumi come Emirati Arabi, Russia, e Africa. Certo poi si tratta di vedere se le previsioni saranno confermate e se saranno le auto piuttosto che l’arte o le monete antiche ad attrare le preferenze di investimento.
Probabilmente sarà un mercato diverso e che sta cambiando proprio complice i gusti globali, che tendono a polarizzare le scelte sulle auto più ricercate. E che risentono anche dei gusti di clienti più globalizzati e spesso che arrivano alla ricchezza più giovani; sarà un caso ma negli Uusa le Jeep antesignane dei Suv come il Ford Bronco sono molto ricercati. Non a caso sempre nel report si ricorda che tanto per il vino quanto per le auto si registrano casi singoli con picchi e record fuori parametro. Vedi i casi della McLaren F1 battuta all’asta per 15,6 milioni di dollari da Bonhams o i 22,5 milioni di dollari fatti segnare dalla Aston Martin DBR1 di Stirling Moss.
Luca Pezzoni