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01/11/2000 | di Redazione Ruoteclassiche
BENVENUTO NEL CLUB DEGLI ALFISTI
Negli anni Settanta, le berline dell’Alfa Romeo erano tra le auto più veloci e maneggevoli. L’ideale per chi, in Italia e all’estero, si aspettava dalla sua macchina sicurezza e piacere di guida, a costo di chiudere un occhio (a volte anche due) sulle finiture. In pochi anni, le “1750” e le “2000” sono però scomparse […]
01/11/2000 | di Redazione Ruoteclassiche

Negli anni Settanta, le berline dell'Alfa Romeo erano tra le auto più veloci e maneggevoli. L'ideale per chi, in Italia e all'estero, si aspettava dalla sua macchina sicurezza e piacere di guida, a costo di chiudere un occhio (a volte anche due) sulle finiture. In pochi anni, le "1750" e le "2000" sono però scomparse dalla circolazione, messe fuori gioco dalla ruggine e da uno sfruttamento a volte esasperato. Il risultato è che questi modelli, molto diffusi ai loro tempi, oggi sono relativamente rari. Trovare, per esempio, un ottimo esemplare di "1750" è più difficile che imbattersi in una bella Lamborghini.

La gamma comprende tre varianti: "1750" prima serie, "1750" seconda serie e "2000", tutte praticamente con la stessa carrozzeria. All'epoca, qualche critica venne indirizzata a una certa mancanza di personalità, soprattutto paragonando la "1750" alla "Giulia" che l'aveva preceduta. A distanza di trent'anni, invece, anche le "1750" e "2000" rivelano un carattere deciso e, soprattutto, una sobria eleganza, determinata dal profilo pulito della fiancata e dall'equilibrio delle linee disegnate da Bertone.

La "1750" (prodotta in 101.883 esemplari) fu presentata nel 1968 e venne ritoccata circa un anno più tardi, per il "model year" 1970, dando vita a quella che gli alfisti identificano come seconda serie. Le differenze più evidenti tra le due versioni riguardano i fanalini anteriori (spostati dal paraurti agli angoli della carrozzeria), i ripetitori di direzione laterali, la targhetta di identificazione posteriore, i pedali del freno e della frizione (incernierati in alto nella seconda serie) e il volante, che fu dotato di corona in legno.

Più radicali furono le modifiche apportate alla "2000", presentata nel 1971 e rimasta in produzione sino al 1977, per una "tiratura" totale di 89.840 esemplari. Si riconosce a colpo d'occhio dalla "1750" per i quattro fari di uguale diametro, i nuovi cerchi e i gruppi ottici ridisegnati. Ma diversi sono pure volante, cruscotto, sedili e tappezzeria. L'aumento della cilindrata a due litri permise di guadagnare 18 CV (da 132 a 150 SAE, sempre a 5500 giri/min) e di migliorare coppia e elasticità di marcia.

(Tra parentesi le caratteristiche della "2000")

Motore: 4 cilindri in linea longitudinale, alesaggio x corsa 80 (84)x88,5 mm, cilindrata 1779 cm3 (1962 cm3), potenza (SAE) 132 CV a 5500 giri/min (150 CV a 5500 giri/min), coppia (SAE) 19 kgm a 3000 giri/min (21,1 kgm a 3500 giri/min), rapporto di compressione 9:1, distribuzione a doppio albero a camme in testa, alimentazione a due carburatori a doppio corpo 40 (Weber, Solex o Dell’Orto).
Trasmissione: frizione monodisco a secco, cambio a 5 marce ("2000": automatico a richiesta), pneumatici 165 SR14 (165 HR14).
Corpo vettura: berlina 4 porte a 5 posti. Sospensioni anteriori a ruote indipendenti, quadrilateri trasversali, molle elicoidali, ammortizzatori telescopici, barra antirollio. Sospensioni posteriori ad assale rigido, molle elicoidali, ammortizzatori telescopici, bracci longitudinali, barra antirollio. Freni a disco con servofreno. Sterzo a vite e rullo/circolazione di sfere.
Dimensioni e peso: passo 2570 mm, lunghezza 4390 mm, larghezza 1565 mm, peso in ordine di marcia 1110 kg.
Prestazioni: velocità 180 (190) km/h, consumo 11,6 (12,1) litri/100 km.

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TAGS Alfa Romeo
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