Bmw Serie 3 E36: prova di maturità. - Ruoteclassiche
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16/01/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla
Bmw Serie 3 E36: prova di maturità.
La Bmw Serie 3 E36 del 1990, 30 anni fa il lancio della reginetta del segmento D "premium".
16/01/2020 | di Giancarlo Gnepo Kla

La BMW Serie 3 E36 è la terza generazione del modello di fascia media della Casa dell' Elica biancoblu. Presentata nel 1990, la bestseller del Marchio bavarese, raggiunge piena “maturità” proponendo uno stile moderno e un’immagine più imponente rispetto alla precedente Serie 3 E30.

Con la Serie 3 E36, BMW intendeva affermarsi nel segmento D, divenendone il punto di riferimento. In quest’ottica la media di casa Bmw doveva rispettare elevati standard di finitura e sicurezza, con la possibilità di avere una componentistica riciclabile all'80%. Tutto questo mantenendo le proverbiali doti di handling e piacere di guida che ci si aspetta da una vettura dell'elica biancoblu. Più robusta e slanciata grazie al padiglione leggermente spiovente e a montanti più inclinati e massicci, la BMW E36 vanta un’aerodinamica decisamente migliore del modello precedente: l'ottimo Cx è pari a 0,29. Tutto ciò contribuisce a contenere i consumi e migliora le prestazioni.

Benchmark. Sulla Bmw Serie 3 E36 dominano le linee tese: i fari sono rettangolari con i proiettori circolari sdoppiati, celati da una palpebra trasparente; questi integrano anche gli indicatori di direzione. La linea di cintura, ora è sensibilmente più alta, con un andamento crescente che segna tutta la fiancata, interrompendosi solo in prossimità del volume del passaruota anteriore. Sul montante posteriore, l'incofondibile taglio del finestrino "gomito di Hofmeister". Inizialmente suscita perplessità il paraurti in plastica non verniciata, che infatti verrà proposto anche in tinta con la carrozzeria. Lo stile della E36 porta la firma di Claus Luthe, e venne definito poco prima delle sue dimissioni a causa delle tragiche vicende che colpirono la sua vita familiare. Per quanto riguarda il telaio, all'avantreno troviamo un’architettura MacPherson ripresa dalla Serie 3 E30, mentre al retrotreno il nuovo schema Z-link, lo stesso della concept da cui è derivata la Bmw Z1. Questa impostazione, evolutasi nel “Multilink” (un must per tutti i modelli premium), è stata una delle prime applicazioni su una vettura stradale, seguendo le orme della Mercedes-Benz 190 del 1982.

In crescendo. Novità anche in ambito motoristico: sulla BMW Serie 3 E36 spicca il sistema di distribuzione "VANOS". Adottato dapprima in esclusiva sulla M3 E30, con la terza generazione di Serie 3 è disponibile su una gamma di motori più ampia. Nel 1990 la gamma E36 prevedeva le seguenti motorizzazioni: 316i e 318i, 4 cilindri monoalbero da 100 e 113 cv rispettivamente; 320i e 325i 6 cilindri, da 150 e 192 cv. Di serie su tutte il cambio manuale a 5 rapporti, a richiesta il cambio automatico poteva avere 4 o 5 rapporti (sulle 6 cilindri). L’unico motore a gasolio, disponibile dal 1991, era il 325TD da 116 cv, lo stesso della precedente 324TD E30. A queste unità si aggiunsero nel 1993 la 318is (1.8 16v 140 cv) e il 325 TDS, che dotato di intercooler raggiungeva i 143 cv. Nel 1994 debutta invece la 318tds, il suo motore turbodiesel da 1.7l con intercooler erogava solo 90 cv, ma garantiva i consumi più bassi di tutta la gamma. Nel 1995 la 325i viene sostituita dalla 328i, un 2.8 litri con la medesima potenza della 325i, la maggior differenza consiste nel picco di coppia motrice, che disponibile a regimi più bassi rende il 6 cilindri più pronto ed elastico. Il motore della 325i uscente, rivisto nella cilindrata e depotenziato a 170 cv darà vita a una nuova motorizzazione denominata "323i", che va a colmare il gap tra la 320i (150 cv) e la nuova 328i (193 cv).

La famiglia E36. La Bmw Serie E36 era disponibile con diverse carrozzerie: nel 1992 viene presentata la “Coupé”, che propone uno stile molto più grintoso rispetto alle versioni precedenti, riconducibili essenzialmente a una berlina 2 porte. L’anno successivo è la volta della Cabriolet, disponibile con hardtop. Seguono la variante familiare, "Serie 3 Touring" introdotta nel 1994 e la “Serie 3 Compact”, presentata nello stesso anno, che rappresenta il primo passo della casa tedesca nel segmento delle compatte, anticipando di 10 anni la più fortunata Serie 1. Nel corso del 1995, con un leggero restyling di tutti i modelli, vennero ridisegnati i paraurti, ora in tinta con la carrozzeria, e la calandra. Anche i gruppi ottici anteriori ricevettero degli aggiornamenti, con gli indicatori di direzione bianchi. Nuove anche le calotte degli specchietti e i cerchi in lega. Importante l’introduzione dell'airbag per il passeggero. Nel 1996, la 318iS venne equipaggiata con un nuovo 1.9 a benzina, lo stesso montato sulla roadster Z3, sempre della potenza di 140 cv. Anche in questo caso ne giova l’elasticità, con il picco di coppia leggermente più elevato e disponibile ad un regime leggermente più basso. Dulcis in fundo, la versione più sportiva "M3", che presentata nel 1992 è equipaggiata con un 6 cilindri 3.0 litri da 286 cv. Nel 1995 debutta la speciale M3 GT, realizzata in 356 esemplari, per le omologazioni FIA e IMSA, necessarie per iscrivere la E36 al Campionato Touring Car. L'M3 GT è leggermente più potente (295 cv) ed è disponibile nell'elegante livrea verde scuro (British Racing Green). Nel 1996, parallelamente all'aggiornamento delle altre motorizzazioni, la cilindrata della BMW M3 passa a 3.2 litri e la potenza cresce fino a quota 321 cv. L’M3 E36 è disponibile in configurazione Coupè, Cabriolet e per la prima volta anche berlina 4 porte; dal 1997 l'M3 può montare la trasmissione elettroattuata SMG a 6 rapporti.

La prova di Quattroruote.In Italia la 318i è uno dei modelli più apprezzati della gamma BMW Serie 3 E36. Spinta da un 1796cc da 113 cv, la 318i non è penalizzata dall' IVA "pesante" ed è oggetto di una prova sul numero di marzo 1992. Il test evidenzia un motore brillante ed elastico capace di rivaleggiare con le "duemila" della concorrenza, uno sterzo preciso e progressivo al pari del cambio. Nonostante la Serie 3 E46 sia a trazione posteriore, la potenza "contenuta" non innesca sovrasterzi o reazioni brusche, complice la perfetta ripartizione dei pesi, garantisce una tenuta di strada sicura anche nei bruschi rilasci dell' acceleratore. Tra i difetti: la pedaliera leggermente disassata, che compromette un posto di guida altresì ottimo, una certa rumorisità del 4 cilindri; l'assenza di alcune spie di controllo (apertura porte e cinture di sicurezza) e i freni a tamburo qualora non si optasse per l'ABS, montato sull'esemplare in prova.

Stunt. L'ottimo handling l'ha resa uno dei modelli più apprezzati dagli stuntman, che proprio su quest'auto si allenano e si esibiscono in spettacolari numeri acrobatici durante gli eventi automobilistici. Non mancano quindi le apparizioni sul grande e sul piccolo schermo, che hanno consacrato la berlina media di Monaco tra le auto da inseguimento più celebri. Ecco alcuni dei titoli più famosi, che spaziano dalle rocambolesche avventure di Tom Cruise in Mission Impossible (1996) all' irriverente commedia "The Chase" (1994) sino agli inseguimenti "esplosivi" sulle Autobahn tedesche nel telefilm "Squadra Speciale Cobra 11".

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