La voglia di vintage impazza un po’ dappertutto e così, in Russia, tra i teenager è esplosa già da qualche anno la mania delle vecchie Lada: le inossidabili “Zhigulì” (si legge “scigulì” ). I giovani, ma soprattutto i giovanissimi, non vedono l’ora di accaparrarsene una: rottami da sistemare per poi partecipare a raduni statici e non solo… Scopriamo perché.
La Russia è una terra affascinante e ricca di contrasti: tra immense foreste ed aree fortemente popolate, si alternano le testimonianze del glorioso passato zarista, della brutale e onnipresente architettura sovietica e i pretensiosi costrutti della nuova Russia turbocapitalista.
E proprio qui, tra gli anonimi caseggiati e l’autodromo di Mosca, Nikolaj Shevchenko ha raccontato per “Russia Beyond” un fenomeno che interessa soprattutto i teenager, pronti a rinunciare a vacanze e Play Station pur di acquistare una vecchia Zhigulì e cimentarsi nel suo restauro (o nella sua preparazione) per partecipare agli eventi dedicati alle vecchie glorie d’Oltrecortina.
Russian Graffiti. A Mosca è nato così un vero e proprio movimento motoristico, indicato come “Boevaja Klassika” (Classici da combattimento), le cui gesta sono raccontate nel profilo Instagram Boevaja_Classica, scritto proprio con la “c”. Infatti oltre all’esposizione, le gloriose Lada diventano la base di partenza per elaborazioni, anche estreme, protagoniste delle gare di drift e di accelerazione. Un po’ come avvenne Oltreoceano con le hot-rod a partire dagli anni 60.
Che vi siano anche le Zhigulì di Boevaja Klassika a dare l’ispirazione per il tormentone “Il ragazzo con giardinetta”, esploso con il recentissimo show russo per il Capodanno “Ciao” ? Potrebbe essere, considerate le implicazioni storiche fra la nostrana Fiat e la produzione Lada, oltre alla consolidata fascinazione dei russi nei confronti del Belpaese.
Il festival delle Taz. Ma torniamo alle clasiche, il “Moscow Raceways” è uno dei principali punti di ritrovo per la comunità russa di appassionati di motori. Qui, il parterre spazia dalle auto malconce e arrugginite agli esemplari da concorso, fino alle auto completamente modificate. Alcune delle quali si daranno battaglia nell’arena destinata agli spettacoli motoristici.
Il tema centrante dei meeting è ripercorrere le varie evoluzioni delle vetture AvtoVAZ, prodotte in sette serie, dalla 2101 (la gemella bolscevica della Fiat 124) alla 2107 e indicate in gergo come “taz” (letteralmente “vaschetta”): un modo per ironizzare sulla loro blanda qualità costruttiva. Eppure, semplici e robuste nella meccanica, le scalcagnate e cigolanti Lada continuano a solcare le strade russe incuranti di ogni avversità. Con gran parte degli esemplari prodotti ancora circolante.
Le testimonianze. Shevchenko, il 29 giugno 2019, in occasione di uno dei meeting moscoviti ha intervistato alcuni dei partecipanti, gran parte dei quali under 20. Raccontava l’ora ventunenne Evgenij Garkov: “La mia 2105 era di un vecchietto, l’ha guidata per 13 anni e quando è mancato, l’auto è rimasta ferma in un garage per tre anni. Quando è stata messa in vendita, avevo appena compiuto 18 anni e quindi l’ho comprata per 60 mila rubli, l’equivalente di 840 euro.” Evgenij spiegava poi, con vivido entusiasmo, gli interventi effettuati: “Ho completamente rifatto le sospensioni anteriori, ho cambiato il freno a mano, gli ammortizzatori e le molle. A parte il motore della Lada Niva, ho cercato di restaurare la carrozzeria con i pezzi originali del modello 1982. Paraurti, fari, tergicristalli… Tutto ciò che era possibile trovare di quell’anno, ce l’ho messo”.
Secondo i suoi calcoli, per il ripristino della sua Zhigulì ha speso molto più di quanto non l’abbia pagata. Una situazione ben nota a molti possessori di auto classiche.
Una passione per tutte le tasche. Il bello di “Boevaja Klassika” sta innanzitutto nella passione dei giovanissimi che, considerato il costo quasi irrisorio di queste auto e la grande disponibilità di ricambi, possono ottenere la “vaschetta” dei loro sogni con poco. Il problema, come al solito è la messa a punto.
Sergej Jakushin, che proprio nel giorno del raduno compiva 17 anni, è arrivato da Rjazan, a 200 chilometri a sudest di Mosca con una Zhigulì dalla livrea ispirata a quella di Saetta Mc Queen, del film “Cars”. Questi, raccontava: “Ho comprato la mia prima pitjòrka (il nomignolo della serie 2105) a 13 anni. Mi avevano regalato una Playstation ma l’ho venduta per 30 mila rubli (420 euro). Mio padre, allora mi propose di comprare, con quei soldi, una vecchia macchina per fare drifting sul ghiaccio.” E continua: “In questi quattro anni ho avuto il tempo di vendere la vecchia ‘pitjòrka’ per comprare una ‘semjòrka’, ossia una Lada serie 2107, per 35 mila rubli (490 euro)”. Anche lui ha poi dovuto investire altri soldi per le riparazioni e i nuovi pezzi. “L’abbiamo riportata al metallo nudo, saldata per bene e riverniciata da cima a fondo. Ci abbiamo lavorato su per due anni. Abbiamo rifatto le sospensioni e abbiamo installato un nuovo motore da 150 CV, preso da una Lada Priora. E poi, ancora, i pistoni, l’albero, il tubo di scarico. Anche l’interno è stato riallestito, in chiave sportiva. Il 30 dicembre 2018 ci abbiamo fatto il primo giro”, diceva Sergej, orgoglioso.
Icona dei Millenials. Queste vecchie glorie di fabbricazione sovietica attraggono le nuove generazioni per ragioni differenti: se per giovani e giovanissimi il tuning e il mondo del drifting rappresentano un vero e proprio stile di vita, reso particolarmente accessibile dalle “taz”, per i più grandi l’affair Zhigulì è diventato un vero e proprio business.
L’allora trentatreenne Aleksej è uno di questi e, nel suo garage, personalizza le auto di altri appassionati e, parallelamente, amplia la sua collezione. Al raduno, Aleksej giunse su una “cetvjòrka”, ovvero una Lada 2104, con la guida a destra. Questo esemplare, per il mercato inglese, è una delle sette Zhigulì di sua proprietà. Per lui queste auto hanno soprattutto un valore affettivo, essendo cresciuto su queste auto. E, sfrecciando per la città, ridacchia. Ora, invece, guida una Toyota. La più preziosa della sua collezione è una “Zhigulì” del 1974, più precisamente una Lada serie 2102, che Aleksej valuta mezzo milione di rubli (6.990 euro).
Oltre il vil danaro. Per gli appassionati come lui l’acquisto di una Zhigulì non è solo una questione economica: “In città spesso mi ferma gente alla guida di Range Rover e Toyota Land Cruiser chiedendomi di vendergli qualcuna delle mie auto, anche per cifre altissime. Ma lui non molla: “In questi casi, rispondo sempre allo stesso modo: ‘Se volete una macchina simile, cercate altrove!’ ” .